Uno studio congiunto dell¡¯Universit¨¤ di Sydney e della Southern Denmark ha rilevato quanto si perde - in et¨¤ cardiovascolare - a causa dell'insonnia e soprattutto dei disturbi del sonno legati alla respirazione
? stato gi¨¤ dimostrato che l¡¯insonnia e, in generale, i disturbi del sonno, possono portare tanti problemi a livello respiratorio e cardiovascolare. Adesso, uno studio congiunto dell¡¯Universit¨¤ di Sydney e della Southern Denmark ha rilevato anche quanto questi problemi incidono sull¡¯aspettativa di vita media. Ad esempio, l¡¯insonnia fa perdere circa 2 anni di vita, ma bisogna concentrarsi soprattutto sui disturbi respiratori come l'apnea notturna centrale e l'apnea notturna ostruttiva: infatti, secondo i ricercatori questi disturbi del sonno possono far perdere fino a 7 anni di vita.
Lo studio su insonnia e disturbi del sonno
¡ª ?I ricercatori hanno analizzato la storia clinica e la qualit¨¤ del sonno di oltre 300mila persone. Nelle donne che soffrono di disturbi del sonno a livello respiratorio, si associa una perdita di 7,32 anni di vita dal punto di vista dell¡¯et¨¤ cardiaca, mentre gli uomini perdono 6,73 anni. Chi soffre d¡¯insonnia cronica, invece, perde circa 2 anni di vita. ¡°Il sonno ¨¨ un¡¯attivit¨¤ multidimensionale e complessa¡± spiega uno degli autori principali dello studio, il professor Emmanuel Stamatakis: ¡°Non bisogna limitare la discussione soltanto alle ore di sonno, i cardiologi e gli altri specialisti devono lavorare con i pazienti per risolvere i problemi che possono influire sulla salute del cuore a lungo termine¡±.
Le conseguenze
¡ª ?¡°I disturbi del sonno collegati alla respirazione sono causati in larga misura da fattori di rischio cardiovascolare consolidati come l¡¯obesit¨¤ e l¡¯inattivit¨¤ fisica¡± continua il professor Stamatakis. Si tratta del primo studio concentrato specificamente sull¡¯influenza del sonno sull¡¯et¨¤ cardiovascolare¡±. Lo studio pone l¡¯attenzione su come una respirazione disordinata possa peggiorare la qualit¨¤ del sonno, rendendolo pi¨´ frammentato e ovviamente meno ristoratore. Di conseguenza, questo va a influire sullo stato di forma quotidiano del paziente, compromettendone la funzione metabolica e aumentando il rischio di infiammazioni. A ci¨° si sommano, inoltre, una maggiore irritabilit¨¤ e difficolt¨¤ di concentrazione¡±.
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