L¡¯Universit¨¤ degli Studi di Trieste ¨¨ alla guida di un interessante studio che potrebbe avere risvolti pratici anche sulla Terra: ecco di cosa si tratta
Impiegata in diversi campi della medicina e accostata spesso anche all¡¯esercizio fisico tradizionale, la NMES (neuromuscolar electrical stimulation, cio¨¨ stimolazione elettrica neuromuscolare) verr¨¤ testata addirittura nello spazio. Saranno infatti gli astronauti della missione NASA della Crew-7, che ha da poco raggiunto la stazione spaziale internazionale, a utilizzarla per capire se tale strumento possa risultare utile a un migliore adattamento dell¡¯organismo umano in questo ambiente cos¨¬ diverso da quello terrestre.
stimolazione elettrica neuromuscolare
¡ª ?La NMES ¨¨ una metodica che prevede l¡¯utilizzo di elettrodi da posizionare sulla pelle in corrispondenza del muscolo che si desidera sollecitare e con cui si simula l¡¯impulso nervoso normalmente lanciato dal cervello. Durante i voli spaziali il sistema muscolo-scheletrico degli astronauti si adatta all¡¯esposizione alla ridotta gravit¨¤ (microgravit¨¤). Questo processo di adattamento ¨¨ contraddistinto dalla diminuzione della massa muscolare e dalla conseguente riduzione delle capacit¨¤ di esercizio. Nel corso delle missioni spaziali ¨¨ per¨° fondamentale preservare la forza muscolare. Da un lato, infatti, ci¨° ¨¨ indispensabile perch¨¦ gli astronauti siano in grado di svolgere tutte le attivit¨¤ extra-veicolari previste dalla missione e dall¡¯altro per garantire loro un recupero fisico rapido e completo una volta fatto ritorno sulla Terra. La NMES potrebbe rivelarsi utile non soltanto per accentuare gli effetti dell¡¯allenamento in volo, ma anche per diminuire il tempo quotidiano che si dedica all¡¯esercizio fisico. Si suppone infatti che la NMES potrebbe sia migliorare la funzionalit¨¤ muscolare sia permettere l¡¯utilizzo di attrezzature di dimensioni ridotte e pi¨´ leggere, riducendo cos¨¬ il carico complessivo a bordo.
i benefici
¡ª ?A coordinare questo studio scientifico internazionale sulla NMES ¨¨ la dottoressa Alessandra Bosutti, del Dipartimento di Scienze della Vita dell¡¯Universit¨¤ degli Studi di Trieste. La ricerca, denominata ¡°NIMAS¡± (Neuromuscolar electrical stimulation to enhance the exercise benefits for muscle functions during spaceflight), potrebbe offrire preziosi spunti di riflessione non soltanto per una futura applicazione della NMES in ambienti a gravit¨¤ ridotta, quali la Luna e Marte. Per esempio, la ricerca potrebbe avere interessanti ricadute anche sulla Terra, in particolare per le persone anziane o per quelle che non possono fare affidamento su una perfetta mobilit¨¤. Infatti, sugli individui in l¨¤ con gli anni e su quelli che per diverse ragioni non hanno la possibilit¨¤ di muoversi o tenere in esercizio il fisico in modo corretto si osservano effetti simili a quelli provocati dalla microgravit¨¤ sugli astronauti.
i muscoli delle gambe
¡ª ?Sponsorizzato dall¡¯Agenzia Spaziale Europea, ¡°NIMAS¡± ¨¨ un progetto di ricerca che vede coinvolte, oltre all¡¯Universit¨¤ degli Studi di Trieste, anche l¡¯Universit?t des Saarlandes (Germania), l¡¯Universit¨¤ di Amsterdam (Olanda), la Schulthess Clinic (Svizzera) e la Manchester Metropolitan University (Regno Unito). A sostenere economicamente la ricerca sono le Agenzie Spaziali italiana, tedesca e inglese. ¡°Lo studio ha l¡¯obiettivo di determinare sia l'efficacia della NMES nel contrastare il declino della massa, del metabolismo e delle funzioni dei muscoli delle gambe degli astronauti causato dalla permanenza nello spazio, sia l¡¯effetto generale provocato dal volo spaziale. Il progetto richiede anche delle misurazioni a Terra, da effettuare prima e dopo il volo, relative all¡¯attivit¨¤ delle funzioni neuromuscolari, alla microcircolazione e ossigenazione muscolare e alle variazioni della massa dei muscoli delle gambe. Infine, saranno svolti anche alcuni prelievi di sangue a terra e a bordo della stazione spaziale internazionale per eseguire delle analisi molecolari¡± spiega la dottoressa Bosutti.
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