La maratona di New York non tradisce mai: lo spettacolo, sulle strade della Grande Mela, ¨¨ sempre garantito. Sia che il copione proponga un assolo (gara maschile), sia che offra una sfida che si risolve negli ultimi metri (gara femminile). Se poi le condizioni meteo, come in questa occasione (termometro tra i 12 e i 16 gradi), sono favorevoli, il fascino ¨¨ assoluto. In un caso e nell’alto, intanto, a imporsi – come in dieci delle ultime undici volte - sono atleti africani: il 32enne etiope Tamirat Tola e la 33enne keniana Hellen Obiri, nomi di prestigio. C’¨¨ anche un po’ d’azzurro: il 28enne milanese Iliass Aouani, primatista nazionale, ¨¨ settimo in 2h10’54”.
ATLETICA
Maratona di New York: vincono Tola (record della gara) e la Obiri. Aouani settimo
L’etiope, con 2h04’58”, dopo 12 anni migliora di 10” il primato di Geoffrey Mutai. La keniana si impone in volata. L’azzurro fa 2h10’54”
Uomini
¡ªTra gli uomini si va veloci: la selezione avviene presto e, dopo un passaggio alla mezza in 1h02’45”, l’azione decisiva si sviluppa intorno al 31¡ã km quando Tola, iridato della specialit¨¤ a Eugene 2022, stacca il connazionale Jemal Yimer. Quello dell’uomo della scuderia gestita dal manager trentino Gianni Demadonna, da l¨¬ in poi, ¨¨ uno splendido crescendo. L’etiope, sempre in spinta e in controllo, chiude in 2h04’58”. Vale il record delle 52 edizioni della gara, con un progresso di 8 secondi sul tempo ottenuto del keniano Geoffrey Mutai dodici anni fa, nel 2011. Alle sue spalle, saltato Yimer, finiscono il keniano Albert Korir, re nel 2021 (2h06’57”) e l’altro etiope Shura Kitata (2h07’11”).
Aouani
¡ªAouani, alla quarta maratona della carriera (in 19 mesi), la prima a New York, corre con buon acume tattico. Sta nel gruppo di testa, poi si fa sfilare (1h03’51” a met¨¤), ma quando si entra nel vivo recupera posizioni importanti. La settima piazza, dopo qualche mese difficile, rilancia le sue ambizioni. L’ingegnere portacolori delle Fiamme Azzurre, conclusa la lunga parentesi con Massimo Magnani a Ferrara, da qualche settimana si allena con Giuseppe Giambrone al Tuscany Camp di San Rocco a Pilli, nei pressi di Siena. In chiave europea meglio fanno l’argento olimpico, l’olandese Abdi Nageeye (quarto in 2h10’21”), il belga Koen Naert (quinto in 2h10’25”) e l’israeliano argento iridato Maru Teferi (sesto in 2h10’28”).
Donne
¡ªIn campo femminile si va a ritmo lento. Alla mezza si transita addirittura in 1h14’21” e il gruppo di testa ¨¨ composto da 11 delle 14 professioniste al via. Nel finale, da poco prima dell’ingresso in Central Park, si fa inevitabilmente sul serio. E davanti restano in cinque: con la Obiri, altre tre keniane, Sharon Lokedi, campionessa uscente, Brigit Kosgei, ex primatista del mondo e Viola Cheptoo, pi¨´ l’etiope Letensebet Gidey. Si stacca la Cheptoo, cede la Kosgei. ? sfida a tre. Anzi, a due, perch¨¦ anche la Lokedi perde qualche metro. Il finale della Obiri, ex pistard di lusso – due argenti olimpici e due ori mondiali nei 5000 – ¨¨ irresistibile. Vince in 2h27’23”, con la Gidey a 6” e la Lokedi a 10”. Era da 1989 e dall’uno-due della grande norvegese Grete Waitz che a nessuna riusciva la doppietta Boston-New York nella stessa stagione.
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