Il 20 maggio del 1973 l'incidente fatale di gara che cost¨° la vita all'italiano detto il ¡°D¡¯Artagnan della moto¡± e al finlandese "Villeneuve delle due ruote¡±. Ecco perch¨¦ quella tragedia ¨¨ stata cos¨¬ sparti-acque
Cinquant¡¯anni fa, il 20 maggio 1973, si compiva a Monza il destino di Renzo Pasolini e di Jarno Saarinen. Dopo mezzo secolo, si sfuma la dimensione eroica ed epica dei due campioni-personaggi dal sorriso mesto di chi non ¨¨ fortunato in favore di una dimensione pi¨´ lirica dove le parole per raccontarli andrebbero sostituite da poesie declamate con un sottofondo musicale di cetra, come usavano i cantori dell¡¯antica Grecia. Tuttavia, al cronista spetta il compito di tornare sui fatti, raccontandoli e interpretandoli. Il 1973 ¨¨ ricordato come l¡¯annus horribilis del motociclismo mondiale per la tragedia di Monza del 20 maggio dove, alla prima curva dopo la partenza della 250, persero la vita il 35enne Renzo Pasolini, il ¡°D¡¯Artagnan della moto¡± e il 27enne Jarno Saarinen, il ¡°Villeneuve delle due ruote¡±.?
eroi della moto
¡ª ?L¡¯italiano di Rimini, antidivo di gran cuore e dalla manetta istintiva, gran staccatore e geniale nel suo star appeso alla moto in curva e nei suoi traversi a zig-zag, un Gary Hocking Made in Italy. Il finlandese di Turku, funambolo geniale con i mezzi manubri super inclinati e petto schiacciato sul serbatoio, gran manico su ogni tipo di moto e cilindrata, gas aperto nelle ¡°esse¡± e derapate da paura sui curvoni, imprendibile sul bagnato, un Marc Marquez di oggi. Due storie diverse e unica, tragica conclusione. Due campioni che hanno segnato la storia di questo sport. Entrambi apprezzati e amati da tutti gli appassionati per le qualit¨¤ tecniche e agonistiche e per la generosit¨¤ nel dare battaglia e nel concedere spettacolo in pista. Entrambi nel ruolo di Ettore che sfidano il loro Achille, fuoriclasse spavaldo, qui rappresentato, almeno per alcuni tratti, da Giacomo Agostini, all¡¯epoca l¡¯invincibile, l¡¯uomo da battere, l¡¯imperatore arroccato nella sua fortezza, sotto l¡¯ala protettiva del Conte Agusta.?
LEGGI ANCHE
re della foresta
¡ª ?A dire il vero, quella del 1973, era stata una stagione agonistica iniziata male per Agostini: ritiratosi nella 500 per rotture della sua nuova MV Agusta nei primi tre gran premi di Francia, Austria, Germania e out anche in due gare sulle prime tre nella 350. A insidiare il fuoriclasse bergamasco c¡¯erano, appunto, l¡¯astro nascente Saarinen e il mai domo Pasolini. Saarinen pronto a diventare di forza il nuovo ¡°Re della foresta¡±, gi¨¤ iridato 250 nel 1972 e due volte secondo nei mondiali 350 del 1971 e 1972, lanciatissimo nel 1973 con i due trionfi nella 200 Miglia di Daytona e nella 200 Miglia di Imola, poi con tre vittorie nelle prime tre gare iridate della 250 e due trionfi nei primi due round della 500 con la nuova Yamaha OW19 4 cilindri 2 tempi. Pasolini, dopo aver sfiorato il titolo mondiale su Aermacchi 250 nel 1972 (tre vittorie, 4 secondi, un terzo e tanta sfortuna) dove finisce terzo nella 350 (otto podi su 10 gare concluse) ¨¨ pronto nel mondiale ¡¯73 con la nuova HD varesina bicilindrica 2 tempi a conquistare quel titolo della 350 che non gli era riuscito in sella alla Benelli 4 cilindri 4 tempi nel quadriennio 1967-1970. Per il Paso era giunta l¡¯ora di regolare a suo favore i conti sempre aperti con il suo grande rivale-amico Agostini, come aveva dimostrato poco prima della fatale 250 di Monza, quando nella 350, era stato costretto ad abbandonare nel finale per grippaggio del motore, dando via libera al campione della MV.?
quel pomeriggio
¡ª ?Dopo 50 anni, la scena di quel pomeriggio del 20 maggio 1973 si ripropone come allora, lasciando attoniti, nel suo drammatico e tragico evolversi. Silenzio assoluto. Sono da poco passate le 15 e 15. S¡¯abbassa la bandiera a scacchi e un sibilo fuso in un boato, scuote l¡¯aria. Il gruppone della 250 giunge compatto, a manetta, alla fine del rettifilo. Settecento metri di lancio con partenza da fermo spingono i bolidi sopra 200 km/h all¡¯ingresso del curvone. Il serpentone svirgola sul bordo di sinistra, poi vira sulla destra per tagliare la curva e risalire ancora a sinistra. Lo spettacolo ¨¨ superbo. Il cuore degli appassionati impazzisce. La scena toglie il respiro. Poi un attimo lungo una vita. La grande orchestra si spegne. Immagini sfuocate senza pi¨´ audio. Scene fuori dal tempo che si perdono in uno spazio senza confini. Sull¡¯asfalto ¨¨ una danza impazzita di ruote, pezzi di moto, tute nere e rosse striscianti e corpi che volano come birilli. Nel bosco e fin sulle tribune rimbombano stridori, tonfi, lamenti e grida di disperazione. Il cielo si chiude. Sale un fumo cupo, denso, presagio di morte. Il fuoco delle balle di paglia corre lungo la lama del guard-rail assassino. La ¡°signora in nero¡± incassa il suo credito e copre l¡¯autodromo con il suo manto di lutto. A piedi, molti piloti, chi indenne chi zoppicante e sanguinante, tornano indietro, verso i box. Tutti piangono. Tutti scuotono la testa. La tragedia si ¨¨ consumata.?
l'incidente
¡ª ?Cosa era successo? E perch¨¦? Allo start s¡¯invola Dieter Braun, seguito da Pasolini, Saarinen, Hideo Kanaya. In pieno curvone, l¡¯Aermacchi-HD s¡¯intraversa scaraventando il Paso nel guard-rail dopo aver sfondato le balle di paglia. La bicilindrica varesina rimbalza in pista colpendo in pieno viso Saarinen, a sua volta investito da altri corridori in un'ammucchiata infuocata dove Renzo e Jarno perderanno la vita, altri 14 piloti saranno feriti, altri miracolosamente illesi. Sulle cause di quella tragedia si sono scritte montagne di pagine con tante ipotesi (contatto fra Pasolini e Saarinen, olio in pista non pulito dalla gara precedente della 350, asfalto rappezzato male, aggancio ad alta velocit¨¤ fra piloti, problemi del nuovo motore bicilindrico 2 tempi raffreddato ad acqua del Paso ecc.), ci sono state anche inchieste, perizie tecniche e atti della magistratura che alla fine attribu¨¬ al grippaggio dei due pistoni (Made in Yamaha) nei due cilindri della H.D. l¡¯avvio che innesc¨° la carambola fatale. Una conclusione per¨°, per molti, non del tutto convincente anche perch¨¦ la moto di Pasolini schizz¨° via perdendo l¡¯anteriore (gomma fredda data la mancanza del giro di riscaldamento?) e non con la classica svirgolata della ruota posteriore (con segno nero sull¡¯asfalto che non c¡¯era¡) conseguente al bloccaggio per il grippaggio del propulsore. Grippaggio peraltro improbabile col motore in tiro a gas tutto aperto e comunque grippaggio che potrebbe anche esserci stato immediatamente dopo la caduta per fuori giri e/o per il sobbalzo del posteriore e/o con l¡¯acceleratore chiusosi automaticamente non essendo pi¨´ guidato dalla mano del pilota. Sembra davvero ieri. Invece sono passati 50 anni da quel 20 maggio 1973. Renzo Pasolini e Jarno Saarinen, ¡°leggende¡± del motociclismo, restano vivi. Per sempre.
? RIPRODUZIONE RISERVATA