Da sempre appassionato di motori, rilev¨° Benelli nel 1995, portando idee brillanti e soluzioni all¡¯avanguardia. Nel 2001 l¡¯esperienza in Superbike, con il sogno - rimasto sogno - del Motomondiale
Chi ha conosciuto Andrea Merloni, spentosi a 53 anni domenica sera per un infarto nella sua abitazione milanese, non pu¨° non ricordare, oltre alle sue doti umane e professionali di persona sensibile, aperta, altruista, sempre interessata a buttarsi nella mischia per ¡°inventarsi qualcosa di nuovo¡±, il suo amore per il mare, la sua passione per la moto, per le corse, in particolare per il motociclismo dei ¡°giorni del coraggio¡±, dai primi anni del dopoguerra alla fine degli anni ¡¯60. Figlio di Vittorio Merloni, grande imprenditore ed ex presidente nazionale di Confindustria, e nipote di Aristide Merloni fondatore delle Industrie Merloni (colosso mondiale degli elettrodomestici), Andrea divenne nel 2010 presidente di Indesit Company dopo aver guidato la Benelli Moto dal 1995 al 2004.
Benelli
¡ª ?Nata nel 1911, la Casa pesarese famosa nel mondo anche per i suoi trionfi agonistici, era stata acquistata nel 1971 da Alessandro De Tomaso, poi passata nel 1989 nelle mani dell¡¯imprenditore pesarese ed ex operaio tornitore della Casa del Leoncino Giancarlo Selci. Entrambe le gestioni non sbloccarono la situazione di crisi della Benelli, rilevata a fine 1995 non senza perplessit¨¤ della grande famiglia di Fabriano, da Andrea Merloni, il 28enne rampollo della dinastia marchigiana di elettrodomestici, da sempre fissato di motori e di moto. Tanto che da ragazzo solo il perentorio ¡°adesso basta!¡± di pap¨¤ Vittorio gli aveva impedito di proseguire la carriera di corridore motociclista. Andrea aveva le idee chiare per rilanciare l¡¯azienda del Leoncino: costru¨¬ un nuovo stabilimento in Strada della Fornace Vecchia (dove la fabbrica, dal 2015 di propriet¨¤ del colosso cinese Qianjiang Group, risiede tutt¡¯ora) attorniandosi di nuovi tecnici ¨C non tutti rivelatisi poi all¡¯altezza ¨C e lanciando presto sul mercato nuovi modelli, dagli scooter alle maximoto, non privi di appeal tecnologico e assai appetibili anche per il design innovativo, a volte stravagante.
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Idee innovative
¡ª ?Trasform¨° la societ¨¤ da Srl a Spa portando il capitale da 180 milioni a 20 miliardi di lire, capitale societario per il 55% in mano alla famiglia Merloni e il resto diviso fra alcuni imprenditori pesaresi e bergamaschi e una finanziaria marchigiana. Si lavorava di gran lena e in breve tempo arriv¨° sul mercato la nuova nidiata Benelli: motorini, scooter (si rispolvera il vecchio e glorioso marchio Motobi) e moto di ogni tipo e cilindrata, fino alla supersportiva Tornado Tre (prima il ¡°big bang¡± tricilindrico 4 tempi di 900 cc poi di 1130 cc) dalle indubbie innovazioni tecnologiche (si abbond¨° in carbonio, titanio, magnesio), come il cambio estraibile e il tante volte citato inedito posizionamento del radiatore di raffreddamento posto sotto il codino posteriore e dotato di due ventole di estrazione forzata dell¡¯aria, soluzione anche di gran scena, nonch¨¦ di un inedito telaio mix di alluminio e acciaio uniti con una tecnologia aeronautica.
In Superbike
¡ª ?Insomma, tutto questo ben di dio tecnologico pensato e usato per fini agonistici. Infatti, l¡¯obiettivo era quello di fare della Tornado 900 la moto del ritorno della Benelli alle corse dopo oltre 40 anni, stavolta nella Superbike. Ritorno che avvenne a met¨¤ della stagione 2001 con il debutto a Misano affidata all¡¯esperto pilota australiano Peter Goddard. In effetti Andrea Merloni stava dando continuit¨¤ al fortunato slogan lanciato negli anni ¡¯60 e ¡®70 della Casa pesarese: ¡°Le corse migliorano la razza¡± gettandosi nella mischia delle Sbk, vera e propria arena dei leoni, data la concorrenza dell¡¯industria mondiale, in primis quella giapponese. I risultati in pista, se pur promettenti con un 36¡ã posto nella classifica finale del 2001 (7 punti) e un 22¡ã posto nel 2002 (23 punti), restavano comunque inferiori alle aspettative e, soprattutto, non ripagavano degli investimenti effettuati. In altre parole, stava succedendo quel che gi¨¤ era accaduto ai vecchi Benelli a fine degli anni ¡¯60, quando i costi per le corse si mangiavano l¡¯azienda. Pur animati da tanta buona volont¨¤ e tanta capacit¨¤, con un fermento riconosciuto ovunque da tutti, Andrea e i suoi non vedevano riconosciuti dal mercato e dalla pista i loro grandi sforzi: la Benelli non decollava. Il gioco era bello ma il rischio imprenditoriale diventava sempre pi¨´ alto per cui la ricca e potente famiglia Merloni d¨¤ l¡¯alt ad Andrea, costretto nel 2004, dopo 9 anni di presidenza, ad alzare bandiera bianca.
Appassionato a 360¡ã
¡ª ?Dicevamo che Andrea amava il mare e le moto, cos¨¬ che Pesaro divent¨° la sua citt¨¤ di adozione: prese casa nel centrale piazzale degli Innocenti socializzando e legandosi con tanti che da subito lo apprezzarono per il suo modo di essere ¡°uno di loro¡±. Guai chiamarlo Presidente. E, dopo poco, anche al primo incontro, pretendeva il ¡°tu¡± reciproco. Andrea amava l¡¯amarcord del motociclismo. Pi¨´ volte chiamato da lui nel suo ufficio in azienda a Pesaro, chi scrive queste note era invitato a raccontare di quel motociclismo eroico e degli anni d¡¯oro della Benelli, specie dei bolidi quali il Leoncino 125, il bialbero monocilindrico 250, la 4 cilindri duemmezzo e dei piloti che le pilotarono con successo quali Silvio Grassetti, Tarquinio Provini, Renzo Pasolini, Kel Carruthers, Gilberto Parlotti, Amilcare Ballestrieri, Walter Villa, Eugenio Lazzarini, Phil Read, Mike Hailwood, Jarno Saarinen. Incontri che, per lo pi¨´, proseguivano a pranzo in qualche trattoria sul San Bartolo, a picco sul mare, dove gli occhi di Andrea si perdevano nel verde dell¡¯Adriatico. Volle incontrare anche l¡¯ex grande corridore pesarese Silvio Grassetti, all¡¯epoca ultrasessantenne, chiedendogli delle Benelli e dei Benelli, ma anche del Conte Agusta, di Alfonso Morini, di Giuseppe Gilera, degli uomini della Jawa e della MZ. Una domenica mattina, con l¡¯azienda vuota, accompagn¨° Silvio nel reparto corse pregandolo di salire sulla Benelli Sbk fino a invitarlo a un test in pista a Misano, ottenendo un sorridente ¡°Grazie, no¡±. Andrea aveva un sogno nascosto, riportare la Benelli nel Motomondiale, nella classe regina MotoGP. Peccato. L¡¯improvvisa scomparsa di Andrea Merloni ¨¨ una grave perdita anche per il motociclismo che non pu¨° non tributargli l¡¯ultimo saluto con il rombo delle sue Benelli.
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