EDIZIONE N. 51
New York celebra l’edizione n. 51 della propria maratona e la gara, dopo due anni stravolti dalla pandemia, torna alla normalit¨¤, con oltre 50.000 partecipanti (2222 italiani) e la folla ai bordi delle strade. L’esito tecnico, con una doppietta keniana (la terza consecutiva), ¨¨ invece nel segno della continuit¨¤. Con un applauso per Daniele Meucci, a 37 anni ottavo e secondo europeo (2h13’29”).
In campo maschile si impone Evans Chebet, all’esordio a New York, che fa doppietta col trionfo di Boston del 18 aprile. A 33 anni e alla sedicesima maratona della carriera, diventa uno dei pi¨´ grandi specialisti del momento, il primo a siglare la prestigiosa doppietta negli ultimi undici anni. Al secondo successo in una Major (¨¨ stato anche terzo a Berlino 2016 e quarto a Londra 2021), in altre dodici occasioni si ¨¨ piazzato tre volte primo, sei secondo, un terzo e due quarto. Tra i successi, quello di Valencia 2020 in 2h03’00”, settimo uomo di sempre e tra le seconde piazze quella di Milano 2019. Insomma: un atleta pi¨´ che affidabile. Con tanti legami con l’Italia: ¨¨ allenato dal bresciano Claudio Berardelli, ¨¨ gestito dal trentino Gianni Demadonna e la sua prima apparizione internazionale risulta essere quella del 6 agosto 2011, secondo alle Dieci Miglia del Garda, a Gargnano.
Chebet balza in testa alla gara in un frangente sportivamente drammatico. Il 24enne brasiliano Daniel Do Nascimento, l’uomo non nato in Africa con il miglior personale della storia (204’51” in aprile a Seul), considerando anche il caldo umido della giornata (fino a 23 gradi) ¨¨ protagonista di una follia. Parte a razzo e si invola. Il gruppo (giustamente) non reagisce e il vantaggio aumenta vieppi¨´. Alla mezza (un assurdo passaggio da 1h01’22”) ¨¨ di 2’12” sui pi¨´ immediati inseguitori. Il keniano Geoffrey Mutai, quando nel 2011 sigl¨° il record del percorso con 2h05’06”, transit¨° in 1h03’18”... Ma la festa, come da copione, finisce presto. Il brasiliano, che ha cominciato a viaggiare su ritmi pi¨´ normali, intorno al 29¡ã km necessita di una sosta ai bagni chimici e perde una ventina di secondi. Poi, barcollante, si ferma una prima volta. Alla seconda, al 32¡ã km, collassa e stramazza al suolo. C’¨¨ un po’ di apprensione (presto rientrata) per le sue condizioni. Il ritiro ¨¨ inevitabile. Chebet, nel mentre, ha fatto selezione. Anche se alle sue spalle non stanno a guardare. Nessun tentativo di rientro va comunque a buon fine ed Evans (sesto successo maschile keniano in altrettante Majors) taglia per primo il traguardo in Central Park in 2h08’41”, con 13” di vantaggio sull’etiope Shura Kitata e 1’50” sull’olandese argento olimpico Abdi Nageeye.
Solo quest’ultimo, tra gli atleti del Vecchio Continente, fa meglio di Meucci. L’ingegnere pisano, alla terza esperienza a New York (1h’04’03” alla mezza), centra il miglior piazzamento, pur superato poco prima dell’arrivo dal keniano Albert Korir, vincitore dodici mesi fa. Per il portacolori dell’Esercito il 2022 va in archivio col personale centrato in febbraio a Siviglia (2h09’25”), il 13¡ã posto agli Europei di agosto a Monaco di Baviera (2h14’22”), miglior azzurro e questo risultato.
Svolgimento pi¨´ regolare (1h12’17” alla mezza), ma esito a sorpresa, della gara femminile. Vince infatti la 28enne keniana Sharon Lokedi, dal 2015 residente negli Stati Uniti (a Flagstaff, in Arizona), dove ha frequentato l’universit¨¤ del Kansas, al debutto sui 42 km dopo una prestigiosa carriera di college, campionessa Ncaa dei 10.000 nel 2018. Proprio nella Grande Mela, in marzo, era stata quarta nella mezza (personale di 1h08’14”). Decisivo un attacco dopo il 40¡ã km, quando in testa c’¨¨ un terzetto composto anche dalla connazionale battente bandiera israeliana Lonah Salpeter, in maratona campionessa europea e bronzo iridato (come nei 10.000) e l’etiope Gotytom Gebreslase, oro mondiale della specialit¨¤ a Eugene. Finiscono nell’ordine in 2h23’23” , 2h23’30” e 2h23’39”. Quarta l’altra keniana Edna Kiplagat, 42enne iridata nel 2011 e nel 2013, sulla breccia da oltre un quarto di secolo (2h24’16”) e sesta l’attesa connazionale Hellen Obiri, regina della pista a sua volta all’esordio, un po’ sotto le aspettative (2h25’49”).
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