la storia
Motomondiale, il 2 agosto 1964 nasce la MV Agusta 3 cilindri che vincer¨¤ con Agostini
Fra i tanti record della MV Agusta nelle corse ce n¡¯¨¨ uno non scritto negli albi d¡¯oro ma ugualmente significativo, davvero unico. Di cosa si tratta? Della prima uscita della MV 350 3 cilindri, la moto simbolo della Casa di Cascina Costa e di Giacomo Agostini, avvenuta domenica 2 agosto 1964, all¡¯albeggiare, sulla strada antistante l¡¯hotel pi¨´ prestigioso nel cuore del Lido di Venezia dove si trovava in vacanza il conte Domenico Agusta.
la storia della mv 350
¡ª ?La vicenda ha inizio sette mesi prima verso met¨¤ dicembre 1963 quando il patron della MV decide di dare il via al progetto per una nuova moto Grand Prix nelle due massime cilindrate, partendo con la 350 per poi passare alla 500. Per la Casa italiana il triennio d¡¯oro 1958-1960 era passato e i trionfi dei titoli Costruttori e Piloti di tutte le classi (125, 250, 350, 500) erano oramai solo un ricordo. La stagione 1963 si era conclusa con la MV trionfatrice nell¡¯unico titolo mondiale 500 con Mike Hailwood e nel campionato italiano 500 con Silvio Grassetti; nel 1962 sempre Hailwood aveva vinto l¡¯iride 500, mentre l¡¯anno precedente c¡¯era stata la doppietta di Gary Hocking (350 e 500) e nel 1960 c¡¯era stato l¡¯ultimo pienone della MV iridata nelle 350 e 500 con John Surtees e nelle 250 e 125 con Carlo Ubbiali. Insomma, era evidente che anche per la Casa di Cascina Costa i tempi del dominio si stavano riducendo sensibilmente di fronte all¡¯invadenza prepotente delle moto giapponesi, in particolare la Honda, che dopo aver dominato nelle piccole e medie cilindrate, gi¨¤ nel 1962 e nel 1963 aveva scalzato con Jim Redman la MV nella 350 con l¡¯intenzione di fare lo stesso nella massima cilindrata. L¡¯addio della MV dalla 125 e dalla 250 era parso a tutti come una resa di fronte alle Case del Sol levante.
il nuovo progetto mv
¡ª ?Cos¨¬, terminata la stagione ¡¯63, Agusta pensa di pensionare le gloriose ma oramai vetuste 4 cilindri in linea progettate da Piero Remor dando il via a un nuovo progetto, con una moto e un motore inediti, per tanti versi tecnicamente rivoluzionario. Il conte, straordinario imprenditore internazionale venuto dalla gavetta, mette gi¨´ di suo pugno a matita rossa su carta la bozza del nuovo propulsore 350 3 cilindri 4 tempi bialbero (nel 1939 la Guzzi aveva realizzato un 3 cilindri bialbero sovralimentato e nei primi anni ¡¯50 impressionava il 3 cilindri due tempi Dkw) affidando l¡¯incarico operativo al responsabile dell¡¯ufficio tecnico Mario Rossi coadiuvato da Enrico Sironi e dal capo del reparto corse Arturo Magni e dal piccolo ma super collaudato staff straordinariamente efficace e coeso anche perch¨¦ l¨¬, a quei tempi, la musica la sceglieva e la dirigeva un uomo solo, il ¡°signor conte¡±, cio¨¨ il ¡°padrone¡±. Dice Rossi ai suoi: ¡°Il conte vuole che progettiamo e realizziamo un nuovo motore da corsa 350 3 cilindri e una moto tutta nuova da mettere in pista entro sei-sette mesi al massimo per gareggiare nel tricolore e nel mondiale 1964¡±. Le linee guida sono: motore semplice e leggero anche se il gruppo albero motore deve rifarsi a quello del 4 cilindri; le tre teste devono essere separate, il richiamo delle 2 valvole deve avere le molle a spillo, ¡°altrimenti non se ne fa niente¡± minaccia il conte; accensione sulla base della 250 bicilindrica, con le puntine platinate, cartella della distribuzione laterale; frizione esterna a secco, cambio a sette marce estraibile. Telaio pi¨´ vicino alla 250 che alla 500 puntando tutto sulla leggerezza, sulla guidabilit¨¤, sulla affidabilit¨¤.
le forze del conte agusta
¡ª ?Non si bada a spese con profusione di materiale iper tecnologico, aeronautico. Il reparto corse si mette all¡¯opera a testa bassa coadiuvato dal reparto progettazione dell¡¯area aeronautica-elicotteri. A fine gennaio 1964 sono ultimati i disegni delle teste e a febbraio quelli dei carter e via via di tutte le componenti che prendevano la strada verso il reparto modellisti e delle fusioni con in calce la firma di approvazione di Domenico Agusta. Iniziano i primi problemi e si cambiano molte componenti: ad esempio riprogettando la testata in un sol pezzo, a quattro valvole e con le molle a elica. Si lavora giorno e notte, sia sul motore (che gira senza pausa sui banchi prova) che sul telaio, nella totale segretezza. Le caratteristiche principali di quel primo motore sono: 3 cilindri in linea fronte marcia 344 cc 52x54mm, (poi nella versione definitiva 348,58 56x47,2mm) oltre 60 Cv a 13.000 giri (diventeranno oltre 70 Cv sopra 15.000 giri a fine ciclo nel 1972), coppia 3,5 Kgmt, rapporto di compressione 11:1, cambio a 6 marce, peso a vuoto poco sopra i 130 kg (scender¨¤ poi sotto i 120 kg), velocit¨¤ sui 250 Km/h (salir¨¤ presto fino a 270 Km/h), gran coppia e accelerazioni super. Le settimane volano e il conte Agusta comincia a spazientirsi fino a mettere un punto fermo: ¡°voglio la moto completa prima della mia settimana di ferie in programma a Venezia dall¡¯ 1 agosto¡±.
prime prove vere
¡ª ?Nel frattempo il 19 marzo del 1964 si inizia il campionato italiano riportando in pista anche le 250 bicilindriche (con Bruno Spaggiari ed Emilio Mendogni) gi¨¤ iridate ex Ubbiali ed ex Provini, ma con scarsi risultati di fronte alle Morini monocilindriche di Giacomo Agostini e di Silvio Grassetti e alla Benelli 4 cilindri di Tarquinio Provini, per non parlare delle moto giapponesi. Per fortuna, nel mondiale 500 i bolidi giapponesi non si vedono ancora cos¨¬ che la vecchia MV 4 cilindri continua a vincere facile con Hailwood. A Cascina Costa conoscono bene il quadro generale, i valori in campo, le prospettive: sui circuiti del ¡°tricolore¡± e del mondiale riducono l¡¯impegno al minimo, nella 500 senza pi¨´ modificare la grossa 4 cilindri ma concentrando tutte le forze tecniche e finanziarie per rendere operativo e competitivo il nuovo progetto incentrato sulla 3 cilindri. E proprio la sera dell¡¯1 agosto Magni telefona al signor conte a Venezia nel mega hotel, con eccitazione, dicendogli che il motore ¨¨ una bomba, che la moto ¨¨ completata ed ¨¨ pronta per una prima prova su strada. ¡°Caricate tutto sul camion e domattina all¡¯alba venite qui da me davanti all¡¯hotel: voglio vederla con i miei occhi, voglio sentire la sua voce con le mie orecchie¡±. E cos¨¬ fu.
il giorno della nuova mv agusta
¡ª ?All¡¯alba di quella domenica 2 agosto 1964 patron Agusta ¨¨ davanti al mitico hotel dove dal camion appena giunto da Cascina Costa i meccanici tirano gi¨´ il nuovo bolide con l¡¯odore della vernice ancora intenso. Il conte osserva attentamente ogni particolare girando visibilmente commosso attorno alla sua moto. ¡°Fatela cantare, dice rivolto a Magni¡±. Ed ecco che per tre minuti che segnano l¡¯inizio di una nuova era del motociclismo, il 3 cilindri, da fermo, canta magnificamente sprigionando le sue note verso il sole appena uscito dal mare. La piccola folla degli ospiti dell¡¯hotel (i vip del jet set internazionale) che ancora devono coricarsi dopo una notte di festa, applaudono ricevendo in cambio l¡¯inchino del conte. La moto viene subito coperta, ricaricata, riportata a Cascina Costa. In otto stagioni, dal 1965, quel motore e quella moto risulteranno quasi imbattibili, rimanendo sostanzialmente sempre gli stessi. Nel 1969 la MV prover¨¤ la svolta con la 350 6 cilindri, senza per¨° insistere anche perch¨¦ moto oltremodo massiccia, poco guidabile, non gradita a Giacomo Agostini. Poi nel 1970 si avvia il nuovo progetto 350 4 cilindri, gran moto, specie nella cilindrata 500. Tornando alla prima 350 3 cilindri del 1964-65, molti gli inconvenienti tecnici iniziali fra cui la fragilit¨¤ e l¡¯insufficienza della pompa dell¡¯olio, la frizione sin troppo delicata, il surriscaldamento del motore risolto aumentando la capacit¨¤ della coppa e la sua superficie di raffreddamento, soprattutto guai all¡¯accensione (costeranno ad Agostini la vittoria nel GP del Giappone del 1965 e quindi il primo titolo iridato 350), a bobina-batteria con il piatto dei ruttori calettato all¡¯estremit¨¤ dell¡¯albero motore, davanti al primo ingranaggio della cascata di distribuzione.
la crescita con agostini
¡ª ?Alla prima gara iridata della 350 3 cilindri nel GP di Germania al Nurburgring neppure il trionfatore Agostini debuttante nel mondiale con la MV sapeva che quella sua moto aveva praticamente lo stesso telaio della ¡°vecchia¡± 250 bicilindrica di Ubbiali, cos¨¬ come aveva gli stessi freni (a tamburo e camma semplice) fatti in casa MV fino a quando dal 1968, sulla spinta dello stesso Ago, si opta per il Ceriani. E quando poi il 3 cilindri avr¨¤ un ¡°suo¡± inedito telaio, sar¨¤ comunque realizzato sulla base di quello della duemmezzo, evidentemente ritenuto pi¨´ che valido tant¡¯¨¨ che per Agostini quello fu davvero un ¡°vestito su misura¡±. Si far¨¤ anche un telaio al titanio, ma mai adoperato in corsa, perch¨¦ all¡¯epoca era proibito. Con le MV 3 cilindri 350 e 500 Agostini ha conquistato tra il 1966 e il 1973 (prima di passare alle 4 cilindri) 13 dei suoi 15 titoli mondiali. Il binomio Agostini-MV 3 cilindri (350 e 500) ¨¨ stato il binomio pi¨´ solido e pi¨´ vincente del motociclismo meritandosi tutti i successi nelle gare e nei campionati. Si pu¨° ben dire: il miglior pilota sulla moto migliore.
e se ci fosse stato grassetti?
¡ª ?Ma pochi sanno che quelle nuove 3 cilindri dovevano essere portate in gara da un altro italiano, Silvio Grassetti che proprio agli inizi della stagione 1964 era pilota della Morini 250 in squadra proprio con Agostini. Il 28enne campione pesarese, gi¨¤ pilota ufficiale Benelli (125 e 250), Bianchi (350 e 500) ed MV Agusta (nel 1963 campione italiano 500 sulla 4 cilindri di Cascina Costa) era stato contattato dal capo del reparto corse MV Arturo Magni perch¨¦ il conte Agusta voleva farlo correre il 12 aprile sul circuito internazionale di Cervia-Marittima addirittura in due classi, nella 500 (compagno di squadra di Mendogni) con la 4 cilindri e nella 250, unico pilota MV, con la bicilindrica. Sul camion verde della MV, sin dal venerd¨¬, ci sono due bolidi 250 e due bolidi 500 tutti gi¨¤ con il numero 23, quello di Grassetti. Silvio ringrazia ma dice che non pu¨° correre con la bicilindrica MV nella duemmezzo perch¨¦ vuol mantenere gli impegni presi con Morini e anche perch¨¦ deve regolare una ¡°certa questione¡± con il compagno di squadra Agostini. Scende per¨° in pista nella 500 con la 4 cilindri varesina facendo subito il miglior tempo (e record del circuito) nel primo turno di prove. Nel box MV c¡¯¨¨ soddisfazione per la prestazione del pilota pesarese e Magni chiama Silvio in disparte: ¡°Il signor conte dice che devi correre con noi. Ha per te una grossa sorpresa. Su stiamo lavorando da mesi in gran segreto su una moto interamente nuova: un inedito motore 350 tre cilindri, una piuma, vedrai, un gioiello. Da l¨¬ faremo poi anche la nuova 500 3 cilindri molto pi¨´ veloce e pi¨´ facile da guidare di quella con cui tu hai corso nel ¡¯63. Entro l¡¯autunno si va in pista. Il signor conte vuole che ci salga sopra un corridore italiano: tu... Dopo farai con queste moto l¡¯italiano e il mondiale 1965¡±. Grassetti ringrazia e torna in pista per le ultime qualifiche della 250. Proprio al termine del turno, in lotta per la pole, il freno anteriore della Morini 250 si blocca scaraventando Silvio contro una pianta a 200 all¡¯ora. Sar¨¤ per giorni e giorni una dura lotta fra la vita e la morte ma alla fine la dura scorza del pesarese ha la meglio. Grassetti torner¨¤ in pista pi¨´ forte di prima nel GP mondiale di Monza a settembre, sulla Gilera 500 4 cilindri ufficiale, compagno di squadra di Benedicto Caldarella, in lotta contro la MV 4 cilindri di Hailwood e le Bianchi bicilindriche di Venturi e Rossi. Agli inizi del 1965 Grassetti torner¨¤ alla Morini volando in America finendo sul podio 250 nel primo round iridato a Daytona e trionfando la settimana dopo a Sebring per poi essere protagonista nella Mototemporada nei roventi duelli con Provini sulla nuova Benelli 4 cilindri. Mentre Agostini, passato a fine ¡¯64 dalla Morini alla MV Agusta, inizia nel 1965 la nuova avventura con la Casa di Cascina Costa. E che avventura! Sar¨¤, alla fine, dopo 12 anni di corse, il binomio pi¨´ vincente e acclamato di sempre.
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