Il Palermo interrompe la serie nera di tre sconfitte consecutive e inguaia il Lecce che poteva avvicinarsi davvero al sogno salvezza con una vittoria. Partita dalle mille emozioni, due gol, due espulsi, una serie di occasioni mancate, qualche spunto di gran classe di Ilicic e Muriel. Alla fine rimane l'amaro in bocca alla squadra di Cosmi che ha dominato nel primo quarto d'ora e ci ha provato con frenesia anche nel finale.

David Di Michele festeggia il suo ottavo gol stagionale, quarto su rigore. Lapresse

equilibrismo — I due allenatori fanno i salti mortali per costruire una formazione equilibrata, viste le assenze. Cosmi si inventa Blasi esterno destro per sostituire Cuadrado che non recupera, Miglionico confermato in difesa, Di Michele recupera e affianca Muriel. Peggio ancora è messo Mutti: per lasciare Migliaccio a centrocampo (Barreto squalificato) fa esordire Labrin, Aguirregaray occupa la corsia solita di Pisano e Hernandez va a fare l'unica punta, con Ilicic che gli gira intorno. Il risultato sono i primi cinque minuti con venti giocatori racchiusi in una decina di metri a centrocampo

lecce show — A interrompere la partita a scacchi che sembra profilarsi arriva un errore di Munoz, che si perde Bertolacci in area e poi lo stende. Dal dischetto Di Michele non si lascia pregare: ottavo gol in campionato e Lecce in vantaggio. Seguono dieci minuti di spettacolo puro: Muriel è scatenato, i salentini ripartono in velocità e per due volte Bertolacci si trova davanti a Viviano: prima non riesce a sfruttare un perfetto assist del colombiano, poi spreca il velo geniale di Di Michele tirando centrale.

Stanchezza e delusione alla fine del match per i giocatori del Lecce. Lapresse

che errori — A cambiare l'inerzia del match ci pensano prima Benassi, poi Oddo. Il portiere, forse distratto dal clima da gemellaggio delle due tifoserie, decide di fare un bel regalo alla squadra di Mutti: esce a vuoto su un corner di Ilicic e fa salire il voto di Munoz, fino a lì disastroso. Ma ai giallorossi non basta e dopo l'1-1, Oddo incespica su un pallone in maniera non proprio degna di un ex giocatore da Champions e lancia Hernandez verso la porta. Per evitare il disastro il difensore si aggrappa all'uruguaiano e si guadagna il rosso. In cinque minuti partita e salvezza dei salentini somigliano a una scalata dell'Everest. Il Palermo prende fiducia e sfiora il gol un paio di volte con Hernandez. Intanto Munoz si scopre attaccante aggiunto e crea scompiglio sui calci d'angolo.

Le due tifoserie insieme: palermitani e leccesi sono gemellati. Lapresse

bertolo da censura — Ma la storia di questa sfida ci insegna che da un momento all'altro può cambiare l'umore della partita. E sempre per una leggerezza di uno dei protagonisti. Stavolta ci pensa Bertolo, versante siciliano, a rimettere in gioco la squadra di Cosmi. Contrasto con Delvecchio, lontano dalla porta ma sotto gli occhi dell'arbitro, battibecco e testata al centrocampista del Lecce. Rosso inevitabile anche per lui e si ritorna a giocare alla pari.

arrembaggio salentino — Nella ripresa bisogna aspettare venti minuti per vedere i padroni di casa prendere in mano il pallino del gioco e cominciare a buttare palloni dentro con Tomovic. Muriel e Di Michele però non sono esattamente dei giganti e gli unici pericoli per Viviano arrivano da Del Vecchio, prima anticipato all'ultimo da Munoz, poi fermato da Viviano, ma il suo destro dalla distanza è centrale. Nel finale il Palermo si avvicina al gol con un lampo di Ilicic e una conclusione da lontano di Zahavi, oltre a fallire un paio di contropiede molto pericolosi. Alla fine la troppa la voglia della squadra di Cosmi di trovare i tre punti si trasforma da stimolo ad handicap perché rende i salentini frenetici e confusionari. La quota salvezza rimane lontana quindi cinque punti, ma non tutto è ancora perduto.