Dopo i primi e promettenti risultati, la prossima fase dello studio coinvolger¨¤ un numero pi¨´ alto di volontari
Le terapie psichedeliche non sono una novit¨¤ degli ultimi anni, ma affondano le proprie radici negli anni '50 e '60, dopo la scoperta delle propriet¨¤ psicoattive dell'LSD da parte del chimico svizzero Albert Hofmann nel 1943. Nei tre decenni successivi sempre pi¨´ psichiatri, terapeuti e ricercatori hanno provato a utilizzare sostanze psichedeliche per trattare alcolismo, ansia e depressione sotto rigorosa supervisione medica. Complice il proibizionismo negli Stati Uniti, per¨°, le ricerche subirono un freno fino ai primi anni del 2000 e anche di recente sono stati pubblicati degli studi sugli effetti di queste sostanze, a cominciare da quello pi¨´ recente sull'ibogaina, sostanza psicoattiva ricavata dalla corteccia della radice di un arbusto africano, l'iboga.
ibogaina: cos'¨¨ e che effetti ha
ĄŞ ?Le propriet¨¤ allucinogene dell'iboga sono note da secoli alle trib¨´ pigmee dellĄŻAfrica centrale, a cominciare da quelle del Gabon, dove questa sostanza,?illegale in Italia e in molti altri Paesi del mondo, viene impiegata in cerimonie spirituali e riti di guarigione. ? proprio a partire da quell'esperienza secolare che un gruppo di scienziati dall'Universit¨¤ di Stanford, in California, ha deciso di studiare l'ibogaina come terapia per i disturbi funzionali e neuropsichiatrici innescati da significative lesioni cerebrali traumatiche (TBI).
30 veterani tra i volontari
ĄŞ ?Lo studio, pubblicato all'inizio di questo 2024 su Nature Medicine, ¨¨ stato condotto su trenta veterani delle forze speciali statunitensi con lesioni cerebrali traumatiche e gravi sintomi psichiatrici. Le condizioni di partenza dei volontari erano gravi: 23 di loro mostravano sintomi di disturbo da stress post-traumatico (Ptsd), 14 stavano lottando da tempo con una grave ansia e 15 di loro avevano iniziato ad abusare di alcolici. Dopo anni di terapie tutt'altro che efficaci, 19 su 30 partecipanti allo studio hanno riferito di aver pensato al suicidio in passato, mentre 7 di loro aveva alle spalle un tentativo di togliersi la vita a causa degli invalidanti disturbi mentali.
All'inizio dello studio tutti i partecipanti avevano un punteggio di almeno 30 del Disability Assessment Schedule 2.0 (WHODAS-2) dell'Organizzazione Mondiale della Sanit¨¤, punteggio che sta ad indicare una disabilit¨¤ da lieve a moderata. Dopo aver assunto l'ibogaina, il punteggio medio WHODAS-2 era sceso al di sotto di 20, vale a dire disabilit¨¤ borderline o lieve.
I benefici sono aumentati ulteriormente a un mese di distanza dall'inizio della terapia. I partecipanti hanno registrato una riduzione media dell'88% dei sintomi del Ptsd, dell'87% dei sintomi della depressione e dellĄŻ81% di quelli dellĄŻansia, mentre il punteggio medio WHODAS-2 era sceso a 5,1, assenza di disabilit¨¤.
"Nessun altro farmaco ¨¨ mai stato in grado di alleviare i sintomi funzionali e neuropsichiatrici della lesione cerebrale traumatica", ha sottolineato il professor Nolan R. Williams, docente di psichiatria e scienze comportamentali all'Universit¨¤ di Stanford e coordinatore dello studio: "I risultati sono drammatici e intendiamo studiare ulteriormente questo composto. Oltre a trattare il trauma cranico, penso che questo potrebbe emergere come un farmaco di riabilitazione neurologica pi¨´ ampio".
Dopo questi primi e promettenti risultati, la ricerca proseguir¨¤ con un numero pi¨´ ampio di partecipanti e un obiettivo aggiuntivo: capire se con l'ibogaina sar¨¤ possibile trattare anche altre forme di disturbo da stress post-traumatico, ansia e depressione che non sono necessariamente legate al trauma cranico.
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