Oggi 11 febbraio avrebbe compiuto 87 anni: unico pilota della storia del motorsport a vincere almeno un Mondiale sia nelle moto che in Formula 1. Corse per il conte Agusta ed Enzo Ferrari
Pochi minuti prima di ogni corsa, John Surtees, nato l¡¯11 febbraio 1934 e morto quattro anni fa a 83 anni il 10 marzo 2017, sedeva tranquillo nel box sorbendosi il suo bollente black tea inglese senza zucchero con un bricchetto di latte accanto, come se l¡¯imminente battaglia che doveva sostenere in pista non lo riguardasse. Si preparava la bevanda da solo sorbendola con la moglie Pat parlando ¡°del pi¨´ e del meno¡±, come se la corsa non fosse affar suo. In quei momenti, n¨¦ il conte Domenico Agusta ai tempi del motomondiale e n¨¦ poi Enzo Ferrari ai tempi della Formula 1, osavano disturbare ¡°Big John¡±.
Assegno in bianco
¡ª ?Il Drake di Maranello diceva che Surtees era stato, con Tazio Nuvolari e Stirling Moss, l¡¯unico pilota migliore dei mezzi con cui gareggiava. Una qualit¨¤ gi¨¤ dimostrata dall¡¯asso inglese a 21 anni nel motociclismo quando nel 1955 sulla Nsu ¡°Sportmax¡± 250 prima al GP dell¡¯Ulster sul famigerato circuito di Dundrod aveva battuto due campioni consacrati quali Bill Lomas e Umberto Masetti sulle MV Agusta e poi a fine stagione, nelle 500, a Brands Hatch e a Silverstone, sempre su una moto della Casa tedesca, aveva per due volte piegato il ¡°Duca di ferro¡± Geoff Duke in sella alle ben pi¨´ potenti e veloci Gilera 4 cilindri. Prestazioni e risultati probanti per il conte Domenico Agusta che convince il futuro ¡°Big John¡± a passare dal 1956 nello squadrone di Cascina Costa offrendogli, oltre alle nuove quattro cilindri 350 e 500, un assegno in bianco cui l¡¯incredulo centauro di Catford doveva scrivere la cifra. A 22 anni, John si sentiva pronto per la nuova sfida e i risultati dimostrarono subito il valore della scelta e il valore del nuovo binomio.
Anche in F1
¡ª ?Non sar¨¤ cos¨¬ dopo, quando a fine 1961 il 27enne Surtees, indiscusso number one del motociclismo, dopo due gare d¡¯esordio in Formula 1 sulla Lotus nel 1960, rifiuta il passaggio alla Ferrari, non ritenendosi ancora pronto per Maranello. Il ¡°figlio del vento¡± salir¨¤ sui bolidi del Cavallino nel 1963 conquistando l¡¯anno successivo il mondiale di Formula 1. John Surtees raggiunge cos¨¬ la vetta del motorsport, unico pilota campione del Mondo nel motociclismo ed in F1. Per la precisione 7 mondiali vinti in moto con le MV Agusta 350 (1958, 59, 60) e 500 (1956, 58, 59, 60) ¨C 4 cilindri da 75 Cv, 11.500 giri, 270 km/h ¨C e 1 mondiale vinto in F1 nel 1964 con la Ferrari 158 (V8 di 1489,23 cc da 210 Cv a 11.000 giri) trionfando anche nel campionato Usa CanAm. Un record storico che rester¨¤ imbattuto per sempre.
Unico
¡ª ?¡°Big John¡± ¨¨ nell¡¯albo di platino dello sport mondiale per questa straordinaria performance iridata mai riuscita a nessun altro pilota di motociclismo e di automobilismo e resta nel cuore di tutti perch¨¦ ¨¨ stato un gentleman nei modi e nella sostanza che ha fatto delle corse la sua ragione di vita: tecnico raffinato, costruttore di grande coraggio e intuito, fuoriclasse del manubrio e del volante, senza aggettivi. Un gigante in pista e fuori, un ¡°freddo¡± dalla dura scorza ma di animo gentile e di gran cuore, cortese e disponibile quanto puntiglioso e fermo nelle proprie convinzioni. John ha ricevuto in patria grandi onorificenze (l¡¯ultima nel 2015 nominato dalla regina Elisabetta Comandante dell¡¯Ordine dell¡¯Impero Britannico) ma ha amato l¡¯Italia ¨C stravedeva per i circuiti di Imola e Monza ¨C e gli italiani anche perch¨¦ deve ai nostri due pi¨´ famosi Marchi delle corse ¨C MV Agusta per il motociclismo e Ferrari per l¡¯automobilismo ¨C i risultati pi¨´ fulgidi della sua luminosa e inimitabile carriera.
Il rapporto con Agusta e Ferrari
¡ª ?¡°Big John¡± metteva sullo stesso piano Domenico Agusta ed Enzo Ferrari, unici per passione, competenza, volont¨¤ di primeggiare e anche per il¡ non facile carattere. Un rapporto a volte burrascoso, per Surtees, sia con il Conte Agusta sia con Enzo Ferrari che, per¨°, al di l¨¤ dei battibecchi, ne lodava le qualit¨¤: ¡°Di John ¨C scriver¨¤ poi il Drake ¨C mi piaceva la tecnica, la passione, lo spirito che in parti uguali e senza risparmio profondeva nella battaglia della competizione. Mi piaceva la sua seriet¨¤: studiava la corsa e si preparava con coscienza e impegno: attento a ogni particolare, meticoloso, osservava gli avversari, le macchine, le caratteristiche della pista, sempre alla ricerca del particolare da sfruttare, del dettaglio da risolvere a proprio vantaggio. E cos¨¬ era anche nei confronti della sua macchina: non era mai contento perch¨¦ sapeva che in meccanica c¡¯¨¨ sempre ¡°qualcosa d¡¯altro¡± che si pu¨° scovare, in barba alla logica o al calcolo pi¨´ esatto. In corsa viveva la competizione minuto per minuto. Era un combattente generoso e non si risparmiava mai¡±.
Pilota di ghiaccio
¡ª ?E Manuel Fangio, cinque titoli mondiali in Formula 1, sintetizzava togliendosi il cappello davanti a Surtess: ¡°Il pilota pi¨´ completo del motorismo di tutti i tempi¡±. Arturo Magni, gran capo del reparto corse MV e ¡°ombra¡± del conte Agusta diceva di Surtees: ¡°? stato come il sole. Io lo chiamavo Toro Seduto perch¨¦ era freddo, di ghiaccio, calmissimo, mai un lamento, anche dopo le sue rare cadute. Ha vinto tutto quello che c¡¯era da vincere. Uno nato per correre¡±. S¨¬, John rimaneva pilota di ghiaccio esaltando le folle: capace di portare a sintesi l¡¯arte di correre nella sublimazione dell¡¯arte di vincere. Quindi la classe diamantina che diventa arte pura: nello stile di guida (¨¨ il primo che in curva sposta il corpo all¡¯interno, disassato dalla moto; nello scalare le marce, (una doppia da cambio¡ elettronico); nell¡¯impostare un curvone (moto che scivola con svirgolate da brivido); nel superare un avversario in staccata come non ci fosse. Il tutto ¡°al naturale¡±, con tocchi mirabili come fosse un Michelangelo, un Raffaello, un Leonardo. Un mix fra Nuvolari e Duke in moto, paragonato in F1 a Stirling Moss nel temperamento.
Predestinato
¡ª ?John era un predestinato: nato in una famiglia di corridori, il taciturno padre Jack sidecarista, la madre ¡°dragonessa¡± Dorothy sulla ciabatta, il fratello Normanbuon fantino nelle 125. Da bambino gi¨¤ ad armeggiare in officina e a provare su strada ogni mezzo con due ruote e un motore. A 14-15 anni le prime garette paesane e a 17 anni, nel 1951, il debutto in pista a Thruxton con una Vincent Hrd 500, poi la dura gavetta con una Norton 500 privata, quindi il primo exploit iridato all¡¯Ulster, con la Nsu ¡°Sportmax¡± 250. Nel 1955 il ritorno da ¡°ufficiale¡±, castigamatti, alla Norton: 88 corse e 77 vittorie, 8 volte secondo, 2 volte terzo! Da l¨¬, 21enne, il 19 ottobre 1955, come sopra scritto, su un tappeto di velluto (e di sterline) steso dal Conte Domenico Agusta, il gran salto quale primo pilota nello squadrone di Cascina Costa, degno erede del compianto Leslie Graham. Un bottino straordinario primeggiando spesso su campioni come Duke, Lomas, MC Intyre, Masetti, Cavanagh, Dale, Campbell, Sandford, Monneret, Milani, Grant, Bandirola, Lorenzetti, Zeller, Muller, Artle, Minter, Venturi, Liberati, Hocking, Hailwood: sette titoli iridati (tre nella 350 e 4 nella 500), 38 Gran Premi vinti, imbattuto per quasi tre anni in 25 gare iridate consecutive, frantumati tutti i primati in tutte le piste, due sole cadute! Per ¡°Big John¡±, viso tondo e slavato da eterno bambino timido e imberbe, figura da ¡°francescano¡±,curvo e impacciato a piedi quanto armonioso e sicuro sulla moto, le corse erano la sua ragione di vita. Il canto ammaliante delle sirene delle quattro ruote lo strappa presto al motociclismo: a soli 26 anni chiude una straordinaria carriera sulle due ruote per una nuova sfida, inseguendo il mito di Nuvolari, Varzi, Rosemehier, Behra, Serafini, Ruffo. John passa dal Conte Agusta di Cascina Costa al ¡°Drake¡± di Maranello e riesce dove anche giganti come Mike Hailwood e Giacomo Agostini falliranno, dopo. Semplicemente ineguagliabile, Big John.
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