Tony Parker e Tim Duncan, a riposo contro Portland. Reuters

Si ferma a Portland la serie vincente di San Antonio lunga 11 gare: la scelta di tenere a riposo Parker e Duncan costa a coach Popovich un umiliante 97-137. Miami batte Sacramento negli ultimi 12’ e arriva a sette vittorie di fila, la difesa di Memphis ferma Philadelphia. Preziosa vittoria in rimonta di Cleveland su Detroit.

Portland Trail Blazers-San Antonio Spurs 137-97
Umiliazione. San Antonio (23-10) decide di perdere a Portland (18-16) senza nemmeno lottare, con la scelta di coach Gregg Popovich di tenere a riposo sia Tony Parker che Tim Duncan (con Manu Ginobili e Thiago Splitter infortunati) che si tramuta in una durissima lezione che pone fine alla striscia vincente di 11 partite degli Spurs, la più lunga della stagione in Nba. Il coach motiva la decisione di escludere Parker e Duncan con le tre gare in quattro giorni (lunedì vittoria con Utah, giovedì c’è la sfida a Denver), ma i texani non subivano così tanti punti dal 7 dicembre 1990 (ne presero 153 da Denver, battuta comunque di 8 in una partita durata 48’), concedono oltre 100 punti per la quarta gara di fila e si fermano al 38% dal campo. I Blazers, per la prima volta con Jamal Crawford play titolare al posto di Raymond Felton, ringraziano la serata di recupero concessa ai due avversari più temuti e ne approfittano per riscrivere tutti i record stagionali e segnare il massimo di punti dal 7 marzo 1994, quando ne fecero proprio 137 a Golden State. La gara vera dura appena un quarto: Portland apre 17-8 mandando subito tre triple a bersaglio, San Antonio (con Joseph in quintetto al posto di Parker e Jefferson schierato nell’insolito ruolo di ala grande) reagisce con un bel 12-2 sotto la spinta dalla matricola Kawhi Leonard (massimo in carriera) e sorpassa sul 20-19 a 5’07” dalla fine, ma poi incassa un 22-0 che vale ai Blazers (8/11 da tre nel primo quarto) il 41-23 alla prima sirena. Il destino del match ormai è segnato, ma gli Spurs mollano completamente concedendo agli avversari 71 punti nel secondo tempo e il controllo totale dei canestri (la sfida a rimbalzo finisce 47-33). E una sconfitta annunciata si trasforma in una batosta umiliante.

Portland: Aldridge 21 (8/12, 5/5 tl), Crawford 20, Batum 19, Wallace 19. Rimbalzi: Wallace 10. Assist: Crawford 8.
San Antonio: Leonard 24 (7/10, 2/4, 4/6 tl), Green 16, Joseph 13. Rimbalzi: Leonard 10. Assist: Joseph 3, Jefferson 3, Neal 3.

Cleveland Cavaliers-Detroit Pistons 101-100
La strana coppia per una rimonta improbabile. Kyrie Irving e Alonzo Gee sono i protagonisti del successo di Cleveland (13 vinte-17 perse), che recupera 17 punti negli ultimi 16’ e e batte Detroit (12-22) mettendo insieme per la seconda volta in stagione due successi in fila. Gran parte del merito è di Irving e Gee: la prima scelta assoluta al draft 2011 infila 17 punti nel periodo conclusivo, il secondo anno ne aggiunge 13, compresi quelli del definitivo sorpasso sul 97-95 a 25” dalla fine. Ai Pistons, che chiudono col 39% dal campo, non è bastata la seconda miglior gara della carriera della matricola Brandon Knight per centrare la quarta vittoria di fila, sfumata in un quarto periodo in cui Detroit ha subito 35 punti segnandone solo 23 e incassando un netto 18-8 a rimbalzo. E dire che gli ospiti, sopra quota 100 appena per la quarta volta in stagione, avevano fatto tutto bene fino a quel momento, a partire dal tentativo di fuga del primo periodo (27-23 a 1’20” dalla sirena) grazie a 10 punti di Knight stoppato dai Cavs, che chiudono il parziale avanti 30-29. Detroit riesce a prendere il largo nel secondo quarto, costruendo con Stuckey e Monroe il 13-2 che spezza l’equilibrio e vale il 55-44 del 24’. Il vantaggio si dilata fino al 72-55 firmato Jerebko a 4’27” dalla terza sirena, ma Cleveland cambia marcia e a fine periodo ha 11 punti da recuperare. Irving e Gee si scatenano e chiudono il buco, ma è Antawn Jamison (seconda gara dell’anno sopra quota 30) a dare i Cavs il vantaggio (86-85 a 5’53” dalla fine), che si dilata fino a 93-87 a 3’07” da sirena. Detroit non molla e Knight la riporta in parità sul 95 con 1’02” da giocare, ma Gee schiaccia dopo aver arpionato un rimbalzo offensivo su un tiro che lui stesso aveva sbagliato e a 25” dalla fine riporta avanti Cleveland. Stavolta i Pistons non riescono più a rientrare.

Cleveland: Jamison 32 (8/17 da due, 3/5 da tre, 7/14 tiri liberi), Irving 25, Gee 16. Rimbalzi: Gee 11. Assist: Irving 8.
Detroit: Knight 24 (4/7, 4/5, 4/4 tl), Monroe 19, Stuckey 16, Gordon 16. Rimbalzi: Monroe 11. Assist: Monroe 7.

LeBron James a canestro: 18 punti per lui. Reuters

Miami Heat-Sacramento Kings 120-108
Settima sinfonia. Miami (26-7) travolge nell’ultimo quarto la giovane e promettente Sacramento (10-22) centrando la settima vittoria consecutiva con almeno 10 punti di scarto. Gli Heat tirano col 56% dal campo, colpiscono 10 volte da tre e hanno 50 punti dalla coppia di guardie titolari Wade-Chalmers (massimo in carriera di triple a bersaglio, 6, eguagliato), riuscendo a sopravvivere anche alla serata normale di LeBron James (18 punti, sesta volta sotto quota 20). Ma Sacramento ha dato filo da torcere alla squadra col miglior record in Nba, rifilandogli oltre 100 punti per la terza volta nelle ultime 21 partite (Miami aveva perso le altre 2) trascinata dalle magie della matricola Isaiah Thomas (massimo in carriera e terza gara di fila da titolare), di Tyreke Evans (4ª doppia doppia stagionale) e Marcus Thornton, tre che complessivamente fanno 7 stagioni Nba compresa quella in corso. “Sappiamo che contro di noi tutti giocano meglio del normale - dice LeBron -. Se serve l’ultimo quarto per batterli, continueremo a giocare come sappiamo”. Dominando a rimbalzo (16-7 nei primi 12’) e con 10 punti di Jason Thompson, Sacramento arriva alla prima sirena avanti 32-26, poi nel secondo quarto subisce il sorpasso di Miami, che con 13 punti di Wade e il 63% dal campo chiude sul 57-53 grazie a un 14-6 negli ultimi 3’25” orchestrato da Wade e LeBron. Gli Heat pensano di poter prendere il largo col 10-2 con cui inaugurano la ripresa, ma non hanno fatto i conti con Thomas, che tiene in scia i Kings con 20 punti e 5 triple nel periodo e con tre liberi li porta alla sirena sotto 93-88. La vena di Sacramento, di talento ma incostante, però finisce qui e Miami ne approfitta, costruendo con le riserve i punti buoni per arrivare sul 106-92 a 7’16” dalla fine, con LeBron e Wade che ballano in panchina. Quando coach Spoelstra rimanda i big in campo il vantaggio si dilata ulteriormente (120-102 a 2’04” dalla fine) e Miami può esultare.

Miami: Wade 30 (11/16, 8/10 tl), Bosh 20, Chalmers 20. Rimbalzi: Bosh 10. Assist: Wade 10.
Sacramento: Thomas 24 (2/6, 5/8, 5/5 tl), Thornton 23, Evans 21. Rimbalzi: Thompson 10. Assist: Evans 10.

Mike Conley lascia a terra Holiday. Reuters

Memphis Grizzlies-Philadelphia 76ers 89-76
Difesa sigillata. Memphis (19-15) tiene Philadelphia (20-13) al 36,5% dal campo, domina 47-36 a rimbalzo e si prende la sesta vittoria nelle ultime sette partite. Il protagonista per i Grizzlies è Marc Gasol: lo spagnolo, che sente profumo di All Star Game, mette insieme una gara monstre sotto il canestro di Memphis arpionando 13 rimbalzi (più uno offensivo) e aggiungendoci 5 stoppate. I Sixers sbattono contro il muro eretto dallo spagnolo e si impantanano, rimediando la quarta sconfitta consecutiva e non salendo sopra quota 80 punti per la sesta volta in stagione (cinque sconfitte). La difesa di Memphis fa la voce grossa fin dall’avvio: Philadelphia è tenuta a 4/20 dal campo nel primo periodo, mentre i Grizzlies sono devastanti e passano da 9-7 a 30-9 (a 53” dalla sirena) concedendo nel frattempo ai Sixers solo un canestro di Young. Gli ospiti però si ritrovano nel secondo periodo, spediscono nel cesto 13 dei loro primi 17 tentativi e con una tripla di Holiday si riavvicinano sul 40-43 a 2’30” dal riposo, dove però i padroni di casa arrivano sul 47-42. Memphis prova a scrollarsi di dosso gli avversari e a fine terzo quarto allunga con Pondexter e Haddadi fino a 69-60. Ma i Sixers restano a contatto, nonostante vengano ricacciati indietro (tripla chiave di Mayo a 8’16” dalla fine per il 77-70 Grizzlies) ogni volta che si riavvicinano troppo. La spallata decisiva è di Rudy Gay, che apre con 5 punti di fila il 9-0 che trascina Memphis sull’89-74 con 1’06” da giocare. A Philladelphia non resta che arrendersi.

Memphis: Gasol 15 (5/12, 5/8 tl), Gay 14, Mayo 13. Rimbalzi: Gasol 14. Assist: Gasol 7.
Philadelphia: Holiday 22 (5/13, 4/5), L. Allen 14, Iguodala 11. Rimbalzi: Young 7. Assist: Iguodala 7.