Il mitico circuito delle Ardenne viene sottoposto a lavori per migliorarne strutture e sicurezza: l'obiettivo ¨¨ il ritorno della MotoGP, che sulla pista belga manca dal 1990, ma ha scritto grandi pagine di storia
Per questioni di sicurezza, lo storico e magico circuito nelle foreste delle Ardenne di Spa-Francorchamps, considerato l¡¯universit¨¤ del Motorsport, ¨¨ fuori dal Motomondiale dal 1990 anche se resta tutt¡¯ora il regno della Formula 1. Un tracciato tecnicamente superbo, un saliscendi al cardiopalma, con diciannove curve da pelo e il fiore all¡¯occhiello della combinazione della esse in salita Eau Rouge-Raidillon, dove da sempre gli appassionati si appostavano fin dalla notte del venerd¨¬ precedente le corse per non perdersi lo spettacolo davvero unico, sia sulle quattro ruote che sulle due. Da sempre, fin dalla prima edizione. In queste ore fa notizia l¡¯abbattimento dello chalet dell¡¯Eau Rouge, lo storico splendido villino che sulla sinistra lambiva la pista al termine della spettacolare quanto infida ¡°esse¡±. Comprensibili le proteste di tanti appassionati, ma non si pu¨° avere tutto. Vale nel Motorsport come nella vita. In questo caso l¡¯abbattimento dell'iconica costruzione che a ridosso della foresta dominava l¡¯altura non ¨¨ avvenuto a caso o per speculazione edilizia, ma come primo atto di un importante progetto di ristrutturazione che partendo proprio dalla zona Eau Rouge-Raidillon coinvolger¨¤ tutto l¡¯impianto, rendendolo pi¨´ sicuro e pi¨´ adeguato a livello ambientale.
investimento notevole
¡ª ?Al posto della villetta al Raidillon verr¨¤ realizzata una nuova tribuna permanente (impreziosita da un¡¯area box-vip) da cui si potr¨¤ godere di quel che avviene in pista, nel paddock e addirittura fino al rampino de La Source. Altre demolizioni sono in programma, fra cui l¡¯attuale storica tribuna coperta sul discesone di fronte ai vecchi box e alla vecchia zona dello start, anch¡¯essa meta ambita dagli appassionati nei decenni scorsi. Con tali interventi ci saranno quasi 15 mila posti nuovi in tribuna e si metter¨¤ mano alle vie di fuga, specie nei tratti di Blanchimont, Pouhon, La Source e particolarmente alle curve Raidillon e Eau Rouge, teatro in passato di gravi incidenti nel motociclismo e, stando al presente, tristemente note per l¡¯incidente mortale di Anthoine Hubert in F.2 nel 2019 e per quanto avvenuto quest¡¯anno nella 24 Ore e nelle qualifiche della W Series. L¡¯ampio progetto di ristrutturazione avr¨¤ un costo totale superiore agli 80 milioni di euro distribuiti nell¡¯arco di dieci anni. Un investimento notevole cui contribuir¨¤ il governo vallone con 29,5 milioni, mentre 21 sono dei fondi del circuito e i restanti 29,5 deriveranno da prestiti bancari.
L'epoca delle moto
¡ª ?Tale progetto di rinnovamento non pu¨° che rallegrare gli appassionati di motociclismo perch¨¦ questi lavori di rinnovamento puntano anche al ritorno delle moto sul circuito delle Ardenne. Gi¨¤ nel 2022 ¨¨ in programma il ritorno della mitica 24 Ore di Spa e si stanno muovendo tutte le pedine per l¡¯obiettivo principale che ¨¨ quello di riportare il Motomondiale, perch¨¦ la MotoGP ¡°deve¡± tornare nelle Ardenne. Non c¡¯era modo migliore per festeggiare il centenario di questa pista dove il 2 luglio 1921 si disput¨° la prima corsa (su un tracciato di quasi 15 km) su quello che ¨¨ poi diventato uno dei circuiti pi¨´ suggestivi e famosi al mondo, teatro di duelli memorabili, sia nel motociclismo che nell¡¯automobilismo, con la presenza entusiastica degli spettatori, sempre sopra i 200 mila, provenienti da tutto il mondo.
italiani protagonisti
¡ª ?Gli italiani sono sempre stati grandi protagonisti a Spa. Nella seconda edizione del Motomondiale del 1950 Umberto Masetti (Gilera) ¨¨ il primo italiano a trionfare (classe 500), ripetendosi nel 1952 e nel 1953. Nel 1955 ¨¨ Giuseppe Colnago (Gilera) a vincere nella classe regina. Poi nel 1956 ecco Carlo Ubbiali fare il bis nella 125 e nella 250 sulle MV Agusta, nel 1957 Libero Liberati (Gilera 500), nel 1958 Alberto Gandossi (Ducati 125), ancora Ubbiali (MV 125) nel 1959 e nel 1960 (MV 250). Quindi inizia l¡¯epopea di Giacomo Agostini, primo in 500 su MV dal 1966 al 1973. Nella mezzo litro ¨¨ Marco Lucchinelli a trionfare nel 1981, mentre nella 125 vincono Eugenio Lazzarini (1983), Fausto Gresini (1985), Domenico Brigaglia (1986). Nella classe pi¨´ combattuta di quegli anni, la 250, oltre alle vittorie di Ubbiali (1956 e 1960), gli unici italiani a trionfare sono nel 1971 Silvio Grassetti sulla tedesco orientale MZ, nel 1976 e 1977 Walter Villa sulla Aermacchi Harley-Davidson e nel 1978 Paolo Pileri sulla Morbidelli. Nella ultima edizione disputata, nel 1990, i vincitori sono stati Hans Spaan (125), John Kocinski (250), Wayne Rainey (500), Streuer-De Haas nei sidecar. I quattordici chilometri e centoventi metri sul vecchio circuito di Francorchamps hanno rappresentato il ¡°giro della morte¡±, la sublimazione del misto veloce, anzi del misto-velocissimo come attestano le medie record che vi si ottenevano, un volo senza respiro per piloti e moto. A chi non ha mai visto dal vivo una corsa del Mondiale di moto a Spa (il TT ¨¨ un¡¯altra storia...) riesce oggi difficile capire non solo cosa ¨¨ stato questo circuito, ma pure cos¡¯¨¨ stato quel tipo di motociclismo.
pista mozzafiato per tutti
¡ª ?Ai tempi del suo massimo splendore erano, come detto, 14 chilometri e 120 metri (ridotti poi a 7 km dal 1979) di impareggiabile sfida per moto e piloti: uno show mozzafiato, esaltante per i corridori in pista e per gli appassionati ai bordi degli infernali saliscendi fra le splendide foreste delle Ardenne, in un paesaggio incantevole, dove anche per le bizzarrie del meteo primeggiavano i piloti di gran classe e ¡°da pelo¡± e le moto tecnicamente super. ? sempre stato il circuito con la media sul giro pi¨´ elevata, nel 1969 Agostini su MV Agusta 500 tocc¨° i 210,273 km/h nel giro veloce. Il circuito delle Ardenne ¨¨ rimasto impresso nella mente e nel cuore dei grandi campioni. Diceva Niki Lauda: ¡°Quello che trascorri guidando a Spa ¨¨ il tempo meglio ripagato nella vita di un pilota¡±. E Mike Hailwood: ¡°A Spa non corri, sogni. Per¨° perdi i capelli strisciando a 250 Km/h fra le piante della foresta¡±. E Giacomo Agostini: ¡°Ogni circuito ¨¨ speciale ma Spa-Francorchamps ¨¨ pi¨´ speciale di tutti. Dopo aver tagliato il traguardo il cuore ti batte forte per molto tempo e ti chiedi come hai fatto a uscirne vivo. Ma correre qui ¨¨ poesia, esaltazione pura per il pilota e per il pubblico¡±. Ecco. Con questi nuovi lavori di ristrutturazione pensare al ritorno della MotoGP nel circuito mitico delle Ardenne non ¨¨ pi¨´ utopia.
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