Il 30 giugno del 1962 i nostri piloti furono protagonisti di una grande prova sul tracciato olandese in 250 e 350
Fra meno di un mese, toccando ferro, il Motomondiale 2020 scombussolato e accorciato causa l¡¯emergenza Coronavirus, riparte da Jerez con un doppio appuntamento il 19 luglio e il 26 luglio. Seguiranno Brno (9 agosto), Spielberg (16 agosto e 23 agosto), la doppia di Misano il 13 e il 20 settembre, quindi Barcellona (27 settembre), Le Mans (11 ottobre), Aragon (18 ottobre e 25 ottobre). Gli ultimi 4 GP fuori Europa dovranno essere confermati entro il 31 luglio. Si vedr¨¤. Non si escludono colpi di scena, n¨¦ rispetto al calendario e n¨¦ rispetto ai risultati in gara e in campionato. Si tratta di capire come piloti e Team interpreteranno sul piano tecnico e su quello tattico-agonistico un campionato cos¨¬ diverso dalle ultime stagioni dove le carte potrebbero essere scombussolate e i pronostici fatti saltare.
Grande attesa
¡ª ?C¡¯¨¨ grande attesa per i 22 piloti italiani (su 83 iscritti complessivamente): 6 in MotoGP (Dovizioso, Petrucci, Morbidelli, Rossi, Bagnaia, Iannone); 9 in Moto2 (Baldassarri, Marini, Bulega, Dalla Porta, Di Giannantonio, Corsi, Bastianini, Manzi, Bezzecchi); 7 in Moto3 (Foggia, Vietti, Arbolino, Migno, Antonelli, Fenati, Nepa). La pattuglia ¡°tricolore¡±, potenzialmente, pu¨° trasformarsi in armata, capace con le sue punte di diamante di centrare il massimo degli obiettivi. Per decenni, i piloti italiani impegnati a tempo pieno nel Mondiale si contavano sulle dita di una mano, ancor meno quelli su moto ufficiali. Era cos¨¬ negli anni ¡¯60, specie dopo l¡¯addio alle corse a fine 1957 di Guzzi, Gilera, Mondial.
Altri tempi
¡ª ?I pochissimi corridori italiani accasati vendevano comunque cara la pelle, spesso privati di trionfi in corsa e in campionato solo per casualit¨¤. Come fu esattamente 58 anni fa, quel sabato 30 giugno 1962 al GP d¡¯Olanda di Assen, quarta prova stagionale. Erano davvero tempi diversi: basti pensare che su 3 degli 11 round ¨C ai GP di Spagna, Francia, Germania Ovest ¨C fu esclusa, perch¨¦ ritenuta ¡°non interessante¡±, la 500, quella che ¨¨ oggi la classe regina, la MotoGP. All¡¯opposto, fu dato spazio ai microbolidi della classe 50, una questione fra le ¡°zanzare¡± giapponesi Honda e Suzuki e olandesi Kreidler (poi arriveranno spagnoli e italiani): motine raffinate tecnicamente, 2 e 4 tempi, sotto i 50 kg di peso, cambi da 12 a 18 marce, potenze sui 15 CV ed elevatissimi giri come i 21.000 giri/min della Honda CR 114 iridata tre anni dopo, nel ¡¯65. Le categorie principali erano la 250 e la 350 in un quadro dove s¡¯allungava sempre pi¨´ l¡¯ombra lunga del Sol Levante. I giapponesi, con la Honda (350, 250, 125, 50, poi la 500 con la RC181 4 cilindri da oltre 85 CV sui 13.000 giri e con Suzuki prima 50, poi 125 e 250) ¨C presto arriver¨¤ Yamaha e quindi Kawasaki - tentavano di piegare l¡¯unica industria che ancora resisteva al loro tsunami: quella italiana, presente con la MV Agusta nelle 350 e 500, con la Bianchi nelle 350 e 500, con la Morini nella 250 e con la Benelli nella 250 e poi anche nella 350, dopo il forfait di fine ¡¯57 di Guzzi, Gilera, Mondial.In quella stagione del ¡¯62 i piloti italiani pi¨´ forti, pi¨´ rappresentativi, pi¨´ amati sono il 29enne emiliano di Cadeo Tarquinio Provini (passato dalla MV Agusta alla Morini monocilindrica 4 tempi da 105 Kg di peso a vuoto, 38 CV a 12.500 giri, oltre 230 Kmh) e il 26enne pesarese di Montecchio Silvio Grassetti, pilota ufficiale delle Benelli 250 4 tempi 4 cilindri da 115 Kg di peso, 40 CV a 13.500 giri sui 240 Kmh e pilota ufficiale Bianchi 350 bicilindriche 4 t. da 120 Kg, 50 CV a 12.500 giri sui 260 Kmh; nel ¡¯63 Grassetti sar¨¤ ingaggiato dalla MV Agusta, gi¨¤ forte di Mike Hailwood). Un solo raffronto, con le Honda 4 cilindri 4 tempi del 1962: la 250 RC 163 ha 45 CV a 14.000 giri e pesa sui 120 Kg; la 350 RC170 ha 55 CV a 13.500 giri. In seguito, con l¡¯arrivo delle Honda 250 e 350 4 tempi 6 cilindri e con le Yamaha 250 2 tempi 4 cilindri a disco rotante i rapporti di forza saranno stravolti, a favore delle moto giapponesi.
Svolta
¡ª ?Ma torniamo a quel 30 giugno 1962, sulla piana di Assen gremita da 200.000 persone fra cui 20.000 italiani, dove il sole va e viene, fra uno scroscio d¡¯acqua e folate di vento che tengono piegate le moto anche sul dritto. Honda vuole dare una svolta al campionato della quarto di litro e si presenta con uno schieramento mai visto prima: Phillis, Redman, McIntyre, Taveri, Robb, Minter. Provini ha dominato le gare d¡¯apertura della Mototemporada italiana ad esclusione della tappa di Cesenatico dove fra due ali di folla c¡¯¨¨ stato lo storico trionfo di Grassetti sulla nuova Benelli 250 ¡°4¡± a danno soprattutto del tris iridato Phillis-Honda, Redman-Honda, Taveri-Honda. Qui i due italiani si dividono, Tarquinio nella 250, Silvio nella 350. Solo la sfortuna priver¨¤ i nostri portacolori di un meritato trionfo su un circuito cos¨¬ probante tecnicamente, reso ancor pi¨´ ostico dalle sciabolate temporalesche.
Cos¨¬ la 250
¡ª ?Duecentocinquanta. Il monocilindrico Morini s¡¯ingolfa,Provini si perde a fondo gruppo, ¨¨ falciato da Robb alla prima staccata dopo lo start, rotola a terra e per fortuna non viene travolto dalla Honda del nordirlandese. Rialzatosi e tornato in pista col diavolo dentro, l¡¯italiano si getta in un inseguimento da incorniciare superando 40 avversari e recuperando qualcosa come 50 secondi!E¡¯ un uragano, Tarquinio, che raggiunge nella staccata dell¡¯ultima curva i fuggitivi Redman e McIntyre con quest¡¯ultimo che chiude la traiettoria del piacentino, cui non resta che la soddisfazione del terzo gradino del podio dopo un finale non senza strascichi polemicicon un brusco tete-a-tete fra l¡¯italiano e lo scozzese. A Provini e alla Morini,oltre agli applausi, la ciliegina, di gran significato tecnico: il giro veloce-record a 137,989 km/h.
Cos¨¬ la 350
¡ª ?La storia si ripete, stavolta con protagonista Silvio Grassetti. Anche il pesarese s¡¯ingolfa allo start e viene sverniciato nel caos della prima curva, ingabbiato nella baraonda iniziale passa ultimo alla fine del primo giro. Da una parte del circuito ¨¨ il sole a togliere la visuale, dall¡¯altra ¨¨ la pioggia a fare muro rendendo l¡¯asfalto una trappola. Che succede? Chi lo sa! Fra mille colpi di scena, il bolide bianco-celeste scarta uno ad uno chi gli sta davanti: la gran rimonta di Silvio pare concludersi al penultimo giro con l¡¯aggancio finale dei due battistrada e il superamento di Hailwood (MV Agusta) e poi di Redman (Honda). Grassetti mette in scena il bis di Cesenatico. Ancora un giro per l¡¯apoteosi. Non ¨¨ cos¨¬. A met¨¤ dell¡¯ultima tornata, una candela vuol dir la sua con un lampo traditore rendendo zoppo il bicilindrico e costringendo l¡¯asso pesarese a concludere mesto, terzo, dopo il rodesiano e l¡¯inglese. Anche per Grassetti la soddisfazione del giro-record alla media di Kmh 140,862, sul bagnato! Grandi italiani, Grande Italia. Giorni del coraggio.
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