Il piacentino, 2 volte iridato, fu l¡¯eroe degli Anni 50-60 su Mondial, MV Agusta, Morini e Benelli. Ezio Pirazzini paragon¨° Tarquinio a un re di Roma. Il drammatico incidente al TT pose fine a una carriera temeraria
Resta vivo il ricordo di Tarquinio Provini, scomparso a 72 anni, dopo una lunga malattia, il 6 gennaio 2005. Nato a Cadeo di Piacenza il 29 maggio 1933, Provini ¨¨ stato uno dei pi¨´ grandi campioni di tutti i tempi, il pilota italiano pi¨´ carismatico e amato degli Anni 50-60 e rimane nel cuore soprattutto di chi lo ha conosciuto come persona di grande umanit¨¤ e umilt¨¤ e di chi lo ha visto correre in pista, nel suo decennio d¡¯oro, stilista superbo e tecnico sopraffino, indomito e temerario guerriero, vero e proprio Re della foresta.
La ressa al primo test
¡ª ?Quando a fine 1963 Provini approd¨° alla Benelli ¡ª dopo aver perso per un niente il Mondiale 250 in sella alla Morini nell¡¯ultimo round stagionale di Suzuka ¡ª e prov¨° per la prima volta la 4 cilindri ex Grassetti sulla pista interna della Casa del Leone , ci fu una tale ressa di popolo da bloccare la statale limitrofa. Fu l¡¯apoteosi, con ¡°mezza Pesaro¡± e appassionati della vicina Emilia-Romagna (arrivarono in moto anche svizzeri, tedeschi e olandesi) a osannare Tarquinio e i fratelli Benelli pronti alla nuova avventura che porter¨¤ vittorie e giornate di gloria, ma non il titolo iridato, vero obiettivo per cui il fuoriclasse di Cadeo aveva lasciato la monocilindrica bolognese per la nuova ¡°4¡± pesarese. Quel titolo 250 che, comunque, grazie anche alla spinta morale data a tutta la fabbrica e allo sviluppo tecnico portato da Provini, arriver¨¤ nel 1969, con il coriaceo australiano Kel Carruthers, dopo averlo sfiorato con il mitico Renzo Pasolini.
Il titolo sfiorato
¡ª ?Ancora oggi c¡¯¨¨ rammarico per quel Mondiale 1963 sfumato. Il titolo iridato 1963 con la Morini 250 sarebbe stato il giusto coronamento sia per Tarquinio (avrebbe fatto ¡°tris¡±) che per la Casa bolognese, cui mancava il prestigioso alloro: un¡¯impresa straordinaria dati i valori in campo, con il binomio italiano nelle vesti di Davide contro il Golia giapponese, rappresentato dalla Honda e dal suo squadrone di piloti. La sfortuna ha impedito che quel miracolo si traducesse in realt¨¤. Va per¨° aggiunto che anche la Morini ci mise del suo decidendo sin dall¡¯inizio di partecipare solamente a 7 gare delle 11 in calendario, dando infine forfait al TT inglese data la pericolosit¨¤ del tracciato (Tarquinio era stato, con Tenni, Ambrosini, Ubbiali uno dei pochissimi italiani vincitori all¡¯Isola di Man: poi arriveranno i dieci centri di Agostini ) e al Sachsenring, considerata la Germania Est ¡°fuori mercato¡±, round che alla fine avrebbero potuto essere decisivi.
Tante sfortune
¡ª ?Poi, in fatto di sfortuna, Provini ne ha subita davvero tanta, come quando con la Benelli 250 4 cilindri vince nel 1964 la prima gara iridata in Europa al Montjuic, ma poi perde quel Mondiale per i continui problemi tecnici della plurifrazionata pesarese. Per non parlare del gravissimo incidente nelle prove del TT del 1966, in seguito al quale rischia di morire e comunque ¨¨ costretto, trentatreenne, a chiudere con le corse. Tarquinio si ¨¨ misurato, spesso vincendo, con i pi¨´ grandi campioni della storia del motociclismo: Ubbiali, Hocking, Hailwood, Mc Intyre, Masetti, Liberati, Duke, Dale, Amm, Mendogni, Taveri, Hartle, Minter, Degner, Gandossi, Brambilla Ernesto, Spaggiari, Grassetti, Venturi, i fratelli Villa, Milani, Read, Ivy, Takahashi, Ito, Anderson, Tanaka, Robb, Perris, Torras, Phillis, Redman, solo per citarne alcuni, fino all¡¯arrivo di Giacomo Agostini (GP d¡¯Italia a Monza nel settembre 1963), proprio in squadra con Tarquinio alla Morini.
In squadra con Ago
¡ª ?I due, Tarquinio la ¡°vecchia volpe¡± e Giacomo il galletto ¡°astro nascente¡±, insieme alla Morini legarono poco sin dagli inizi nel GP di Monza del settembre ¡¯63, quando Mino prese subito il largo dopo lo start e chiss¨¤ cosa sarebbe accaduto senza la fermata ai box per un banale ma inusuale allentamento della ghiera del tubo di scarico¡ Poi, da l¨¬, da quei fatti con code polemiche trascinati per anni, la storia ¨¨ quasi cronaca. Resta il fatto che, al di l¨¤ delle gare e dei titoli vinti, di due fuoriclasse trattasi, entrambi da applausi, con la dea bendata che con Tarquinio non ¨¨ stata benevola. Scriveva Ezio Pirazzini: ¡°Tarquinio, nome di uno dei sette Re di Roma, calza proprio a pennello in quel tipo di lineamenti molto marcati, dal naso aquilino e dai capelli neri e ricciuti. Provini ha reso celebre questo nome in maniera rapida e sorprendente. ¡ Il centauro piacentino si affrett¨° a calzare gli stivali delle sette leghe per giungere in fretta al traguardo della notoriet¨¤. Classe ed irruenza erano le doti naturali che favorivano la sua ascesa¡±.
I suoi trionfi
¡ª ?Gi¨¤. Due volte campione del mondo, undici volte campione d¡¯Italia dal 1954 al 1965 quando il tricolore valeva un Mondiale, 20 gran premi vinti, una infinit¨¤ di podi e di giri record sulle piste di tutto il mondo. Ma titoli, coppe e medaglie non sono in grado di tradurre il valore di un pilota come Tarquinio. Un corridore ¡°speciale¡±, che ha traghettato il motociclismo del dopoguerra all¡¯era di Giacomo Agostini. Tarquinio ¨¨ stato (con Carlo Ubbiali) il ¡°re¡± della 250; ha corso con moto ufficiali Mondial, MV Agusta, Morini, Kreidler, Benelli; ¨¨ stato l¡¯anti Ubbiali (9 volte campione del Mondo) e, almeno nella prima fase, l¡¯anti Agostini (15 titoli iridati).
Quella caduta al TT
¡ª ?Torniamo sulla caduta al TT del 1966. Per anni, furono i portuali inglesi a essere considerati ¡°colpevoli¡± di quel drammatico crash del campione italiano e di altri gravi incidenti di quelle giornate. Causa uno sciopero di settimane, quell¡¯anno la data del TT fu posticipata da giugno a fine agosto. E due mesi facevano la differenza rispetto all¡¯alzata del sole sull¡¯Isola di Man. Anche perch¨¦ le prove ufficiali venivano effettuate a ridosso dell¡¯alba, visto che di giorno le strade erano aperte al normale traffico. Era un gioved¨¬ mattina, quel 25 agosto 1966, e Provini sul rettifilo che porta al Ballaugh, a 230 all¡¯ora, supera il cartello che annuncia ¡°Beware sun next 9 miles¡±, ¡°Attenzione al sole nelle prossime 9 miglia¡±. Il possente sound della sua Benelli 4 cilindri nero fumo lacera la boscaglia circostante e, d¡¯improvviso, s¡¯ammutolisce. Accecato dal sole (cos¨¬ si disse per decenni), il pilota emiliano perde il controllo del bolide e va a schiantarsi su un terrapieno, per poi ricadere vicino all¡¯asfalto, privo di conoscenza e, apparentemente, in fin di vita. Successivamente, Provini d¨¤ un¡¯altra versione della vicenda. Al TT la Benelli, in vista della corsa successiva di Monza, stava sperimentando una nuova 350 ¡°quattro¡± , un bolide che batt¨¨ subito il record della pista. Vista la competitivit¨¤ del nuovo mezzo, Provini chiede ai meccanici di far ¡°riposare¡± il nuovo motore e di continuare a provare con la vecchia 250 che per¨° cede. La notte, meccanici e pilota decidono (avrebbero deciso¡) di ¡°eliminare¡± un cilindro, tagliando una biella alla base dell¡¯albero motore, non essendoci pi¨´ tempo per aprire il carter. Il gioved¨¬ mattina, il motore a ¡°tre¡± supera addirittura i 16 mila giri. Ma appena Provini, in quel punto maledetto, per il sole, chiude il gas, il motore s¡¯inchioda e innesca il tremendo incidente. Si era tranciato il moncherino di biella che i meccanici avevano lasciato attaccato all¡¯albero motore. Quel moncherino for¨° il carter finendo tra gli ingranaggi del cambio, che si blocc¨°, sparando in aria moto e pilota.
La versione di Tarquinio
¡ª ?Possibile, anche se paradossale, o cos¡¯altro? Cos¨¬ Provini descrisse l¡¯accaduto: ¡°Sono volato via come sparato da un cannone. Subito ho avvertito un dolore lancinante nella parte terminale della spina dorsale e mi ¨¨ sembrato che le gambe non facessero pi¨´ parte del mio corpo, lontane da me, soverchiate da un peso enorme. Ero rosso di sangue ovunque. Sono rimasto almeno un¡¯ora con un tremendo dolore che mi spaccava a met¨¤. Invano, quando sentivo il suono assordante dei motori facevo un cenno alle meteore che mi sfrecciavano davanti. Passarono in tanti, ma nessuno si accorse di me. Il lungo calvario ¨¨ continuato fintanto che un buon samaritano con la barba mi si ¨¨ parato davanti. Con cinghia e bretelle ha tentato di unire alla parte pi¨´ viva, quella che non sentivo pi¨´. Molto tempo dopo, su una traballante vettura nera sono stato trasportato all¡¯ospedale di Douglas e l¨¬ sono rimasto fino al 5 settembre. Poi il volo in Italia e la difficile rinascita al Rizzoli di Bologna¡±. Provini aveva subito altri gravi incidenti, fra cui quello di Spa-Francorchamps del 1960, con la rottura dell¡¯osso del collo. Stavolta era la frattura alla spina dorsale. Tarquinio si riprese lentamente e addirittura torn¨° ad esibirsi con la sua Benelli 250 quattro, regalatagli dalla casa pesarese. Motociclismo dei giorni del coraggio. Che tempi!
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