Nei casi pi¨´ gravi il dolore pu¨° arrivare a essere continuo e cos¨¬ intenso da rendere difficile e fastidioso il cammino, costringendo le persone a un riposo forzato
Un dolore intenso, che costringe a zoppicare e che si fa sentire soprattutto al mattino appena scesi dal letto per poi "ammorbidirsi" durante la giornata. Spesso, man mano che ci si muove, tende a scomparire, per poi presentarsi per¨° nuovamente acuto durante lunghe passeggiate o se si corre. Sono i sintomi della "spina calcaneare", fastidioso disturbo ben noto soprattutto ai runner.
spina calcaneare cos'¨¨ e che problemi d¨¤
¡ª ?Di cosa si tratta precisamente? "Quando parliamo di spina calcaneare intendiamo la presenza di un¡¯escrescenza calcifica sul calcagno, che si sviluppa in prossimit¨¤ dell¡¯inserzione della fascia plantare ¨C risponde Fabio Cerri, dirigente medico della clinica Ortopedica e Traumatologica dell¡¯Ospedale San Paolo di Milano -. Questa alterazione anatomica, che possiamo individuare con una semplice radiografia, spesso si presenta in modo del tutto asintomatico e pertanto non richiede alcun tipo di trattamento, ma viene spesso confusa con una patologia decisamente pi¨´ frequente, alla quale si pu¨° associare: ovvero la fascite plantare". Insomma, la spina calcaneare rappresenta, almeno in termini di frequenza dei sintomi, un falso mito. In realt¨¤ la patologia coinvolge tutto il tessuto fibroso della pianta del piede.
mal di piedi? Occhio alla fascite plantare
¡ª ?La fascia plantare ¨¨ una robusta banda di tessuto connettivo fibroso, di forma triangolare, che si trova nella parte inferiore del piede, appena sotto la pelle e svolge varie funzioni: protegge le strutture pi¨´ profonde del piede (come nervi e vasi sanguigni), sostiene e mantiene l'arco plantare, tramette e distribuisce il peso corporeo al piede. Quindi ¨¨ fondamentale per evitare un sovraccarico del piede e microtraumi ripetuti. "La fascite plantare ¨¨ tra le cause pi¨´ diffuse del dolore ai piedi - spiega Cerri -. Le cause sono molteplici e spesso associate, alcune possono essere predisponenti, come la presenza di un piede cavo o piatto, l¡¯obesit¨¤ e una particolare contrattura o retrazione del polpaccio e del tendine d¡¯Achille. Altre cause, che spesso rappresentano solamente il fattore scatenante, sono estemporanee come un¡¯attivit¨¤ sportiva a elevato impatto (corsa, danza o simili), un lavoro spesso in piedi (insegnanti, infermieri, commesse nei negozi, ad esempio) o l¡¯utilizzo abituale di calzature non adeguate, perch¨¦ troppo piatte, come le ballerine o a suola eccessivamente rigida".
Fascite plantare: chi rischia di pi¨´
¡ª ?La popolazione pi¨´ suscettibile alla fascite plantare ¨¨ quella che va dai 40 ai 60 anni, specie se si rientra nelle categorie maggiormente espose alle cause che la provocano. "La prevenzione ¨¨ fondamentale ¨C ricorda Fabio Cerri -. Innanzitutto c¡¯¨¨ la scelta corretta delle calzature e poi il mantenimento di una buona mobilit¨¤ articolare, che eviti le retrazioni tendinee. Per gli sportivi ¨¨ decisiva l¡¯esecuzione di esercizi di stretching, la corretta attuazione del gesto atletico e, in alcuni casi, l¡¯uso di plantari su misura per correggere eventuali difetti della caviglia e del piede".
Terapie
¡ª ?Come si cura? "L¡¯approccio terapeutico ¨¨ nella stragrande maggioranza dei casi conservativo: mira a ridurre il dolore, recuperare la mobilit¨¤ articolare e rinforzare la muscolatura ¨C dice l¡¯esperto -. In prima istanza i rimedi pi¨´ comuni e di buon senso sono il riposo, quantomeno evitando le attivit¨¤ dolorose, l¡¯applicazione di ghiaccio e l¡¯utilizzo di FANS anche soltanto per uso topico. Quella che a mio avviso rappresenta la pi¨´ importante raccomandazione ¨¨ di eseguire un costante e progressivo stretching del polpaccio, in autonomia o eventualmente aiutati da un fisioterapista, che potr¨¤ quindi impostare un percorso riabilitativo mirato alla singola problematica. I risultati di questo trattamento cominciano a farsi sentire dopo 10-15 giorni, ma diventano realmente significativi dopo un mese di trattamento, la costanza ¨¨ fondamentale. Un secondo cardine sono le terapie fisiche come le tecarterapia, laserterapia, ionoforesi e le onde d¡¯urto focali. Queste ultime, nella mia esperienza le pi¨´ efficaci, soprattutto nel consolidare i benefici a lungo termine, vengono effettuate a cicli di tre con cadenza settimanale e possono essere ripetute nel tempo, hanno lo svantaggio di essere dolorose, ma i risultati, di norma, ne giustificano l¡¯utilizzo. Un ulteriore approccio ¨¨ quello di utilizzare un sostegno plantare che pu¨° andare dal semplice rialzo calcaneare, con lo scopo di ridurre la tensione del tendine d¡¯Achille, all¡¯utilizzo plantari confezionati su misura per correggere vizi anatomici di appoggio plantare. Poi, praticabile ed efficace ¨¨ l¡¯infiltrazione locale di corticosteroidi, ma da evitare quanto pi¨´ possibile per i possibili effetti collaterali locali. Infine, una soluzione innovativa e promettente, ma ancora controversa (per la limitata letteratura scientifica al riguardo) ¨¨ rappresentata dalla medicina rigenerativa: metodiche diverse che prevedono l¡¯infiltrazione di preparati, come il concentrato piastrinico o di cellule, come le mesenchimali, con l¡¯obiettivo, ancora poco documentato di portare ad una rigenerazione tissutale".
Il bisturi ¨¨ per pochi
¡ª ?Quando serve l¡¯intervento chirurgico? Se l¡¯approccio conservativo fallisce si pu¨° optare per un trattamento chirurgico. "Quello attualmente pi¨´ praticato prevede, attraverso un accesso mini-invasivo, l¡¯incisione della fascia plantare e l¡¯eventuale asportazione della spina calcaneare, mirando al doppio obiettivo di ridurre la tensione della fascia e di provocare un sanguinamento che attivi i processi riparativi locali ¨C conclude l¡¯esperto -. La durata dell¡¯intervento ¨¨ breve, nell¡¯ordine di 20 minuti, e viene eseguito di norma in anestesia loco-regionale o locale. Per i primi 15 giorni dopo l¡¯intervento ¨¨ consigliato l¡¯utilizzo delle stampelle per controllare il dolore post-operatorio. I risultati di norma si ottengono dopo uno o due mesi e pu¨° aiutare un breve ciclo di fisioterapia. Solo in una piccola percentuali di casi, resistenti anche a questo tipo di trattamento, possono rendersi necessari interventi pi¨´ impegnativi come l¡¯allungamento del tendine d¡¯Achille o la correzione di difetti d¡¯appoggio, quali le osteotomie correttive per il piede cavo".
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