Secondo una ricerca dell'Istituto Superiore di Sanit¨¤, i due tumori avrebbero dei punti in comune per quanto riguarda la presenza di cellule staminali tumorali quiescenti
I tumori al polmone e del colon-retto sono tra i pi¨´ diffusi in Italia e nel mondo, soprattutto tra gli anziani. Proprio per questo, il lavoro sulla prevenzione e sulla ricerca continua incessantemente: un ultimo studio dell¡¯Istituto Superiore di Sanit¨¤ si ¨¨ concentrato sugli alti rischi di recidiva di questi tumori, trovando dei punti in comune e mettendo a punto alcune linee guida per ridurre le possibilit¨¤ che possano ripresentarsi.
Lo studio dell'Iss
¡ª ?Lo studio ha scoperto che le cellule tumorali quiescenti dei tumori del colon-retto e del polmone mettono in atto dei programmi molecolari comuni per sopravvivere alle terapie. Studiare in che modo le cellule restano quiescenti ¨¨ fondamentale per comprendere i meccanismi di resistenza alle terapie, in modo da sviluppare nuove strategie terapeutiche. La ricrescita tumorale ¨¨ causata dalla presenza di cellule staminali tumorali quiescenti (qCST), che riescono a resistere alle terapie e al termine delle cure mettono in atto dei programmi molecolari di resistenza riprendendo a proliferare e quindi rigenerando la massa tumorale.
La resistenza delle cellule
¡ª ?Lo studio analizza due aspetti imprevisti della resistenza di queste cellule quiescenti. Inizialmente si pensava che derivassero ¡°semplicemente¡± da una selezione darwiniana delle cellule tumorali sottoposta a chemio e radio terapia. Quindi, solo le pi¨´ forti sopravvivevano. In realt¨¤, come spiega lo studio, la situazione ¨¨ pi¨´ complicata di cos¨¬: ¡°Sembra che alcune cellule tumorali, presenti gi¨¤ prima del trattamento oncologico, siano gi¨¤ all¡¯origine munite di condizioni favorevoli allo sviluppo di uno stato di quiescenza/chemioresistenza e altre, pur non avendo inizialmente queste caratteristiche, siano in grado di attuare dei programmi molecolari che le portino ad assumere le caratteristiche di qCST in risposta alle terapie oncologiche¡± spiega lo studio.
prevenire le recidive di cancro
¡ª ?Preso atto di ci¨°, i ricercatori e le ricercatrici dell¡¯ISS hanno messo a punto delle linee guida comuni per il tumore del colon-retto e il cancro al polmone che possono aiutare a prolungare lo stato di quiescenza di queste cellule. ¡°Tra i fattori ambientali che influenzano maggiormente il tumore e il suo microambiente sono particolarmente importanti quelli correlati all¡¯infiammazione, includendo abitudini alimentari, stress e fumo¡± si legge nello studio, che poi continua: ¡°? stato dimostrato che le cellule staminali tumorali del colon sono particolarmente sensibili alle sostanze presenti negli alimenti e, pertanto, l¡¯alimentazione pu¨° influire significativamente sulla comparsa della malattia, sulla progressione e sulla risposta alle terapie. Anche nel tumore al polmone l¡¯alimentazione ha un¡¯influenza molto importante, infatti si ¨¨ visto che il rischio oncologico aumenta in caso di elevato apporto di grassi totali e di grassi saturi. Anche lo stress pu¨° essere un fattore importante: ¡°Lo stress cronico ¨¨ in grado di innescare delle alterazioni del sistema nervoso, ormonale, endocrino e immunitario che possono influenzare lo sviluppo iniziale del cancro e successivamente definirne anche determinate caratteristiche biologiche, come invasivit¨¤ e malignit¨¤¡±.
L'importanza dell'attivit¨¤ fisica
¡ª ?? stato dimostrato anche che l¡¯attivit¨¤ fisica aumenta l¡¯efficienza della risposta immunitaria antitumorale, riducendo ansia, depressione e dolore e migliorando la sopravvivenza dei pazienti in tumori come quello al seno e del colon-retto: ¡°Tutte queste evidenze scientifiche mirano alla necessit¨¤ di lavorare contemporaneamente su due fronti: da una parte ¨¨ fondamentale sostenere la ricerca al fine di comprendere e contrastare i meccanismi di resistenza farmacologica del cancro; dall¡¯altra ¨¨ indispensabile considerare il paziente nel suo insieme (fisico ed emotivo) come determinante decisivo per il successo delle terapie e del processo di guarigione¡± conclude lo studio.
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