vela
Coppa America ancora senza casa mentre continua la guerra fra Ineos e Sir Ben Ainslie
Ripensando al nettissimo successo contro i britannici, per Emirates Team New Zealand la finale dell¡¯ultima America¡¯s Cup ¨¨ stata pi¨´ semplice di quanto si stia rivelando l¡¯organizzazione della 38¡ã edizione. Grant Dalton, nume supremo del gruppo, si era detto sereno sul trovare una nuova sede adeguata, conscio che Barcellona, gi¨¤ deludente per lo scarso interesse mostrato all¡¯evento, non poteva offrire pi¨´ spazio alle basi dei team. Si era dato otto mesi al massimo per l¡¯annuncio e ne sono passati quasi la met¨¤, con prospettive poco incoraggianti e il classico colpo di sfortuna.?
stop valencia
¡ª ?Sembrava fatta per un ritorno a Valencia, che era graditissimo a tutti i team. Citt¨¤ relativamente poco costosa ma turistica, buone infrastrutture (in buona parte create per l¡¯edizione del 2007), condizioni meteo mediamente superiori a quelle di Barcellona: tanti erano i punti a favore della Comunit¨¤ Valenzana a cui sarebbe piaciuto anche fare un dispetto ai catalani. Purtroppo ¨¨ arrivato il disastro di fine ottobre, con oltre 200 morti e danni terribili al territorio, che hanno risparmiato la parte centrale e settentrionale, dove si trovano le infrastrutture che ospitarono la bellissima manifestazione 18 anni fa e in cui Alinghi difese il trofeo conquistato ad Auckland. L¡¯opzione di ospitare un evento del genere, che comprendeva il pagamento di una fee notevole, facilmente superiore ai 70 milioni di euro spesi dal consorzio di Barcellona per l¡¯ultima edizione, ha fatto decidere gli amministratori locali per una rinuncia alla candidatura. Scelta prevedibile (comprensibile, per molti versi) che ha costretto Dalton a ricominciare da capo.?
obiettivo europa
¡ª ?Prima ha sentito Malaga, che era in corsa contro Barcellona ma con scarso successo e starebbe valutando altre opzioni europee. L¡¯Italia non rientra nei suoi pensieri soprattutto per lo sgarbo subito nell¡¯aprile 2023 quando la Regione Sardegna rinunci¨° alla prima tappa preliminare del circuito AC40, le barche di allenamento. Un mese fa era uscita la notizia di una sorprendente candidatura di Rio de Janeiro, mentre sembrano spegnersi le vecchie opzioni di Jeddah, in Arabia Saudita, tra l¡¯altro poco gradita dai team, Luna Rossa in primis. ¡°Cercheremo di accrescere l¡¯audience e gli accordi tra varie regioni, territori e societ¨¤¡± aveva detto Grant Dalton, ma lo scenario pi¨´ probabile ¨¨ che in Oriente ci si andr¨¤ solo per una tappa preliminare. Come ¨¨ fattibile che il circuito degli AC40 possa transitare in qualche localit¨¤ inglese, francese e anche italiana. Potenzialmente le sedi non mancano, ma alla fine decidono sempre i detentori che vogliono continuare a sfruttare l¡¯America¡¯s Cup anche da un punto di vista commerciale. Interesse che in realt¨¤ ¨¨ condiviso solo in parte da tutti i team e i loro partner. Aumentare il pubblico e allargare i confini della manifestazione ¨¨ un obiettivo condiviso da tutti ma Emirates Team New Zealand sfrutterebbe pi¨´ degli altri, come organizzatore, il business trovando risorse aggiuntive per rendere sempre pi¨´ inespugnabile il trofeo. Un dettaglio non secondario.?
guerra britannica
¡ª ?Il paradosso ¨¨ che in questo momento dove i ¡®kiwi¡¯ faticano nel trovare una sede adatta alla 38a America¡¯s Cup non esiste un serio contraltare, come sarebbe auspicabile persino per i detentori. Perch¨¦ dopo il clamoroso licenziamento di Sir Ben Ainslie da parte di Jim Ratcliffe, non ¨¨ chiaro del tutto chi possa essere il Challenge of Record, ossia il rappresentante degli sfidanti. Ruolo fondamentale per i partecipanti alla Louis Vuitton Cup ma anche per trovare un indirizzo tecnico-economico alla manifestazione. Va ricordato che la sfida nell¡¯ America¡¯s Cup ¨¨ rappresentata dallo yacht club che la lancia e non dallo sponsor, quindi sarebbe logico pensare che il Royal Yacht Squadron di Cowes sia dalla parte del mito della vela inglese e non di Ineos. Ma pare che il patron dell¡¯ultima sfida abbia gi¨¤ versato un bel ¡®gettone¡¯ ai neozelandesi per essere riconosciuto come Challenge of Record, subito dopo la finale persa a Barcellona. Il comunicato di Athena Racing ¨C il team di Sir Ben Ainslie ¨C ¨¨ stato minaccioso sul tema citando ¡°notevoli ostacoli legali e pratici per Ineos¡± ma al tempo stesso non li ha chiariti. Mentre dall¡¯altra parte il magnate ha confermato la partecipazione e indicato i due perni della sfida: Dave Endean (CEO di origine neozelandese e notevole esperienza velica) e Jim Allison (direttore tecnico, ex di Mercedes F.1). Si profila, al di l¨¤ di una possibile battaglia legale, un paradosso tutto inglese: la sfida di Ineos resta sicuramente valida, ma senza il tocco in pi¨´ di un asso come Ainslie mentre il genio della vela deve drammaticamente trovare un ricco sponsor se vuole tentare per l¡¯ennesima volta l¡¯assalto alla Vecchia Brocca.
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