Miami si salva a Charlotte grazie a Dwyane Wade e resta imbattuta dopo tre gare come Oklahoma City, che ha vinto una sfida tirata a Memphis. Crollano i Clippers, al cospetto di San Antonio, e New York, smantellata nel secondo tempo da Golden State. Vittorie anche per Atlanta, Cleveland e Philadelphia.

Dwyane Wade si fa largo contro Gerald Henderson. Reuters

Charlotte Bobcats-Miami Heat 95-96
Superman indossa la canotta nera numero 3 di Miami e ha Wade scritto dietro la schiena. Gli Heat sopravvivono allo spavento di Charlotte grazie a Flash, che a 2.9 secondi dalla fine infila il canestro del definitivo sorpasso in una gara che aveva visto gli uomini di Spoelstra tornare negli spogliatoi per il riposo con 15 punti da recuperare. Nell’ultimo possesso offensivo ci ha pensato Wade a cancellare la sua serata no (appena 10 punti e 5/13 dal campo), infilando il tiro della vittoria festeggiato simulando l'apertura della canotta sulla S di Superman. Miami soffre a Charlotte, travolta dalla gran serata di Henderson e Diaw e demolita 53-30 a rimbalzo. Ma centra la terza vittoria in tre gare grazie ai suoi campioni, perché se Wade ci mette il tiro della vittoria LeBron infila la seconda partita su 3 con almeno 35 punti (lui e Wade continuano a non tirare da tre) e Bosh la sua miglior performance stagionale. Charlotte fa paura da subito ai favoriti della stagione 2011-12: parte 11-0, chiude il primo parziale avanti 32-20 e va al riposo sul 60-45 con 16 punti di Augustin. Miami però non si arrende, e trascinata da James chiude il terzo quarto con un break di 18-4 e arriva alla sirena sotto 70-69. Il primo sorpasso sull’80-79 con Bosh a 6’39” dalla sirena, poi il +4 (95-91) firmato ancora dall’ex Toronto a 39” dalla fine. Charlotte ribalta la situazione con 5 punti in fila di Henderson, ma non ha fatto i conti con Superman Wade, che si materializza giusto in tempo per salvare Miami.
Charlotte: Henderson 21 (9/18 da due, 1/1 da tre), Augustin 20, Diaw 16. Rimbalzi: Diaw 16. Assist: Diaw 8.
Miami: James 35 (13/23, 9/9 tiri liberi), Bosh 25, Chalmers 15. Rimbalzi: James 6, Bosh 6, Haslem 6. Assist: James 7.

Atlanta Hawks-Washington Wizards 101-83
Tutti i titolari e il sesto uomo in doppia cifra, gli avversari tenuti al 39% al tiro e travolti 45-32 a rimbalzo. Così Atlanta si sbarazza di Washington, infilando la sua seconda vittoria di fila con un margine complessivo di 54 punti. Certo, l’altra avversaria era New Jersey, ma per gli Hawks di Larry Drew era importante cominciare bene la stagione per ribadire la propria candidatura ad un posto al sole della Eastern Conference: “Quando si parla delle favorite si nominano solo Miami, Chicago e New York - racconta coach Drew -: speriamo di essere presto anche noi in quella lista”. A Washington, che perde la seconda gara di fila e passa 22’ su 24 del secondo tempo a rincorrere con uno svantaggio in doppia cifra, non bastano i 21 punti dalla panchina di Nick Young e la doppia doppia di JaVale McGee per riuscire nell’impresa, anche perché gli Hawks partono fortissimo e a metà primo quarto sono avanti 16-4 grazie a 5 triple su 5 a bersaglio (tre sono di Johnson). I Wizards rientrano sul 35-33 a 7’35” dal riposo, ma Atlanta si riprende e torna negli spogliatoi avanti 55-42. Wall e Lewis portano gli ospiti a -8 in avvio di ripresa, ma è un fuori programma che gli Hawks risolvono con un 13-2 buono per ristabilire le distanze e guadagnarsi un secondo tempo tranquillo. E una facile vittoria.
Atlanta: Johnson 18 (3/8, 4/8), Williams 17, Smith 15. Rimbalzi: Smith 10, Horford 10. Assist: Teague 5.
Washington: Young 21 (3/6, 3/6, 6/6 tl), Wall 20, McGee 15. Rimbalzi: McGee 12. Assist: Wall 6.

Detroit Pistons-Cleveland Cavaliers 89-105
Buona la seconda. Dopo un debutto da dimenticare contro Toronto, Kyrie Irving fa vedere perché è stato la prima scelta al draft 2011, e con un gran primo tempo traccia la via della prima vittoria di Cleveland. L’ex Duke ci mette 12 punti tirando 5/7 dal campo e 5 assist per il 50-39 dei Cavs, che nella ripresa completano l’opera nonostante i 36 punti complessivi con cui Ben Gordon e la matricola Brandon Knight provano a regalare un sorriso al nuovo proprietario dei Pistons Tom Gores, per la prima volta da padrone al Palace di Auburn Hills. “Rimarrò paziente fino a quando vedrò dei progressi” ha detto Gores. Cleveland tira col 57% dal campo e domina 40-26 a rimbalzo, dimenticando lo 0-4 iniziale grazie a Irving, che dopo 3’ comincia lo show. Sessions sulla prima sirena infila il sorpasso definitivo dei Cavs (25-23), che volano nel secondo parziale tirando 10/16 e tornano negli spogliatoi avanti 50-39. Detroit, tenuta al 36.6% nei primi 24’, ritrova il feeling col canestro nel terzo parziale grazie a Gordon e Knight (20 dei 30 punti dei Pistons nel periodo sono loro), ma non va mai oltre il -4 e inizia gli ultimi 12’ sotto 79-69. Cleveland grazie a Samuels (9 punti nel parziale conclusivo) scappa fino a +19 (99-80 a 3’48” dalla fine) e mette al sicuro la vittoria.
Detroit: Gordon 25 (5/10, 4/9, 3/4 tl), Knight 23, Stuckey 11. Rimbalzi: Monroe 7. Assist: Knight 6.
Cleveland: Samuels 17 (6/8, 5/6 tl), Sessions 16, Jamison 15. Rimbalzi: Varejao 7, Sessions 7. Assist: Irving 7.

Memphis Grizzlies-Oklahoma City Thunder 95-98
Kevin Durant non fa sconti. I Grizzlies lottano per limitare il miglior realizzatore delle ultime 2 stagioni, lo mandano fuori giri per un 1/7 iniziale, ma KD si riprende e centra 9 dei successivi 10 tiri, infilando la terza gara su tre con almeno 30 punti e mantenendo senza macchia dopo tre partite il record dei Thunder. Coach Brooks però, escluso James Harden (18,3 punti di media dalla panchina), ha poco altro per cui sorridere, con Westbrook da 0/13 al tiro (e protagonista di un litigio in panchina con Durant alla fine del secondo quarto) e i Thunder incapaci di giustiziare Memphis, per due volte a -12. Ai Grizzlies è mancato poco, grazie al trio in doppia doppia Gay, Randolph, Gasol e alla gran partita di Jeremy Pargo, rookie da 15 punti e 7 assist chiamato a sostituire l’infortunato Mike Conley (caviglia destra slogata dopo appena 24”). Il k.o. del play è uno shock per i padroni di casa, senza canestro dal campo nei primi 8’ di gara ma capaci di rientrare da 20-11 alla parità. Oklahoma con Harden corre fino al 40-28 di metà secondo quarto, ma con Pargo a ispirare Memphis si riprende e all’intervallo è sotto 54-49. Randolph a metà parziale regala ai Grizzlies il primo vantaggio (61-60), poi di nuovo nel quarto parziale sul 76-75, ma Oklahoma torna a +12 (89-77) a 5’25” dalla fine. Per il k.o. però non basta, perché Randolph ci mette 10 punti e riporta i Grizzlies a -1, l’ultima volta con meno di 2” da giocare. Ma Memphis non riesce ad evitare una partenza con due k.o. su due.
Memphis: Randolph 24 (6/17, 1/3, 9/12 tl), Gay 19, Gasol 16. Rimbalzi: Randolph 12, Gay 12, Gasol 12. Assist: Pargo 7.
Oklahoma City: Durant 32 (8/12, 2/5 10/11 tl), Harden 20, Perkins 10. Rimbalzi: Durant 8. Westbrook 6.

Manu Ginobili, autore di 24 punti. Ap

San Antonio Spurs-Los Angeles Clippers 115-90
Prima di diventare la nuova potenza della Western Conference, i Clippers hanno ancora tanta strada da fare. Los Angeles si scioglie al cospetto di San Antonio, che martellando col 56,3% dal campo, tenendo gli avversari al 39,2% e vincendo 43-30 la sfida a rimbalzo, infligge a Chris Paul (10 punti con 3/10 dal campo) e compagni la prima sconfitta stagionale su un campo che per i Clippers è tabù dal gennaio 2002. “Ci hanno distrutto nel terzo quarto - ammette candidamente Blake Griffin, unica arma offensiva di coach Del Negro -. La nostra difesa deve migliorare e può farlo, perché gli errori che abbiamo fatto sono facilmente correggibili”. Se il nuovo che vorrebbe avanzare viene rimandato a marzo (il 9 i Clippers saranno nuovamente di scena a San Antonio), gli Spurs confermano di poter ancora dire la loro a Ovest, tenendo gli avversari ad appena 36 punti nella ripresa e sfruttando la serata di grazia di Manu Ginobili e DeJuan Blair. Dopo un primo tempo equilibrato, che i padroni di casa chiudono avanti 58-54 grazie a una tripla di Ginobili (16 punti prima del riposo) a 5” dalla sirena, San Antonio fa la differenza nel terzo parziale, aperto con un 14-4 che porta il vantaggio a 72-58 e proseguito fino al 96-71 della terza sirena, con i Clippers limitati a 5/13 al tiro e San Antonio che colpisce col 76,2% con Parker da 10 punti. Per Los Angeles è uno shock da cui è impossibile riprendersi.
San Antonio: Ginobili 24 (1/2, 5/8, 7/7 tl), Blair 20, Jefferson 19. Rimbalzi: Duncan 8, Leonard 8. Assist: Parker 9.
LA Clippers: Griffin 28 (11/19, 6/8 tl), Williams 12, Butler 12. Rimbalzi: Griffin 9. Assist: Paul 9.

Phoenix Suns-Philadelphia 76ers 83-103
Quando si dice sfruttare il riposo. Philadelphia trova a Phoenix la sua prima vittoria stagionale con un incredibile parziale di 22-2 nella prima metà del terzo quarto, quando i Sixers sono riusciti a trasformare un vantaggio di 14 punti (48-34) in un 70-36 con 5’31” da giocare che manda il match in archivio in anticipo. I Suns incassano e iniziano per la prima volta dal 1996-97 una stagione con due k.o. consecutivi: “Che dire? Ovviamente non era quello che ci aspettavamo - racconta sconsolato coach Alvin Gentry -. Abbiamo perso le prime due partite in casa, ed è un lusso che nessuno può concedersi”. Philadelphia manda 6 giocatori in doppia cifra e tiene Phoenix al 41% dal campo (2/11 da tre), con Steve Nash completamente fuori giri: appena 4 punti con 2/11 al tiro, 1 solo assist e ben 6 palle perse, 2 nel parziale con cui i Sixers si prendono la vittoria. I padroni di casa sono in partita fino a 3’53” dalla prima sirena, quando avanti 16-15 iniziano a rallentare: chiudono il primo quarto sotto 25-18, nel secondo rientrano fino a -6 ma Philadelphia infila due triple nell’ultimo minuto e va al riposo avanti 48-34. Al rientro sul parquet i Sixers sono un’altra squadra: la difesa è impenetrabile, l’attacco fa malissimo e i Suns si ritrovano sotto di 34 quasi senza accorgersene. E la partita va in archivio.
Phoenix: Price 16 (6/9, 1/4, 1/1 tl), Warrick 14, Hill 14. Rimbalzi: Frye 8, Gortat 8. Assist: Price 4.
Philadelphia: Iguodala 15 (2/4, 3/3, 2/2 tl), Holiday 15 (5/12, 0/3, 5/7 tl), Young 15 (7/14, 1/1 tl). Rimbalzi: Hawes 11. Assist: Williams 5.

Amare Stoudemire lotta a rimbalzo con Udoh e Wright. Afp

Golden State Warriors-New York Knicks 92-78
Sarà la nebbia che avvolge quasi sempre il Golden Gate Bridge, simbolo di San Francisco, ma nella Baia le stelle di New York non brillano. Amar’e Stoudemire e Carmelo Anthony chiudono 8/27 dal campo nella prima sconfitta stagionale dei Knicks, demoliti nella ripresa da Golden State, che concede alla banda D’Antoni appena 35 punti dopo il riposo e ritrova il feeling col canestro dopo un primo tempo dal 35% dal campo. “Abbiamo giocato male, è stato davvero orribile” commenta amaro coach D’Antoni. I Warriors non hanno Curry (caviglia), New York ritrova Bibby ma decide di farne a meno, almeno inizialmente. I Knicks partono meglio con Fields grande protagonista (13 punti al riposo), ma non riescono a scappare e chiudono il primo parziale avanti 23-21. Golden State mette per la prima volta il naso avanti (25-23), ma New York reagisce con un 13-3 che vale il +8 (36-28), corretto da Ellis (7 punti negli ultimi 3’29” del primo tempo) in 43-37 al riposo. Stoudemire e Anthony rimettono avanti gli ospiti, ma i Warriors tornano in partita e alla sirena sono sul 64 pari grazie a una tripla di Rush. E nell’ultimo parziale cambiano marcia, tenendo New York a 2/11 dal campo mentre scappano sull’89-70 con Ellis a 4’09” dalla fine. Per i Knicks è troppo tardi per evitare la sconfitta.
Golden State: Ellis 22 (6/16, 2/6, 4/5 tl), Rush 19, Lee 13. Rimbalzi: Brown 10. Assist: Ellis 8.
New York: Stoudemire 16 (5/14, 6/10 tl), Fields 14, Walker 14. Rimbalzi: Stoudemire 10. Assist: Bibby 4.