Parte la caccia all’anello. Oggi alle 19 italiane la stagione Nba entra nel vivo con la prima gara dei playoff, l’atto inaugurale della serie tra Chicago e Philadelphia che fa da prologo a una postseason che si chiuderà a fine giugno con le finali. Sul trono dallo scorso anno c’è seduta Dallas, ma i Mavs sembrano avere chance quasi nulle di ripetersi. Occhi quindi sui Bulls, miglior squadra della regular season, su Miami, finalista lo scorso anno che sogna il titolo con il duo di assi James e Wade, sull’immortale San Antonio, la miglior squadra dell’Ovest, e sulla scalpitante Oklahoma City di Kevin Durant, per il terzo anno consecutivo miglior realizzatore dell’Nba. Danilo Gallinari sarà l’unico dei tre italiani a giocare la postseason. Le serie (primo turno, semifinali e finali di Conference, finali) sono al meglio delle 7 sfide: ecco come ci arrivano le 16 protagoniste.  

Eastern Conference

CHICAGO-PHILADELPHIA — Gara-1 sabato alle 19 italiane.
Scontri diretti: 2-1 Bulls
Record: 50-16 Bulls, 35-31 Sixers
Più punti: Rose (Bulls) 21,8; Williams (Sixers) 14,9
Più rimbalzi: Noah (Bulls) 9,8; Hawes (Sixers) 7,3
Più assist: Rose (Bulls) 7,9; Iguodala (Sixers) 5,5

L'atteso Derrick Rose qui contro i campioni di Dallas. Ap

Chicago: Dipende tutto da Derrick Rose. L’Mvp in carica quest’anno ha perso 27 gare per infortuni vari e nell’ultimo mese e mezzo ha giocato solo 5 partite senza mai brillare. Chicago è comunque riuscita a centrare il miglior record della regular season per il secondo anno di fila, grazie a una panchina più forte dell’anno scorso e alla miglior difesa dell’NBA (88,17 punti a gara). Ma nei playoff, se Rose non dovesse giocare ai livelli dell’anno scorso, potrebbe non bastare.
Philadelphia: Partenza folgorante (20-9 a metà febbraio), poi lento declino e playoff acciuffati per i capelli. La frattura tra i giovani Sixers e coach Doug Collins è netta e i Bulls sono pronti a metterla in evidenza, nonostante Philadelphia abbia chiuso con la terza miglior difesa della lega (89,39 punti concessi, peggio solo di Chicago e Boston). Ma l’attacco non morde (93,64 punti, solo Boston segna meno tra le squadre ai playoff) e manca un punto di riferimento offensivo.

MIAMI-NEW YORK — Gara-1 sabato alle 21.30 italiane
Scontri diretti: 3-0 Heat
Record: 46-20 Heat, 36-30 Knicks
Più punti: James (Heat) 27,1; Anthony (Knicks) 22,6
Più rimbalzi: James e Bosh (Heat) 7,9; Chandler (Knicks) 9,9
Più assist: James (Heat) 6,2; Lin (Knicks) 6,2

Miami: Oltre ai Big Three (anche se la stagione ha dimostrato che i grandi sono solo James e Wade) c’è di più? Questa volta sembrerebbe di si, anche se James (in lotta per il 3° MVP), Wade e Bosh sono gli unici ad aver chiuso in doppia cifra alla voce punti. Chalmers pareva cresciuto ma nel finale di stagione si è spento, Turiaf ha aggiunto qualcosa a un reparto lunghi deficitario, Battier, Miller e Haslem sono buoni innesti dalla panchina. Toccherà a Wade e soprattutto James fare la differenza. Non vincere il titolo sarebbe considerato un fallimento.
New York: Con la favola Jeremy Lin fuori per tutto il primo turno, la differenza la farà la capacità di convivere di Anthony e Stoudemire, rientrato nelle ultime 4 gare da un infortunio alla schiena che lo ha tenuto fuori per tre settimane. Melo senza di lui ha preso in mano la squadra giocando spesso e volentieri da ala forte. Chandler ha portato energia difensiva a una squadra che con Woodson ha perso solo 6 volte su 24. Battere 4 volte Miami sembra un’impresa impossibile, ma New York ha la fame giusta per provarci. E poi nell’ultima stagione mutilata da un lockout i Knicks sono arrivati in finale…

INDIANA-ORLANDO — Gara-1 sabato notte all’una italiana
Scontri diretti: 3-1 Magic
Record: 42-24 Pacers, 37-29 Magic
Più punti: Granger (Pacers) 18,7; Howard (Magic) 20,6
Più rimbalzi: Hibbert (Pacers) 8,8; Howard (Magic) 14,5
Più assist: Collison (Pacers) 4,8; Nelson (Magic) 5,7

Indiana: Una delle più belle sorprese della stagione, Indiana arriva ai playoff con la miglior percentuale di vittoria della franchigia dal 2004, quando i Pacers di Carlisle arrivarono fino alla finale di Conference. La squadra di quest’anno è un bel collettivo (il quintetto base ha chiuso tutto in doppia cifra alla voce punti) e il terzo miglior team dell’Nba a rimbalzo. E in aprile ha letteralmente volato, vincendo 12 partite su 15. Indiana è in gran forma e pronta ad andare oltre il primo turno per la prima volta dal 2005.
Orlando: L’assenza per infortunio di Dwight Howard suona come una condanna per i Magic di Stan Van Gundy, reduci da una stagione costellata di chiacchiere, scontri all’interno dello spogliatoio e tanti alti e bassi. Sarà Glenn Davis a rimpiazzare Howard come centro titolare, ma non sarà la stessa cosa. I progressi di Ryan Anderson, passato dai 10,6 punti di media del 2010-11 ai 16,1 di quest’anno, da soli non dovrebbero bastare.  

BOSTON-ATLANTA — Gara-1 domenica notte all’una italiana
Scontri diretti: 2-1 Celtics
Record: 39-27 Celtics, 40-26 Hawks
Più punti: Pierce (Celtics) 19,4; Smith e J. Johnson (Hawks) 18,8
Più rimbalzi: Garnett (Celtics) 8,2; Smith (Hawks) 9,6
Più assist: Rondo (Celtics) 11,7; Teague (Hawks) 4,9

Paul Pierce trascinatore di Boston. Ap

Boston: Il g.m. Ainge a marzo avrebbe potuto sciogliere i Big Three, ma ha deciso di dare loro un’altra chance ed è stato ripagato con 16 vittorie nelle ultime 22 partite. Garnett è rinato come centro, Pierce continua a far male e Allen (in forse per gara-1) dà il suo contributo anche dalla panchina. E poi c’è Rondo, il miglior assist-man della stagione (in doppia cifra nelle ultime 24 gare, non succedeva dai tempi di Stockton). I Celtics però hanno il peggior attacco tra le squadre ai playoff (91,85) e sono quella che in assoluto ha preso meno rimbalzi (38,79).
Atlanta: Gli Hawks hanno il vantaggio del campo, avendo chiuso la regular season con una vittoria in più di Boston, e si sono ormai abituati a giocare senza Al Horford, il centro fuori per infortunio da gennaio che potrebbe tornare a disposizione nel secondo turno. Atlanta ha vinto 9 gare su 12 in aprile, ma una delle 3 sconfitte è arrivata proprio con i Celtics. L’obiettivo è andare oltre le semifinali di conference, traguardo raggiunto nelle ultime tre stagioni. Ma è dal ’70 che gli Hawks non si giocano le Finals.    

Western Conference

SAN ANTONIO-UTAH — Gara-1 domenica alle 19 ora italiana
Scontri diretti: 3-1 Spurs
Record: 50-16 Spurs, 36-30 Jazz
Più punti: Parker (Spurs) 18,3; Jefferson (Jazz) 19,2
Più rimbalzi: Duncan (Spurs) 9,0; Jefferson (Jazz) 9,6
Più assist: Parker (Spurs) 7,7; Harris (Jazz) 5,0

Tony Parker, uomo punti e assist di San Antonio. Ap

San Antonio: Il primo posto a Ovest (e lo stesso record di Chicago, che avrà però il vantaggio del campo in un’eventuale finale) è un altro capolavoro di coach Popovich, che ha centellinato per tutta la stagione il minutaggio di Duncan aiutando Parker (massimo in carriera alla voce assist) a prendere in mano la squadra. San Antonio è la squadra che in regular season ha tirato meglio sia dal campo (47,8%) che da tre (39,3%) e ha chiuso la stagione con 21 vittorie nelle ultime 23 partite. E deve vendicare la clamorosa eliminazione patita lo scorso anno da Memphis.
Utah: Una delle sorprese della stagione, ha agguantato i playoff grazie alla vittoria su Phoenix alla penultima partita. Jefferson è il faro del 4° miglior attacco dell’Nba, ma i Jazz hanno la seconda peggior difesa tra le squadre arrivate ai playoff. I ragazzi di Corbin, tornati alla postseason dopo un anno di assenza, non ci stanno a fare le vittime sacrificali e proveranno a dare battaglia. Ma c’è bisogno di un miglioramento del play Devin Harris e di più punti dagli esterni.  

OKLAHOMA CITY-DALLAS — Gara-1 sabato notte alle 3.30 italiane
Scontri diretti: 3-1 Thunder
Record: 47-19 Thunder, 36-30 Mavs
Più punti: Durant (Thunder) 28,0; Nowitzki (Mavs) 21,6
Più rimbalzi: Durant (Thunder) 8,0; Marion (Mavs) 7,4
Più assist: Westbrook (Thunder) 5,5; Kidd (Mavs) 5,5

Oklahoma City: In lotta fino all’ultimo con gli Spurs per il miglior record di Conference, i giovani Thunder sembrano finalmente pronti a lottare per il titolo. Kevin Durant e Russell Westbrook hanno chiuso al primo e al quinto posto nella classifica dei migliori realizzatori; James Harden (ok dopo la gomitata ricevuta da World Peace domenica scorsa) porta punti dalla panchina e i lunghi Ibaka e Perkins sono tra i migliori in difesa. Da quando sono a Oklahoma City i Thunder hanno sempre migliorato: lo scorso anno la corsa si fermò solo in finale di conference...
Dallas: I campioni in carica arrivano alla post season con la peggior percentuale di vittorie dal 2000. Il faro Nowitzki ha chiuso col minimo in carriera alla voce punti dall’anno da matricola, e anche gli altri punti fermi del gruppo di coach Carlisle hanno avuto stagioni al di sotto dei loro standard. Tutti ingredienti che rendono impensabile che i Mavs possano ripetere la cavalcata trionfale della passata stagione.  

LOS ANGELES LAKers-DENVER — Gara-1 domenica alle 21.30 italiane
Scontri diretti: 3-1 Lakers
Record: 41-25 Lakers, 38-28 Denver
Più punti: Bryant (Lakers) 27,9; Lawson (Nuggets) 16,4
Più rimbalzi: Bynum (Lakers) 11,8; Faried (Nuggets) 7,7
Più assist: Sessions (Lakers) 6,2; Miller (Nuggets) 6,7

L.A. Lakers: La percentuale di vittorie è la peggiore dal 2007, quando arrivò un’eliminazione al primo turno, ma i Lakers di coach Mike Brown confidano nella voglia di Kobe Bryant per andare più avanti possibile. Black Mamba ha lottato fino all’ultimo con Kevin Durant per il titolo di miglior realizzatore (avrebbe avuto bisogno di 38 punti nell’ultima sfida, saltata per riposare in vista dei playoff) e se Bynum e Gasol garantiranno il rendimento delle 7 partite senza Kobe i Lakers qualcosa di buono potranno fare, pur dovendo rinunciare per 6 gare a World Peace.
Denver: Miglior attacco e seconda peggior difesa. I Nuggets di Gallinari (seconda volta in carriera ai playoff per l’azzurro) hanno chiuso con 6 vittorie nelle ultime 7 partite ma hanno avuto bisogno di andare sopra quota 100 punti per imporsi. Coach Karl ha a disposizione la panchina che produce più punti nell’Nba, ma dovrà trovare il giusto equilibrio nelle rotazioni. Nelle 8 precedenti stagioni Denver è andata solo una volta oltre il primo turno.  

MEMPHIS-LOS ANGELES CLIPPERS — Gara-1 domenica notte alle 3.30 italiane
Scontri diretti: 2-1 Clippers
Record: 41-25 Grizzlies, 40-26 Clippers
Più punti: Gay (Grizzlies) 19,0; Griffin (Clippers) 20,7
Più rimbalzi: Gasol (Grizzlies) 8,9; Griffin (Clippers) 10,9
Più assist: Conley (Grizzlies) 6,5; Paul (Clippers) 9,1

Lionel Hollins, tecnico dei Memphis Grizzlies. Ap

Memphis: La fantastica cavalcata di aprile (13 vittorie e 3 sole sconfitte) ha portato Memphis fino al quarto posto a Ovest e a chiudere con la miglior percentuale di vittorie nella storia della franchigia. Lo scorso anno i ragazzi di Hollins fecero il colpaccio eliminando al primo turno San Antonio nonostante l’assenza di Rudy Gay. Quest’anno i Grizzlies puntano a fare ancora meglio con la quinta miglior difesa dell’Nba (92,97 punti a gara, lnessuno come loro a Ovest).
L.A. Clippers: L’arrivo di Chris Paul non ha istantaneamente trasformato i Clippers in una squadra da titolo, ma li ha riportati ai playoff per la prima volta dal 2006 e li ha fatti chiudere con la miglior percentuale di vittorie nella storia della franchigia. La panchina di coach Del Negro un mese fa traballava, ma 14 vittorie in 17 partite l’hanno rinsaldata. Paul e Blake Griffin (cresciuto meno di quando ci si aspettasse) sono due garanzie, ma se ci fosse stato anche Chauncey Billups le prospettive sarebbero diverse.