Una sera, al pub, Mike Hailwood mise in palio una birra ed un whisky in cambio del suo ritorno nel Tourist Trophy. Ducati ¡°si invent¨°¡± una bicilindrica ed il britannico fece il resto scrivendo una delle pagine pi¨´ belle del motociclismo
Da anni la Ducati ¨¨ impegnata con successo nelle massime competizioni motociclistiche mondiali sia in MotoGP (dal 2003) che nel WSbk (dal 1988) ma la storia della Casa di Borgo Panigale nelle corse ha radici ancora pi¨´ lontane, con i record di velocit¨¤ alla fine degli anni ¡¯40, con i trionfi nelle gran fondo (Motogiro e Milano-Taranto) e nelle gare per ¡°cadetti¡± e ¡°juniores¡± a met¨¤ anni ¡¯50-¡¯60, con il debutto dal 1958 nel mondiale 125. Nel 1978, dieci anni prima dell¡¯ingresso nel mondiale Sbk, la Casa bolognese inizia l¡¯avventura delle competizioni per le moto derivate dalla produzione di serie che le riserver¨¤ le maggiori soddisfazioni sportive.
Mike Hailwood
¡ª ?? nel campionato mondiale Formula TT, di fatto il precursore del mondiale Superbike, che arriveranno i primi titoli iridati del marchio emiliano: nel 1978 il gi¨¤ 9 volte campione del mondo Mike Hailwood porta alla Ducati il primo titolo mondiale della Formula TT trionfando al Tourist Trophy dell¡¯Isola di Man su una 900 SS nella classe F1. Era esattamente il 2 giugno 1978 e da quella cavalcata trionfale di ¡°Mike the bike¡± al TT il bicilindrico Ducati diventa mito. Mike Hailwood, nato a Oxford il 2 aprile 1940, nel 1978 aveva 38 anni e aveva chiuso ufficialmente con il motociclismo dopo il forfait della Honda nel 1968, comunque con la precedente stagione 1967 trionfale: doppietta iridata nella 250 e 350, tris al TT nella 250, 350, 500. Non erano mancati rientri pro tempore: a Riccione nel 1971 con una Honda 500 ¡°fuori fase¡±, a Daytona con la Bsa Rocket 3 750, soprattutto a Villa Fastiggi di Pesaro con le Benelli 4 clindri 350 e 500 nella strombazzata e ammaliante sfida (persa) con Giacomo Agostini. Resta il fatto che dalla fine del 1967, per un decennio, Mike era diventato un pilota automobilistico a tempo pieno, vincendo un titolo europeo nel 1972, raggiungendo grandi risultati anche in F1, ma non l¡¯alloro iridato. Che c¡¯entra, si dir¨¤, Mike Hailwood con la Ducati e con questa storia della corsa Formula TT in sella alla 900 SS?
La prima Ducati
¡ª ?Mike aveva mosso i primi importanti passi da centauro proprio sulle moto da corsa bolognesi, da quando cio¨¨ pap¨¤ Stan, colmo di passione per le corse e ancor pi¨´ colmo di sterline per le moto che vendeva in esclusiva in tutti i paesi del Regno Unito, firmando pesanti assegni aveva acquistato per il promettente rampollo alcuni bolidi costruiti dalla Ducati appositamente per lui. A dirla tutta, la prima Ducati 125 con albero a camme in testa fu consegnata a Mike proprio il giorno precedente le prove ufficiali del TT del 2 giugno 1958 e, senza meccanici della Casa al seguito, non ci fu verso di metterla in moto. Il debutto di Mike nella sua prima gara nel continente avvenne il successivo 28 giugno finendo undicesimo, con i complimenti del trionfatore Carlo Ubbiali su MV che segnaler¨¤ il giovane inglese al ¡°signor Conte¡± il quale tre stagioni dopo se lo porter¨¤, con la fanfara, a Cascina Costa. Dir¨¤ anni dopo Hailwood di quella sua prima moto di Borgo Panigale: ¡° Che macchina superba fu quella Ducati! Era un¡¯autentica rivelazione dal lato della stabilit¨¤: di gran lunga la miglior moto che io avessi pilotato fino a quel momento, la 50 Itom e tante 125 oltre alle Nsu 250, Norton e Ajs 350 e 500. Con una nuova Ducati 125, nel 1958 vinsi la Stella d¡¯Oro dell¡¯Auto-Cycle Union per le corse su strada. Devo alla Ducati quel mio primo prestigioso riconoscimento¡±.
1959: coppia vincente
¡ª ?Nel 1959, stavolta senza bisogno di sterline, Ducati affida a Mike una delle sue nuove 125 desmodromiche battendosi al GP di Germania con le MV di assi consacrati quali Carlo Ubbiali e Tarquinio Provini e contro gli stessi compagni di squadra Bruno Spaggiari e Francesco Villa. In quella stagione 1959, con quella Ducati 125 desmo, Hailwood fa ¡°cappotto¡± (11 gare vinte su 11 disputate) in patria trionfando per la prima volta in una gara mondiale, nel micidiale Gran Premio dell¡¯Ulster e alla fine finendo terzo in campionato.
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La telefonata
¡ª ?Quindi, quando agli inizi della primavera 1978 al reparto corse Ducati arriva l¡¯ordine dalla direzione di buttarsi anima e corpo per preparare una moto per la F1 del Tourist Trophy, tutti pensano a un pesce d¡¯aprile. Ma quando poche ore dopo giunge dall¡¯Inghilterra una telefonata: ¡°Boys, come state, sono Mike. Voglio tornare nella mia isola e vincere ancora¡± tutti comprendono che adesso non restava altro che mettersi all¡¯opera e fare il miracolo. Si trattava ¡°semplicemente¡± di inventare una bicilindrica per il ¡°number one¡± del motociclismo cui era tornata la voglia non di fare un giretto dietro casa con una moto con targa e fanale ma di rientrare a correre in una gara mondiale al Tourist Trophy. Per la cronaca, all¡¯epoca il reparto corse Ducati era quello Ncr supportato ufficialmente dalla Casa (all¡¯epoca di propriet¨¤ statale prima di passare ai fratelli Castiglioni della Cagiva). Si part¨¬ nell¡¯impresa sulla base del bicilindrico 4 tempi a V di 90¡ã desmo 900 SS stradale. A dar subito manforte, sul propulsore, c¡¯¨¨ il guru della Ducati britannica Steve Wynne e alla fine l¡¯¡°inedito¡± 883 da oltre 75 Cv di potenza a 8.000 giri/min (Mike dir¨¤ poi: ¡°Tiravo tranquillo fino a toccare i 10.000 giri¡±), chiuso in un traliccio a tubi d¡¯acciaio, ¨¨ ritenuto idoneo per la battaglia con i ben pi¨´ potenti quattro cilindri ufficiali di Honda e Suzuki collocati su telai racing.
Vittoria senza tempo
¡ª ?Mike giunge sull¡¯Isola per le prove apparentemente non proprio in forma, persino con qualche chilo in pi¨´, oltre la pelata. I primi turni cronometrati passano con la squadra Ducati sempre pi¨´ convinta di aver commesso una imprudenza, addirittura temendo, oltre al flop, anche un incidente in corsa. Poi in qualifica Mike non solo convince ma meraviglia tutti: l¡¯unico problema ¨¨ ¡°obbligarlo¡± ad andare a letto presto la sera prima della corsa. Che corsa! Mike ritrova se stesso: immenso! Quel 2 giugno 1978 ¡°Mike the Bike¡± e la Ducati mettono a segno una storica impresa. Un trionfo tanto clamoroso quanto inatteso che costituir¨¤ le basi per il grande lancio dei bicilindrici bolognesi in tutto il mondo. Solo un Phil Read in stato di grazia, su una Honda preparata apposta per il Montain Circuit, tenta di resistere alla corsa-capolavoro del ¡°vecchio nemico¡±. Con la sua nuova tuta di pelle bianco-rossa, Mike guida da maestro il bolide mai visto prima e preparato in poco tempo e con pochi mezzi. Dir¨¤ poi Read: ¡°Mike quel giorno non correva, semplicemente volava¡±. La nuova ¡°cavalcatura¡±, potente e agile, con i colori della bandiera italiana, bianco-rosso-verde, eseguiva perfettamente i comandi di un sapiente e implacabile fantino, che per un giorno tornava a far sognare e a dettare ancora la legge del pi¨´ forte.
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La birra-icona
¡ª ?E fu l¡¯apoteosi: Davide batteva Golia! Persino un fuoriclasse ¡°duro¡± come Phil Read alla fine si inchina e abbraccia Mike e chiede di salire (da fermo) sul bolide italiano. Trecentomila persone si tolsero il cappello, in silenzio per ascoltare l¡¯inno di Mameli. Il rombo del bicilindrico Made in Italy li aveva conquistati. Hailwood consegnava se stesso alla leggenda del grande sport. Tutto era iniziato quasi per scherzo. Una serata in un pub inglese quando Mike, alticcio, aveva messo in palio una birra e un whisky per il suo ritorno al TT. Grazie alla Ducati quella birra ¨¨ diventata una icona. A volta, come quel 2 giugno 1978, i sogni diventano realt¨¤. Cos¨¬ la Ducati costru¨¬ poi la Mike Hailwood Replica. Una magia per 3.000 felici appassionati, un¡¯opera d¡¯arte da ammirare ancora oggi. Anche per questo, grazie Mike.
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