Il 4 aprile 1971, sul circuito cittadino di Riccione, moriva Angelo Bergamonti, pilota MV Agusta, compagno di Agostini. Vi raccontiamo l¡¯incidente a 50 anni dalla tragedia che chiuse l¡¯epoca delle corse di moto su strada. Nella quarta e ultima puntata le conseguenze dell¡¯incidente, che port¨° nel giro di due anni a chiudere l¡¯epoca delle gare nei centri abitati
Il motociclismo piange Angelo Bergamonti deceduto al Bellaria di Bologna alle 23.45 del 4 aprile 1971 dopo la rovinosa caduta dello stesso pomeriggio nella gara delle 350 sotto il diluvio di Riccione e lo fa a modo suo, continuando a correre. Angiulein, corridore 32enne di Gussola, lascia nella disperazione la moglie Rosa Finardi e le figliolette Laura di cinque anni e Marina di otto, stretti attorno alla salma insieme ai parenti e agli amici e ai tanti corridori fra i quali Giacomo Agostini e l¡¯ex campione Tarquinio Provini.
il rispetto del dolore
¡ª ?Molti giornali, specie i pi¨´ disinteressati al motociclismo, stavolta si gettano come vampiri sulla triste vicenda, soprattutto perch¨¦ Angelo era pilota della MV Agusta compagno di scuderia di un asso consacrato e star quale Giacomo Agostini imbastendo storie campate in aria come quella che il centauro di Gussola aveva pagato con la vita ¡°l¡¯ansia di emulare il ben pi¨´ quotato e celebre ¡°capitano¡±, addirittura ¡°la sua volont¨¤ di dare una lezione ad Ago proprio sul terreno pi¨´ infido, sull¡¯asfalto bagnato¡±. Poche righe, invece, i giornali dedicano a un altro centauro, Antonio Rigamonti, il 28enne di Lecco deceduto anch¡¯egli poche ore prima dopo una caduta in prova nella corsa in salita Doria-Creto. Fra rimbalzi di accuse per lo pi¨´ assurde ed esacerbanti polemiche, con la magistratura che apre un ¡°fascicolo motociclismo¡± sguinzagliando i carabinieri, il Circus risponde riaccendendo i motori.
il rombo delle emozioni
¡ª ?Appena una settimana dopo la tragedia sul lungomare romagnolo in riva all¡¯Adriatico, ecco il 12 aprile luned¨¬ dell¡¯Angelo, la Conchiglia d¡¯Oro Shell di Imola baciata dal sole e salutata da una gran folla che si porta nel cuore Angiulein, lo sfortunato corridore di Gussola appena rapito dalla Signora in nero. Si corre ¡ª anzi le autorit¨¤ competenti autorizzano l¡¯effettuazione della gara ¡ª perch¨¦ quello del Santerno non ¨¨ omologato quale ¡°circuito cittadino¡± anche se i rischi sono alti, almeno pari allo show, cio¨¨ assai elevati e superiori a quelli di un tracciato come il ¡°Perla Verde¡± considerando le diverse velocit¨¤: a Riccione, medie sul giro sui 120 Km/h contro i quasi 160 orari di Imola; in riva al mare di Riccione tutte curve da ¡°prima¡± mentre nel saliscendi di Imola curvoni quali il Tamburello, a manetta sopra i 200 Km/h! Comunque, la giostra rombante e multicolore imolese magistralmente orchestrata da Checco Costa, riconcilia con il motociclismo, almeno cos¨¬ pare, anche i detrattori delle corse, offrendo una giornata di grande sport e di grande show. In effetti Imola ¨¨ una vera e propria corsa pre-mondiale con le vittorie di Angel Nieto (Derby) su Alberto Ieva (Morbidelli) nella 50; di Gilberto Parlotti (Morbidelli) su Dave Simmond (Kawasaki) e Walter Villa (Villa) nella 125; di Phil Read (Yamaha) sul binomio delle MZ Gunter Bartush e Silvio Grassetti nella 250; di Giacomo Agostini (MV Agusta) su Silvio Grassetti (Yamaha) nella 350 con Ago che fa il ¡°solito¡± bis nella 500 dedicando i suoi due trionfi allo sfortunato compagno di squadra morto la settimana prima e ricordato con un lungo applauso dal pubblico del Santerno.
verso la fine
¡ª ?Sull¡¯onda del round imolese dove tutto ¨¨ filato via liscio arriva ¨C non si sa come ¨C anche l¡¯ok per disputare il 18 aprile il round sul veloce circuito cittadino sui viali del grattacielo a Cesenatico. Sar¨¤ quella l¡¯ultima corsa della Mototemporada romagnola anche se ancora non segner¨¤ la fine delle competizioni su strade normalmente aperte al traffico perch¨¦ poi in un torrido 29 agosto si svolger¨¤ nella citt¨¤ di Gioachino Rossini l¡¯inedito circuito ¡°Pesaro Mobili¡± di Villa Fastiggi (un avvincente quanto pericoloso zig-zag fra le fabbriche, al centro di un affollatissimo paese e un curvone da oltre 200 Km/h con la gente a un metro da Agostini-MV e Hailwood-Benelli, al loro ultimo match) e a ottobre il rito tricolore finale di Sanremo Ospedaletti in uno spettacolare e soleggiato saliscendi-serpentina da paura, fra scarpate di pietra a ridosso del mare. Si chiude cos¨¬ la stagione 1971 senza una idea chiara su quale sar¨¤ il futuro delle corse in Italia, sospese fra rinascita e agonia.
il crepuscolo dei cittadini
¡ª ?Il ¡°dopo Riccione¡± ha portato i Moto Club organizzatori, senza il supporto di una linea strategica della Federmoto (FMI), su un doppio crinale. Da una parte ci sono quelli che provano a far finta di niente, convinti che tutto torner¨¤ come prima. Dall¡¯altra, all¡¯opposto, c¡¯¨¨ scoramento fra chi dice ¡°adesso basta con le corse¡± e chi vuole tentare il salto sull¡¯altra sponda: quella dei circuiti permanenti negli autodromi. Agli inizi del 1972 si tenta comunque il rilancio delle corse su strada: sar¨¤ l¡¯ultima volta, un boomerang. Rimini e Cesenatico, proprio a poche ore dall¡¯effettuazione delle loro gare (il 26 marzo e il 3 aprile) e dopo aver speso montagne di soldi, non ricevono dalle autorit¨¤ competenti il nulla osta. Cos¨¬ salta tutto, con la costernazione degli organizzatori, il disappunto dei piloti e della Case, la delusione dei tifosi, molti dei quali gi¨¤ in zona. Nessuno sapeva esattamente perch¨¦, e chi doveva rispondere non rispondeva. Il motociclismo ¨C quel motociclismo ¨C era sotto tiro e niente e nessuno l¡¯avrebbe potuto risollevare.
il ¡°trucchetto¡±
¡ª ?C¡¯¨¨, per¨°, chi cerca una ¡°terza via¡±, ad esempio ripetere quanto fatto nel 1967 a Zingonia, la nuova zona industriale nei pressi di Bergamo, dove Agostini, Pasolini, Grassetti, Bergamonti, Villa, Pagani, Milani e altri, avevano corso su un bel tracciato veloce non permanente ma non proprio cittadino, essendo in aperta periferia dove stavano sorgendo fabbriche come funghi. Fu la scoperta dell¡¯uovo di Colombo, l¡¯invenzione dei circuiti ¡°extra-cittadini¡± rimodulata dai pesaresi del Moto Club T. Benelli inventando corse che passeranno alla storia, prima a Villa Fastiggi e poi nel 1978 in zona industriale a Chiusa di Ginestreto: circuiti spettacolari quanto rischiosi ma con la clemenza della dea bendata. Addirittura a Pesaro si fa correre la fantasia pensando di utilizzare almeno un paio di volte l¡¯anno le strade asfaltate di un costituendo innovativo parco pubblico fra il fiume Foglia e Villa Fastiggi a mo¡¯ di circuito cittadino ¡°fuori citt¨¤¡±, pro tempore, (un tracciato all¡¯inglese) con curve non a 90 gradi e con spazi di fuga adeguati in modo da fornire lo show di un vero autodromo ma con rischi assai minori, pur con il pubblico a ridosso del tracciato.
l¡¯era dei circuiti
¡ª ?Il progetto naufraga quando si prende atto che a poco pi¨´ di 10 Km, a Misano monte a due passi dal mare fra Cattolica e Riccione, le ruspe sono gi¨¤ al lavoro per il nuovo circuito Santamonica sotto l¡¯impulso di un manipolo di appassionati e avveduti imprenditori privati e di amministratori locali certi dei ritorni d¡¯immagine e di business per la riviera e per tutto il territorio. Si fanno miracoli tant¡¯¨¨ che nel 1972, sul nuovo autodromo Santamonica, si disputa la prima gara di motociclismo organizzata proprio dal Moto Club Riccione. I romagnoli non sono soli. Anche in Toscana c¡¯¨¨ fermento per riportare il Mugello ai fasti antichi delle grandi corse d¡¯anteguerra e si passa in un amen dalle parole ai fatti: nel 1972 il nuovo circuito ¨¨ una realt¨¤, inaugurato due anni dopo e inserito nel Motomondiale il 16 maggio 1976 purtroppo funestato dal doppio incidente mortale di Otello Buscherini nella 250 e di Paolo Tordi nella 350 finiti contro i pali di sostegno delle reti poste a ridosso della pista, mancando nelle curve dell¡¯Arrabbiata e della Biondetti gli spazi di fuga. Nasce intanto il super trittico organizzativo Moto Club Imola, Moto Club Riccione, Moto Club Pesaro con sulla tolda di comando gli appassionatissimi e geniali Checco Costa, Amedeo Ronci, Goffredo Tempesta che al Santamonica e soprattutto sul circuito del Santerno organizzeranno grandi corse. Di circuiti cittadini non si parla pi¨´. Basta osservare il calendario 1973 per capire l¡¯aria che tira: la stagione si apre a Modena (autodromo) proseguendo con le corse di Cesenatico (a Imola autodromo), di Riccione (a Misano autodromo), ancora a Modena (autodromo), poi a Vallelunga (autodromo), quindi a Rimini (Misano autodromo), di nuovo a Imola (autodromo) per chiudere con Pesaro (a Misano autodromo). Idem nel 1974 e 1975 con Pesaro che gioca per l¡¯ultima volta la carta di Villa Fastiggi e con il bis dell¡¯autodromo del Mugello, dopo l¡¯esordio del 1974. Insomma, sui circuiti cittadini si tirava gi¨´ la serranda lasciando l¡¯incombenza delle corse esclusivamente ai circuiti permanenti: di fatto, almeno in quei primi tempi, si portavano dietro i rischi precedenti, aumentandoli, perch¨¦ i nuovi tracciati erano molto pi¨´ veloci e privi di vie d¡¯uscita, con a lato i guard-rail e altre strutture pericolose.
verso la sicurezza
¡ª ?Ci vorranno altri incidenti, anche mortali, per avviare la lunga marcia verso la sicurezza ben sapendo che nelle corse il rischio non ¨¨ eliminabile. Ci vuole coraggio per tenere aperto un tema scomodo quale la sicurezza, la vera spada di Damocle del motociclismo. Solo cos¨¬ si possono limitare le conseguenze delle cadute, comunque inevitabili, e si possono rispettare e onorare ¨C non con i sermoni ¨C Angelo Bergamonti e i tanti (troppi!) piloti che, prima e dopo di lui, ci hanno lasciato. Quel motociclismo sui viali cittadini, fra balle di paglia, marciapiedi, piante, affollati dalla gente di ogni ceto sociale e ogni et¨¤, tutti con il vestito della festa per onorare uno sport diventato una fede collettiva, finiva cos¨¬, non senza rimpianti, chiudendo definitivamente dopo un quarto di secolo, il Dopoguerra. Quel motociclismo romantico dei ¡°giorni del coraggio¡±, con il pubblico che vedeva gli occhi dei corridori e sentiva il battito dei loro cuori ¡ª un motociclismo oggi improponibile non solo per questioni di sicurezza ¡ª resta scritto in qualche giornale sbiadito del tempo che fu e soprattutto rimane indelebile nei ricordi di chi lo ha vissuto con passione, magari semplicemente da spettatore. Un motociclismo migliore o peggiore di quello odierno del motociclismo show-business? Semplicemente diverso.
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