Il campione della Honda ¨¨ il protagonista assoluto della gara con una rimonta da brividi che rester¨¤ nella storia. Esce di pista al quinto giro e poi cade in modo cruento al 21 esimo giro quando era secondo procurandosi la frattura dellĄŻomero, verr¨¤ operato marted¨Ź 21 a Barcellona: rischia due mesi di stop
La MotoGP ¨¨ ripartita con il suo signore e dominatore Marc Marquez che ha svettato su tutti e tutto, dimostrando una forza in pista e una velocit¨¤ sul giro veramente sorprendenti; peccato che la sua rimonta si sia conclusa in ospedale quando, a pochi giri dal termine, lottava per la seconda posizione. Ma se durante la vigilia tutti sembravano alla ricerca di un Ą°antiMarquezĄą, forse sopravvalutando qui a Jerez il potenziale dei due giovani alfieri Yamaha Quartararo e Vi?ales, il verdetto della pista ci restituisce come risposta che lĄŻunico vero anti Marquez ¨¨ solo Marquez, pur avendo terminato la sua gara nella polvere della via di fuga con una frattura allĄŻomero che verr¨¤ operata marted¨Ź 21 a Barcellona e che porter¨¤ con s¨Ś potenziali complicazioni e tempi di rientro tutti ancora da valutare (si parla di 2-3 settimane di stop salvo complicazioni al nervo radiale della spalla).
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Tornando alla gara, Marquez non ¨¨ partito benissimo ma dopo qualche sorpasso ha chiuso al secondo posto dietro Vi?ales gi¨¤ alla fine del primo giro. Al terzo giro ha superato anche Maverick e con una guida incisiva ha preso subito del margine, forzando sia gli inserimenti che le uscite di curva al limite dellĄŻaderenza. Una guida che come al suo solito ¨¨ andata oltre lĄŻaderenza della sua Honda, in un equilibrio magico tra le leggi della fisica, il potenziale della moto e il grip dei suoi pneumatici. Il signore della MotoGP per¨° questa volta ha esagerato e, nonostante fosse in testa con la possibilit¨¤ di gestire la situazione, ha corso ancora allĄŻattacco fino a perdere aderenza sullĄŻanteriore alla curva 4.
Come gi¨¤ fatto in passato, ¨¨ riuscito a salvarsi appoggiandosi sul gomito e tenendo su la moto per circa 20 metri con lo sterzo chiuso. La Honda si ¨¨ rialzata da una caduta quasi certa ma non ha chiuso la curva, entrando a destra nella via di fuga a forte velocit¨¤. Marquez ha domato la sua Honda sulla sabbia spostandosi indietro con il corpo e scaricando lĄŻanteriore per evitare chiusure di sterzo in perfetto stile enduro, rientrando quindi in pista in sedicesima posizione. Da l¨Ź in poi ¨¨ andata in scena una delle rimonte pi¨´ belle, vivaci e furibonde degli ultimi anni.
Rimonte di questo tipo su asfalto asciutto sono rarissime e lĄŻultima di cui si ha memoria vede ancora protagonista Marquez quando nellĄŻottobre del 2012, a Motegi in Moto 2, pass¨° dalla 28 esima alla prima posizione o ancora sempre Marquez in Moto 2 nel novembre 2012 a Valencia, quando pass¨° da ultimo a primo vincendo la gara. Marquez nelle retrovie ha guidato velocemente e con aggressivit¨¤, dribblando i suoi rivali in un batter dĄŻocchio; ha girato quasi un secondo pi¨´ forte dei primi, raggiungendo i rivali e portandosi in decima posizione in pochi giri. Da l¨Ź i distacchi sono diventati pi¨´ ampi ma in poco tempo, al tredicesimo giro, si ¨¨ portato su Valentino Rossi e, superandolo in modo disarmante, ha guadagnato lĄŻottava posizione. Al quindicesimo giro si trovava a 7Ąą4 dal primo e a 4Ąą dal podio. Marquez, effettuando sorpassi, girava in 1ĄŻ38Ąą6 contro 1ĄŻ39Ąą0 di Quartararo: mezzo secondo pi¨´ veloce con il traffico ¨¨ tantissimo, infatti sono bastati pochi giri per portarsi sul gruppetto capitanato da Miller secondo e che arrivava fino a Morbidelli settimo.
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Appena alle spalle dellĄŻitaliano lo ha attaccato in staccata portandolo leggermente esterno alla curva successiva; si ¨¨ poi gettato su Bagnaia, superando anche lui per il sesto posto. Da l¨Ź il passaggio ¨¨ stato breve: superati Espargaro e Dovizioso, si ¨¨ portato dietro Miller che ha attaccato prontamente; tuttavia Jack ha provato a resistere e si ¨¨ ributtato allĄŻinterno toccandosi con Marquez, una reazione dĄŻorgoglio che ¨¨ servita a poco perch¨Ś Mar ¨¨ ripassato involandosi alla ricerca di Vi?ales, il quale ha allungato beneficiando del duello alle sue spalle.
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Ma il cabroncito non si ferma: in poche curve recupera il poco tempo perso con Miller e si porta sulla corsa di Maverick Vi?ales; a questo punto il mix tra lĄŻadrenalina della gara e la voglia di surclassare, unita al grande feeling di Marc con le continue perdite di aderenza, si scontra con un piccolo calo di concentrazione e con una perdita di aderenza che pongono fine a questa splendida rimonta. Purtroppo la legge della MotoGP e le regole della pista ricordano persino a Marquez (ormai a gomme finite) che anche lui ¨¨ un uomo e che le leggi della fisica e dei mezzi a due ruote prima o poi valgono anche per lui.
Del resto tutti hanno un limite e, per quanto a lui a volte sia concesso di spostare pi¨´ in alto lĄŻasticella delle prestazioni e della tecnica di guida, arrivato ad un certo punto anche lui deve controllarsi e non avventurarsi troppo oltre quella linea invisibile posta a met¨¤ strada tra un sorpasso e una caduta. Accade cos¨Ź che la sua RC213V perde di nuovo aderenza allĄŻanteriore e lo fa ancora alla curva quattro; ma stavolta Marquez ha gi¨¤ la mano sul gas in uscita di curva, accelerando in anticipo nella sua veemente rincorsa ai danni di Vi?ales. Per¨° stavolta le cose vanno diversamente e la sua Honda perde aderenza anche sul posteriore. Accade cos¨Ź che la classica chiusura di sterzo con cui Marc convive amabilmente (e della quale ha imparato a minimizzare gli effetti collaterali) si trasforma in un ben pi¨´ pericoloso Ą°high-sideĄą che lo lancia in aria facendolo ricadere con forza sullĄŻasfalto dove picchia duro sulla spalla destra.
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Entra nella via di fuga seguito dalla sua moto che lo colpisce alla schiena e colpisce in modo duro anche la mano destra riportando un gran dolore, tante ammaccature e forse qualche frattura, in attesa delle radiografie. Il re della MotoGP esce cos¨Ź di scena passando dalla polvere della via di fuga e rientra ai box dolorante in autoambulanza, in direzione del centro medico del circuito. Una dimostrazione di forza, tecnica di guida e coraggio che lo incorona protagonista assoluto anche quando torna a casa con zero punti. Facile ora a posteriori pensare che abbia mal gestito la sua superiorit¨¤ e che avrebbe potuto aspettare un giro in pi¨´ per riprendere Vi?ales, o che si sarebbe potuto accontentare di un terzo posto. Ma, se lĄŻimpresa fosse riuscita, di questa rimonta se ne sarebbe parlato a lungo.
Ma stavolta Marquez ha corso oltre la moto, oltre le gomme e forse anche oltre il buon senso accendendo il cuore degli appassionati e portando a dispiacersi del suo incidente anche i suoi peggiori detrattori. Ora resta lĄŻincognita sulle sue condizioni fisiche in una fase del mondiale critica per i numerosi gran premi ravvicinati che non lasciano spazio a recuperi fisici tra una gara e lĄŻaltra; Ą°motorsport is dangerousĄą, come scritto a chiare note su molti circuiti del mondiale, ma Marquez domenica volava mentre gli altri guidavano. Peccato che come Icaro, preso dallĄŻemozione e dallĄŻadrenalina del suo dominio sulla gara, si sia avvicinato troppo al sole che gli ha sciolto le ali, riportandolo dal cielo alla polvere della via di fuga. Il responso medico per ora parla di varie contusioni e della frattura dellĄŻomero per il quale occorreranno circa 2-3 settimane di stop prima del rientro in gara. Resta lĄŻincognita del nervo radiale che potrebbe riportare una lesione; in questo caso i tempi si potrebbero allungare anche a due mesi di stop.
Un potenziale impressionate
ĄŞ ?Quella di domenica ¨¨ stata una di quelle gare che fa molto riflettere sul reale potenziale di Marquez, perch¨Ś ha spinto veramente al massimo, ha dato tutto nella rimonta svelando quanto pu¨° essere veloce in gara e, ancor pi¨´ importante, mostrando al mondo quanto possa essere pi¨´ veloce di tutti gli altri. Con tutti i relativismi del caso, si pu¨° affermare che oggi avrebbe potuto chiudere la gara con un vantaggio di almeno 5-6 secondi su Fabio Quartararo e probabilmente una decina su Vi?ales.
Questo fa riflettere sul fatto che in passato probabilmente avrebbe potuto vincere e chiudere molte gare con un vantaggio ben superiore a quello che abbiamo visto e che sia riuscito a vincere anche senza dover spingere fino in fondo. Alla base cĄŻ¨¨ senza dubbio il fatto che conosce molto bene la sua RC213V e che la Honda abbia seguito le sue indicazioni nello sviluppo. Ma poi le esigenze tecniche e costruttive sono sempre il frutto anche di una serie di compromessi ai quali si aggiungono le variabili legate alle gomme e allĄŻassetto. Insomma, al di l¨¤ della moto, il suo talento e la sua capacit¨¤ di gestire al limite il mezzo siano fuori di dubbio oltre che fuori dal comune.
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Le grandi rimonte del passato
ĄŞ ?Oltre alle super rimonte di Marquez come quella di Motegi e Valencia del 2012 o ancora nel 2011 a Phillip Island quando Marc pass¨° dal trentottesimo al primo posto vincendo la corsa e superando ben 12 piloti in un solo giro (da ventottesimo a quindicesimo). O ancora nel 2010 a Estoril quando fece di nuovo da ultimo a primo.
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Rimonte da ricordare sono anche quelle di Valentino in 125 o in 500 (da quattordicesimo a primo nel 2000 a Donington) e quelle in MotoGP. Ma quella di domenica di Marquez ricorda la grande rimonta in F1 di John Watson nel 1983 a Long Beach quando vinse con la McLaren partendo dallĄŻultima posizione o sempre nel 1983 quando Alan Carter nella classe 250 del motomondiale pass¨° dal trentunesimo al primo posto.
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