Non bastano 28 punti di DeRozan e 19 di Bargnani ai Toronto Raptors per superare Cleveland che, trascinata da 16 punti di Jamison nell’ultimo quarto, interrompe una striscia perdente di 9 gare. Contro la squadra più calda della Nba, invece, gli Hornets vanno subito in difficoltà e alla fine incassano una pesante sconfitta. San Antonio vince 128-103 e grazie alla sconfitta di Oklahoma City a Indianapolis si porta in vetta alla Western Conference. Marco Belinelli parte dalla panchina, gioca diversi minuti da playmaker e alla fine chiude con 15 punti in 22’.

Andrea Bargnani attacca Antawn Jamison. Reuters

Toronto Raptors-Cleveland Cavaliers 80-84
Lo spettacolo offerto in campo è scarso, ma non poteva essere altrimenti considerate le assenze da entrambe le parti: Calderon (seduto in panchina con un occhio semi-chiuso), Bayless e Forbes per Toronto - Irving, Varejao, Parker e Gibson per i Cavs. Sette dei giocatori dei due roster hanno disputato gare nella D-League questa stagione, e quattro di loro sono partiti titolari (Sloan, Harris, Anderson e Uzoh). Aggiungiamo che James Johnson è stato tenuto in panca per tutta la gara da Dwane Casey per motivi disciplinari ed è ovvio che con queste premesse il match non sia stato di alta qualità. Toronto ha provato a farsi guidare da Bargnani e DeRozan e fino alla fine del terzo quarto ha avuto il controllo della gara, ma nel quarto periodo ha commesso errori difensivi uno in fila all’altro consentendo a Jamison di diventare protagonista. Fondamentali un paio di triple dell’avversario diretto del Mago, rimasto tutto solo dietro l’arco dopo aver bloccato per la sua guardia. "Ha tirato libero. Abbiamo sbagliato le rotazioni, abbiamo sbagliato tutto" ha spiegato Bargnani. Eppure la difesa di Toronto era stata efficace nel terzo quarto, limitando i Cavs a 3/19 dal campo per 12 punti e permettendo a Toronto di entrare nell’ultimo quarto con 12 lunghezze di vantaggio. Un crollo generale e anche da parte del Mago che era partito benissimo nel primo quarto ha cambiato il risultato finale. Bargnani aveva iniziato la gara segnando i suoi primi 6 tentativi e chiudendo il primo quarto con 13 punti (6/7).

Negli ultimi 12 minuti invece è successo il contrario: 0/6 e forse un solo tiro di buona qualità, gli altri fuori ritmo o sporcati da contatti al limite del fallo ignorati dalla terna arbitrale, la stessa che ha espulso il coach dei cavs Byron Scott nel secondo quarto per doppio tecnico. Quando Cleveland si è resa conto che la vittoria era a portata di mano grazie ai canestri di Jamison, l’intensità difensiva è cresciuta e Toronto non ha più prodotto buoni tiri. Qualche spunto individuale di DeRozan e di Ben Uzoh nel finale non sono bastati. I Raptors hanno tirato nell’ultimo quarto con 5/19 e prodotto un solo assist (opera di Bargnani) in tutto il quarto. La confusione in campo è peraltro comprensibile. Tra i nove giocatori utilizzati da Casey tre sono nel roster con un contratto di 10 giorni: il presidente Colangelo ha appena premiato Alan Anderson e Ben Uzoh con il secondo "contratto di 10 giorni", mentre l’ultimo arrivato Justin Dentmon ha esordito contro Cleveland giocando quasi 14 minuti nel delicato ruolo di playmaker. Mentre Uzoh, il regista titolare che ha sostituito Calderon, è rimasto in campo per 34 minuti (4/8 per 9 punti e 3 assist). E gli ostacoli non sono mica finiti: i Raptors festeggeranno la Pasqua sul campo impossibile di Oklahoma City.

Toronto: BARGNANI 19 punti (7/17 da due, 1/5 da tre, 2/4 tl), 7 rimbalzi, 2 assist, 2 palle recuperate, 3 falli in 36’. DeRozan 28. Rimbalzi: Kleiza 8. Assist: DeRozan 4
Cleveland: Jamison 25 (8/16), Hudson 23. Rimbalzi: Jamison 8. Assist: Hudson 7.

Marco Belinelli lotta a rimbalzo. Us Presswire

San Antonio Spurs-New Orleans Hornets 128-103
Reduci da nove successi consecutivi gli Spurs mettono subito in chiaro le cose e partendo con il piede sull’acceleratore. Tony Parker e Tim Duncan puniscono le distrazioni difensive di New Orleans e Manu Ginobili appena entra in campo, a 6’28’’ dalla fine del primo quarto, si mette a produrre. Il solo Eric Gordon non basta agli Hornets che per una volta difensivamente fanno veramente fatica. Marco Belinelli sostituisce Greivis Vasquez nel finale della prima frazione e va in regia, lasciando spazio in attacco a Gordon e Landry. La panchina di San Antonio pero’ manda il tilt la difesa di New Orleans. Gli Spurs arrivano al vantaggio in doppia cifra e scappano via all’inizio del secondo quarto. Beli segna da sotto, poi dalla lunga distanza riposta gli ospiti al -10. Basta un’accelerazione di Neal e Ginobili pero’ per regalare ai padroni di casa il +21. Cinque punti del bolognese nel finale della secondo periodo servono a poco, oramai il match e’ segnato e gli Spurs vanno negli spogliatoi all’intervallo avanti di 27 lunghezze dopo aver segnato qualcosa come 72 punti nel primo tempo. New Orleans ha il merito di non alzare bandiera bianca e prova a dare un senso alla sua gara realizzando i primi nove punti del secondo tempo. Duncan e Green rispondono, New Orleans riesce a rimettere in discussione il match tornando a -15 a meta’ del terzo quarto ma la panchina di San Antonio ancora una volta ricaccia indietro gli ospiti. Con i canestri di Stephen Jackson e Matt Bonner i padroni di casa piazzano un parziale di 10-2 a cavallo tra la fine del terzo periodo e l’inizio del quarto che riporta gli Spurs a distanza di sicurezza e in pratica chiude ogni discorso. A risultato acquisito con le riserve sul parquet la squadra texana si permette così il lusso di fare accademia negli ultimi minuti del match. San Antonio conquista il suo 10o successo consecutivi e Gregg Popovich può concedere una serata di tutta tranquillità a Tony Parker, il quale resta sul parquet solamente 16’.

San Antonio: Duncan 19 (8/9). Rimbalzi: Jackson 7. Assist: Parker 6
New Orleans: BELINELLI 15 (4/10, 2/4), con due rimbalzi e due recuperi in 22’. Gordon 31 (9/12, 2/7). Rimbalzi: Ayon, Landry, Vasquez 6. Assist: Gordon 4.