Valerio Barbari di FisioScience ci spiega come fare per gestire il dolore che si avverte alla spalla quando si va a battere nel beach volley
Chi gioca a beach volley (e anche a pallavolo) sa bene di cosa stiamo parlando. ? piuttosto frequente, infatti, conoscere atleti agonisti o amatoriali che lamentano dolore, fastidi o altri sintomi alla spalla durante il gesto della battuta. Come possiamo gestire in modo efficace il dolore durante la battuta? Ne parliamo oggi con Valerio Barbari, Fisioterapista a Rimini e Co-Fondatore di FisioScience, realt¨¤ formativa e divulgativa in ambito fisioterapico sul territorio italiano. Prima di partire, ¨¨ meglio fare un piccolo passo indietro e distinguere bene sia i due momenti specifici potenzialmente problematici durante il gesto della battuta sia le due principali tipologie di battute stesse.
Tipologie di battute
¡ª ?Semplificando forse pi¨´ del dovuto, dobbiamo dividere il mondo in due e separare, idealmente, le due principali tipologie di battute al salto: salto flot e salto spin. Al di l¨¤ delle differenze tecniche di competenza dei preparatori atletici, degli allenatori e dei tecnici sportivi, la prima grande differenza tra le due tipologie di battute ¨¨ l¡¯impatto: secco, brusco e molto rapido nel salto flot, meno secco e meno rapido nel salto spin (servizio piuttosto ¡°classico¡± nella pallavolo). Dal punto di vista atletico sono gesti completamente differenti e, per quello che compete a me in qualit¨¤ di fisioterapista specializzato in ambito muscoloscheletrico, rappresentano due ¡°stimoli¡± forniti alla spalla davvero molto diversi. Durante la battuta in salto spin, il movimento dell¡¯arto superiore ¨¨ ben pi¨´ ampio e coinvolge sia la schiena che la spalla e il suo movimento rotatorio. Nel salto flot, invece, il movimento rotatorio del braccio ¨¨ pi¨´ ridotto e il focus ¨¨ prevalentemente a carico dell¡¯impatto con il palmo della mano che, ovviamente, si ripercuote sulla spalla.
I momenti della battuta non sono tutti uguali
¡ª ?Come facilmente intuibile dalle righe precedenti, il dolore alla spalla non viene percepito sempre e solo esclusivamente al momento dell¡¯impatto. Spesso, infatti, gli atleti, siano essi amatoriali o agonisti, possono lamentare sintomi o fastidi:?
- al momento dell¡¯impatto;?
- durante punti specifici di escursione di movimento del braccio (dall¡¯apertura del gomito in alto e indietro fino al momento immediatamente precedente all¡¯impatto).?
Perch¨¦ ¨¨ importante questa distinzione? Ne va sicuramente della gestione del problema. Non avr¨¤ senso, infatti, riabilitare la spalla di un atleta che ha dolore al momento dell¡¯impatto della palla attraverso esercizi che non allenino la spalla ad essere pronta a tollerare tale ¡°colpo¡± (impatto). Gli esercizi di mobilit¨¤, di rinforzo muscolare della cuffia dei rotatori, del deltoide o di altri muscoli posteriori (come i peri-scapolari) saranno certamente utili ad allenare la spalla in modo pi¨´ generale, ma dovranno essere completati anche da esercizi specifici:?
- con escursione articolare ridotta (come il momento ¡°scattoso¡± pre-impatto);?
- ad alta velocit¨¤ (proprio come avviene durante l¡¯impatto con la palla);?
- a carico progressivo.?
Alcuni strumenti utili, per fare un esempio pratico, possono essere proprio dei semplici elastici e delle palle di diversa misura e peso. A partire da esercizi pi¨´ semplici, l¡¯atleta dovr¨¤ imparare a gestire l¡¯impatto con la palla in modo esclusivo (senza introdurre altri movimenti) per poi, infine, introdurre l¡¯impatto in attivit¨¤ pi¨´ intense (come la battuta durante il match). Nel caso in cui l¡¯atleta possa avere dolore non all¡¯impatto ma nel momento precedente (movimento di apertura del braccio, ad esempio), ¨¨ molto probabile che il focus degli esercizi debba proprio essere quello di ripristinare:
- un ROM (escursione articolare di movimento) adeguato alla richiesta di mobilit¨¤ del gesto;?
- una forza muscolare della cuffia dei rotatori, del deltoide, della schiena e dei muscoli peri-scapolari sufficiente per sostenere tutto l¡¯arto superiore nel gesto atletico.
Consigli per autogestirsi
¡ª ?Abbiamo semplificato forse pi¨´ del dovuto ma, essenzialmente, le problematiche pi¨´ frequenti sono a carico del momento dell¡¯impatto con la palla o durante il movimento dell¡¯arto superiore prima di tale momento. Il primo consiglio utile per gestire la problematica ¨¨ quello di analizzare nel dettaglio il carico generale degli allenamenti e delle partite: numero di allenamenti a settimana, durata degli allenamenti, ripetizioni e serie (o tempo generale) dedicate agli esercizi propedeutici alla battuta, numero di battute eseguite, numero di allenamenti al mese e, infine, numero di tornei. Quest¡¯ultimo ¨¨ un aspetto cruciale: a differenza della pallavolo, nel beach volley (soprattutto per chi va avanti nel torneo!) il numero di partite e di set giocati pu¨° essere davvero elevato e portare conseguentemente a un sovraccarico della spalla. Il secondo consiglio ¨¨ quello di rivolgersi a un fisioterapista specializzato in ambito muscoloscheletrico in modo tale che il percorso riabilitativo mediato da esercizi specifici possa essere pi¨´ preciso possibile e coerente con le richieste dell¡¯atleta. Ogni atleta ha bisogno dei propri esercizi, della propria valutazione e della propria progressione dei carichi!
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