La partita perfetta. Come Milan-Manchester United del maggio 2007. Perché nell’immaginario di Massimiliano Allegri la sfida all’Arsenal doveva andare così. Ordini precisi: organizzazione difensiva, sacrificio, pressing feroce, velocità, fare tanti gol senza subirne. I rossoneri hanno applicato alla perfezione i teoremi, costringendo i Gunners con le spalle al muro. Per quella che Arsene Wenger ha definito una sconfitta scioccante, nella serata europea più umiliante che la storia del club londinese ricordi.

GAP DEVASTANTE — Il maestro sconfitto dall’allievo è quasi un non sense, perché Monsieur Wenger, un signore del calcio, uno dei massimi esperti del settore, della partita di San Siro non ci ha capito proprio nulla. Dal primo al novantesimo minuto, sconcertato dalla prestazione desolante dei suoi ragazzi – eccezion fatta per Van Persie che almeno ci ha provato -, il tecnico che allena l’Arsenal dal 1996 ha pagato tutti i limiti della squadra, povera di idee e disastrosa in difesa. Insomma, il Milan ha giganteggiato ipotecando i quarti.

MILAN ILLUMINATO — Il poker del Meazza è il risultato di una prestazione corale: devastante e spettacolare come Boateng, intelligente come Thiago Silva e Van Bommel, implacabile come Ibra. Con loro tutte le lucine del Milan hanno ripreso a funzionare. Decisivo anche il ritorno del ghanese, il cui gol ha spianato la strada ai rossoneri. Ma anche il ritorno al gol di Robinho dopo una serie di prestazioni imbarazzanti. La serata magica di Champions ha però ribaltato un concetto che si stava trasformando in una leggenda metropolitana, ovvero, l’incapacità di Ibrahimovic di diventare protagonista nella fase a eliminazione diretta. Lo svedese, oltre a segnare un gol (non era mai successo dagli ottavi in poi, con la maglia del Milan), ha confezionato due assist, facendo da solo reparto.

DAI GUNNERS AL CESENA — Ma il 4-0, che oltre a Boateng ha rilanciato le ambizioni di Pato, è tutto sommato figlio della vittoria di Udine, in cui la squadra ha ritrovato la compattezza dei tempi migliori, con due outsider come il “campioncino” (Berlusconi dixit) El Shaarawy e Maxi Lopez, dilatando così la forza della squadra. Serata strepitosa sotto ogni punto di vista a cui si è aggiunto anche il pareggio della Juve a Parma, utile per mantenere il primo posto in classifica e aumentare la fiducia. E sì, perché Allegri, che non dà nulla per scontato, mentre si celebrava la grande vittoria di Coppa, era già concentrato sulla trasferta di Cesena, prossimo impegno di campionato, definito “partita decisiva per il futuro”. Ma se il Milan applicherà gli stessi teoremi di Champions in serie A, l’esito appare scontato.