Le possibilit¨¤ offerte dalle nuove tecnologie sta modificando il rapporto tra i ragazzi e la propria immagine
All¡¯inizio della pandemia da Covid 19, adolescenti e preadolescenti si sono confrontati con insegnanti e compagni di classe attraverso la Dad (didattica a distanza). Cos¨¬, queste fasce della popolazione (come anche altre, seppur spesso in misura minore) si sono ritrovate a interagire tramite uno schermo. In che modo questo cambiamento epocale ha modificato il rapporto che i ragazzi hanno con la propria immagine? Interessanti riflessioni sul tema le offre il progetto ¡°SatisFace¡± dell¡¯Universit¨¤ Vita-Salute San Raffaele di Milano, che ha coinvolto 120 tra adolescenti e preadolescenti.
IL MAKE UP ? DIVENTATO VIRTUALE
¡ª ?Vedersi spesso su un monitor ha portato adolescenti e preadolescenti a riflettere sulla propria immagine, anche paragonandola a quella dei coetanei dall¡¯altra parte dello schermo. Per modificarla, cercando di presentare agli altri la migliore versione di s¨¦, c¡¯¨¨ chi ha fatto ricorso al make up tradizionale. Nella maggior parte dei casi, per¨°, c¡¯¨¨ stato (e c¡¯¨¨ tuttora) un make over virtuale, reso possibile da App che mettono a disposizione filtri e programmi di modifica dell¡¯immagine del viso. ¡°Da un lato, questi strumenti danno soddisfazione agli adolescenti perch¨¦ aiutano a migliorare la loro immagine digitale, ma dall¡¯altro determinano anche cambiamenti nelle aspettative che si hanno sull¡¯aspetto del proprio volto anche nella vita reale¡± osserva la professoressa Chiara Brombin, associata di Statistica alla Facolt¨¤ di Psicologia dell¡¯Universit¨¤ Vita-Salute San Raffaele di Milano e coordinatrice del progetto ¡°SatisFace¡±. Nel corso del progetto ¨¨ stato notato che i modelli di riferimento non sono pi¨´, come fino a qualche tempo fa, le grandi star del cinema, della tv o dello sport, bens¨¬ i coetanei, tra cui vi sono modelli sia positivi sia negativi.
UN CONFRONTO COSTRUTTIVO MA COMPLICATO
¡ª ?Un contesto del genere pu¨° favorire disturbi psicologici (e nei casi pi¨´ seri vere e proprie patologie), ma anche nuove forme di relazioni sociali tra adolescenti ancora poco studiate e che rappresentano interessanti opportunit¨¤ offerte dalla rivoluzione digitale. L¡¯adolescenza costituisce una fase cardine nella creazione dell¡¯immagine di s¨¦ e il confronto con i coetanei rappresenta l¡¯elemento principale di questo processo. Per via delle potenzialit¨¤ offerte dalle nuove tecnologie, attualmente le possibilit¨¤ di confronto sono sempre pi¨´ ampie: se una volta c¡¯erano soltanto i compagni di scuola e i coetanei con cui si praticava sport, oggi si aggiungono anche tutti i contatti dei vari social network. ¡°A prescindere dall¡¯et¨¤, il confronto sociale ¨¨ utile per auto-valutarsi e cercare di migliorarsi. Avere grazie ai social possibilit¨¤ pressoch¨¦ illimitate di confronto pu¨° per¨° rendere difficile orientarsi se non si ha un¡¯idea abbastanza solida di se stessi¡± spiega la professoressa Chiara Ferrero, psicologa, referente field project per il master Cognitive Psychology in Health Communication all¡¯Universit¨¤ della Svizzera Italiana (Usi) e all¡¯Universit¨¤ Vita-Salute San Raffaele.?
L¡¯ANSIA PORTA A MODIFICARE SPESSO LA PROPRIA IMMAGINE
¡ª ?Uno degli obiettivi del progetto ¡°SatisFace¡±, che ¨¨ ancora in corso, consiste nell¡¯individuare eventuali categorie di adolescenti pi¨´ a rischio e pi¨´ vulnerabili in questo continuo confronto sociale online. Pur non essendoci ancora risultati definitivi, sembra che a manipolare maggiormente la propria immagine sia chi ha una percezione negativa del proprio aspetto. Chi ha l'ansia di apparire sempre al meglio tende a modificare maggiormente la propria immagine sul web. Il raffronto con gli altri pu¨° anche diventare problematico, generare insicurezze e portare i ragazzi a passare ancora pi¨´ tempo sui social network. ¡°I genitori dovrebbero preoccuparsi quando i figli trascorrono pi¨´ tempo online che offline e anche se notano significativi cambiamenti di abitudini, con l¡¯adolescente che passa sulla rete molto pi¨´ tempo di quanto era solito fare prima¡± avverte la professoressa Ferrero.
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