GP Olanda
Curve paraboliche, effetto montagne russe: intervista a Zaffelli, designer di Zandvoort
"Non esiste una pista ideale. Probabilmente ¨¨ la prossima che costruir¨°, ma Mugello, Imola, Suzuka, Silverstone e sicuramente Zandvoort si avvicinano molto al mio concetto di tracciato ideale". Emiliano, 45 anni, Jarno Zaffelli ¨¨ l¡¯uomo scelto dalla Direzione di Zandvoort per riportare il circus della Formula 1 sullo storico tracciato olandese che ha ospitato le 30 edizioni del GP d¡¯Olanda di F1 dal 1952 al 1985. "Ho sempre avuto un rapporto speciale con Zandvoort perch¨¦ il suo ex direttore, Hans John Hugenholtz, ha disegnato Suzuka nel 1962. Non ho avuto modo di incontrarlo di persona perch¨¦ ¨¨ morto nel 1995, ma cinque anni fa sono venuto a visitare la pista per imparare da lui", racconta Zaffelli, che usa i rettilinei, i cordoli e le curve per donare anima alle piste.
pista old school
¡ª ?"? stato amore a prima vista. Un anno fa, poi, sono stato chiamato da Niek Oude Luttikhuis, il direttore sportivo, per mettere mano alla pista e preparare il ritorno della F1". Il brief ricevuto ha lasciato ampio spazio all¡¯immaginazione. "Mi ¨¨ stato chiesto di fare qualcosa di innovativo conservando il sapore delle piste old school. Mi sono sentito l¡¯uomo giusto al posto giusto perch¨¦ avere carta bianca mi ha permesso di usare la tecnologia, l¡¯esperienza, ma anche il tocco italiano. La sicurezza ¨¨ il primo elemento di una pista. Ma poi c¡¯¨¨ la bellezza. I piloti e i fan resteranno sorpresi", sorride Zaffelli, visibilmente soddisfatto.
Effetto "montagne russe"
¡ª ?"La pista sembra un giro sulle montagne russe. ? l¡¯effetto che ci aveva chiesto la direzione del circuito. La sfida era proprio esaltare la personalit¨¤ della pista esistente. Credo proprio che ci siamo riusciti. Di 14 curve solo due sono piatte, il resto sono sopraelevate". L¡¯idea del "banking", tratto distintivo del circuito olandese rinnovato, nasce da una richiesta della Fia di allungare il rettilineo. "La cosa non era possibile perch¨¦ la propriet¨¤ confina con un parco naturale. Cos¨¬ abbiamo lavorato sulla terza dimensione. Abbiamo inclinato la sede stradale per ridurre l¡¯accelerazione laterale delle vetture sotto i 2.5 G".
La parabolica
¡ª ?L'attenzione si ¨¨ concentrata sull¡¯ultima lunghissima curva 14, sopraelevata di 18 gradi, da percorrere in pieno per gettarsi sul rettilineo dei box. La struttura dell'ultima curva del tracciato, ad ampio raggio e alto banking, ¨¨ di fatto un prolungamento del rettilineo principale. "Secondo i nostri calcoli la possibilit¨¤ di percorrerla in pieno anticiper¨¤ di circa 340 metri il punto in cui i piloti potranno premere al massimo il pedale del gas, trasformando il rettilineo principale di 678 metri in uno potenzialmente di circa 1 km. Ci¨° consentir¨¤ di avere alla prima staccata, quella di curva 1, la famosa "Tarzan", un chiaro punto di sorpasso, senza dimenticare che ci potrebbero addirittura essere arrivi al fotofinish sotto la bandiera a scacchi in caso di due vetture molto vicine all¡¯ultimo giro".
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Curve da domare
¡ª ?Di tutte le curve, la 3 ¨¨ sicuramente la pi¨´ impegnativa e spettacolare. Ma sopraelevare la sede stradale da solo, non ¨¨ sufficiente per garantire spettacolo, impegno di guida e sicurezza. Cos¨¬ lo Studio Dromo ha lavorato su una sapiente combinazione dei dislivelli e l¡¯utilizzo di un angolo di sopraelevazione variabile anche all¡¯interno della stessa sezione di curva, come nel complesso dello Hugenholtz, uno dei punti pi¨´ impegnativi. La parte interna della curva 3, per esempio, presenta un¡¯inclinazione di circa 4,5 gradi, mentre la parte pi¨´ esterna di quasi 19. Non solo, il bordo esterno della carreggiata ¨¨ oltre 4 metri pi¨´ alto di quello interno, nonostante la curva abbia appena 17 metri di raggio, e avvicinandosi i piloti avranno l¡¯impressione che sia quasi la curva stessa ad andargli incontro cercando quasi di intimorirli.
Spettacolo assicurato
¡ª ?Lo spettacolo ¨¨ assicurato, anche perch¨¦ Zaffelli e lo staff di Dromo, la societ¨¤ di progettazione e costruzione di autodromi, fondata nel 2010 ha una filosofia molto particolare sui parametri che una pista ideale dovrebbe avere. ¡°Amiamo progettare piste che riflettono la sensazione che il pilota ha quando guida. Siamo spinti dalla voglia di tradurre in rettilinei, curve e cordoli l'adrenalina di un giro di pista. La nostra vision ¨¨ quella di progettare un tracciato che sia percepito come una grande sfida tanto da 'spaventare' i piloti" ¨C continua Zaffelli ¨C "Chiaramente la sicurezza ¨¨ al primo posto e in questo il supporto della Fia ¨¨ fondamentale nel valutare i nostri calcoli che si sono spinti osando quello che non era mai stato fatto prima". Max Verstappen, l¡¯unico al momento ad aver testato la pista in occasione di un demo ride a lavori ultimati, si ¨¨ gi¨¤ espresso positivamente. Adesso si dovr¨¤ vedere quale sar¨¤ l¡¯effetto con le potenti monoposto.
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