Stephan Lichtsteiner, 27 anni, festeggia il gol segnato al Parma alla prima giornata. LaPresse

Per Stephan Lichtsteiner, Lazio-Juventus non sarà solo la sfida tra le due capolista del momento. Lo svizzero, arrivato alla Juve la scorsa estate con uin investimento di poco superiore ai dieci milioni (pagabili in tre anni), ha conquistato Conte e i tifosi. Ma prima di risolvere alla Juve la grana del terzino destro, che almeno nell'era post-calciopoli era diventata di quelle serie, Stephan ha passato tre stagioni alla Lazio, dove è andato in crescendo anno dopo anno.

A ROMA — Delio Rossi, suo allenatore nella capitale, ne parlava così già due anni fa: "Se togliamo Maicon, rispetto al quale però sa difendere meglio, Stephan è il terzino destro più forte della serie A. Ha corsa, forza, tatticamente è in gamba. Difende, sa attaccare e sovrapporre. Forse coi piedi non è perfetto, ma ha ampi margini di crescita". Lo svizzero piace subito ai tifosi biancocelesti, vuoi perchè il rendimento in campo è soddisfacente, vuoi perchè per segnare il primo gol in serie A sceglie il derby capitolino. Come diventare idolo in una partita. Dopo un periodo non scintillante con Ballardini, Lichtsteiner riprende la sua crescita con Edy Reja.

QUANTI FLOP — Quello delle fasce in difesa è stato un problema ricorrente nella Juve degli ultimi 5 anni. Se ci limitiamo a quella destra, nell'anno della B, il 2006-2007, ci sono in rosa Jonathan Zebina e un Alessandro Birindelli ormai a fine carriera. La gazzella francese non si rivela mai affidabile, anche nelle stagioni successive: alterna cose eccelse, perchè i mezzi fisici e tecnici li avrebbe, ad amnesie imperdonabili. Nell'estate successiva, quella del ritorno in A, arrivano, tra i molti parametri zero, Zdenek Grygera e Brazzo Salihamidzic, centrocampista adattato alla bisogna da terzino destro. Il boemo, che passerà 4 anni a Torino, nelle prime due stagioni è titolare. Gioca 55 partite e segna tre gol. Ragazzo generoso. Ma con dei limiti oggettivi, soprattutto quando avanza. La società allora nell'estate del 2009 ci prova con Martin Caceres, roccioso centrale uruguaiano che però da terzino non sfonda, anche per una serie di guai fisici. Così non viene riscattato. L'ultimo tentativo a vuoto è quello fatto con Marco Motta lo scorso anno. Fortemente voluto da Gigi Delneri dopo che la Roma lo aveva messo sul mercato, colleziona 22 presenze non memorabili, condite da un'espulsione e un'autorete. E soprattutto si rivela troppo tenero in fase difensiva.

GUARDIA SVIZZERA — Sono passati 5 anni. E il problema è ancora lì. Ma a risolverlo arriva Lichtsteiner. Giocatore di spessore ben maggiore rispetto a quelli sopra menzionati, mostra subito affidabilità e un repertorio completo. Proprio come diceva Delio Rossi, suo primo sponsor. L'impatto, poi, è di quelli che fanno la storia: lo svizzero mette a segno il primo gol nello "Juventus Stadium" alla seconda giornata (che in realtà è la prima per lo sciopero) contro il Parma. Taglio geniale di Pirlo, controllo e gol di sinistro. Neppure il suo piede. Da lì in poi Lichtsteiner, sempre presente, infila una serie di prestazioni eccellenti. Il suo 6.45 di media nelle pagelle Gazzetta, inferiore nel ruolo soltanto al 6.56 dell'Udinese Dusan Basta, altro laterale destro, dice molto. Conte per questioni di modulo gli chiede di avanzare meno rispetto a quanto faceva nella Lazio. Ma quando arriva sul fondo o sulla trequarti dimostra di saperci fare. Anche il piede, su cui si avevano timori, è piuttosto educato. Per informazioni chiedere a Matri, che domenica scorsa col Palermo ha ricevuto una perfetta verticalizzazione trasformata in gol.

IL RITORNO — Chissà se il buon Stephan si emozionerà sabato sera all'Olimpico. "Avrei lasciato la Lazio - ha detto più volte lo svizzero - solo per una grande come la Juve. Io voglio vincere e quale posto migliore di una squadra che ha vinto qualunque trofeo e che ha voglia di tornare in alto?".