Lippi: "La Juve di Conte come la mia"
Del Piero: "In panchina soffro"
Milano, 21 novembre 2011
L'ex c.t. a ruota libera sui temi della stagione: "Milan favorito, ma i bianconeri stanno lavorando benissimo". Il tavolo della pace? "Un'occasione di chiarimento". Il presente: "Aspetto una nazionale. E intanto non sono il supervisore della Lega Pro"
"La mia Juve riuscì a vincere subito e creare motivazioni e c'è una analogia con quella di Conte. Antonio sta gestendo la situazione in maniera fantstica, sta dando tutto quello che mancava sul piano psicologico e anche su quello tecnico. L'entusiasmo col quale i giocatori affrontano le partite la dice lunga su quanto credono in quello che stanno facendo, mi auguro che tutto questo porti allo stesso risultato della mia Juve". Così Marcello Lippi, ex c.t. della Nazionale, in collegamento con Sky Sport 24, parla a ruota libera temi di campionato, a partire dal duello fra i bianconeri e il Milan, che resta la sua squadra favorita in chiave-scudetto: "Avevo da subito indicato il Milan come il favorito perché ha il vantaggio di avere lo stesso allenatore da due anni. Ma anche la Juve sta lavorando molto bene, e il fatto di non aver impegni internazionali è un grande vantaggio".
su del piero — Lippi elogia Alex Del Piero, che al termine della stagione terminerà il suo rapporto con la Juve: "Alessandro vorrebbe giocare sempre, si prepara in maniera maniacale e sono sicuro che non smetteràma rispetta con intelligenza e serietà le scelte del proprio allenatore e dei compagni. Continuerà a giocare in Italia? No, penso che andrà a fare una esperienza all'estero, che è eccezionale anche per la famiglia. Il mio futuro? Ho detto più volte che non avrei allenato in Italia e che mi piacerebbe allenare una nazionale estera". Questa Juve secondo Lippi non somiglia all'Inter di Mourinho: "No, quella era una squadra forte psicologicamente, magari come questa, ma questa Juve parte con una straordinaria intraprendenza, è sempre a caccia del gol, del pallone, cosa che non aceva l'Inter di Mourinho".
tavolo della pace — "Il tavolo della pace? Lo vedo di buon occhio. Ogni persona che si siederà avrà cose da chiarire", è una grande occasione di dialogo. Diretto e non attraverso i media", il commento di Lippi sull'ipotesi del tavolo politico comune chiarificatore chiesto da Andrea Agnelli e avallato dal presidente del Coni Gianni Petrucci. "Giustamente la Juventus vuol capire come mai ci sono state situazioni diverse una dall'altra, l'Inter lo stesso. Può essere un'occasione di chiarimento importante".
- Marcello Lippi , 63 anni, con Fabio Cannavaro, 38, ad Abu Dhabi, prima del GP Ansa
nessun incarico federale — A sua volta lui stesso ha qualcosa da chiarire: "Non ho nessuno incarico con la Lega Pro. Questa cosa è stata male interpretata e magari strumentalizzata da qualcuno. Sono stato semplicemente invitato come ospite d'onore ad Assisi in occasione della partita tra la Nazionale Olimpica della Palestina e l'Under 20 della Lega Pro per assistere al match e quando avrò la possibilità di farlo, andrò a vedere queste gare, senza alcun tipo di incarico".
su balotelli e la nazionale — "Balotelli? Avevo detto già in Sudafrica che avrebbe avuto un futuro in nazionale, ma io non l'ho convocato perché non lo meritava, non riusciva a fare bene le cose neppure nell'Under 21. Ora è migliorato e sarà un punto di forza per gli azzurri. Rossi e Cassano? Recupereranno, come fece Totti nella mia nazionale. Questa squadra mi piace perché mi sembra di vedere lo spirito della mia prima di Germania 2006. Buffon? È un fuoriclasse della comunicazione, oltre che sul campo. Si sa esprimere meglio di tanti davanti al microfono". Infine rispondendo a una domanda sul suo futuro afferma: "Ruolo dirigenziale alla Juve? È una storia molto lunga, troppo, ne parleremo in un'altra occasione".
parla del piero — "Il Milan è la favorita - commenta Del Piero -. Mi godo il momento, facciamo un passo alla volta. Il rapporto con Conte? Lui sta facendo un ottimo lavoro, come tutti, ma non è il momento dei bilanci. La difficolta di partire dalla panchina? Non giocando le Coppe il turn over è limitato, non è facile dare tutto in pochi minuti. Si soffre a stare in panchina, perché il fuoco dentro ce l'ho ancora. E resto il capitano di questa squadra. Ho dichiarato che gioco fino a 40 anni, non è detto, ma di sicuro continuerò qualche anno. Penso sino a giugno poi si vedra. Calcopoli? Mi riguarda solo quello che ho fatto in campo, con compagni e avversari. Per me è l'unica certezza. L'unico giudice. Il resto non riguarda me".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
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