Luca Borreca ¨¨ il mental coach di Ivana Di Martino, una delle ultramaratonete pi¨´ famose d'Italia, nonch¨¦ coautore del libro "Correre ¨¨ la risposta"
Si dice che dietro a ogni grande uomo ci sia una grande donna, ma spesso vale anche il contrario! In questo caso la grande donna ¨¨ Ivana Di Martino, ¡°ultramaratoneta a scopo benefico¡± che nella vita di tutti i giorni ha combattuto le pi¨´ disparate ¡°battaglie¡± - non ultima quella di un intervento al cuore che avrebbe dovuto fermare bruscamente la sua voglia di macinare chilometri (tentativo vano) - ,?raccontate da qualche mese?in un libro dal titolo ¡°Correre ¨¨ la risposta¡±.?
Dietro a Ivana, il grande uomo ¨¨ Luca Borreca, suo insostituibile mental coach, uno di quelli che nell¡¯ombra fa il ¡°lavoro sporco¡±: il suo lavoro permette a Ivana e agli altri atleti seguiti di trovare la risposta, il guizzo per andare oltre l¡¯ostacolo, non solo sportivo, ma anche nella vita di tutti i giorni.
Abbiamo incontrato Borreca nelle storiche sale della Canottieri Milano, dove non si limita al ruolo di mental coach.
Luca, domanda scontata, raccontaci qualcosa di te.
Sono capo allenatore e direttore tecnico della squadra di nuoto della Canottieri Milano. Dopo un lungo percorso, da tre anni sono diventato anche un mental coach professionista e ho iniziato a lavorare con atleti, professionisti e non, e aziende. Nell¡¯ultimo anno poi, a tutto questo ho unito anche la passione per la scrittura, lavorando con Ivana alla stesura del libro ¡°Correre ¨¨ la risposta¡±.??
Come nasce il tuo ruolo da mental coach?
Beh, devo dire quasi per caso, quando Ivana, gi¨¤ abbastanza conosciuta per alcune sue imprese come il viaggio attraverso l¡¯Italia correndo 21 mezze maratone in 21 giorni, subisce un¡¯aggressione mentre corre sul Naviglio. Questo episodio la destabilizza molto: per risollevarsi, decide di attraversare l¡¯Italia da est a ovest, da Ventimiglia fino a Muggia, in otto tappe da 90 km e io, Fabio Vedana, suo allenatore running,? e un fisioterapista, decidiamo di seguirla per darle assistenza. Eravamo un team consapevole, ma un po¡¯ improvvisato. Io non avevo ancora iniziato il mio percorso da mental coach, ma lavorare molto sull'autoconsapevolezza, sulla fiducia verso le altre persone che la seguivano, sulla gestione dei momenti di stress e di ansia e far leva su quello che era l'aiuto del team, con Ivana ha funzionato. L¨¬ mi sono accorto che era un ruolo che mi riusciva particolarmente bene e ho capito che era un aspetto che avrei voluto approfondire.
Si pu¨° dire che quella del mental coach sia ormai una parte fondamentale nell¡¯allenamento?
S¨¬, assolutamente, infatti qui in Canottieri ho avuto la fortuna di ¡°tirare su¡± alcuni atleti che hanno iniziato ad andare molto forte (finali ai campionati italiani assoluti, medaglie e titoli di categoria), ma avevo la necessit¨¤ di dar loro qualcosa che non fosse semplicemente la preparazione dal punto di vista fisico, con tabelle di allenamento e ordini da bordo vasca. Era ovviamente un ¡°alzare l¡¯asticella¡± anche per me, per avere pi¨´ consapevolezza di quello che potevo fare e potevo dare e anche per darmi qualche obiettivo diverso.?
A tal scopo ho fatto un master, il tirocinio, ho realizzato una tesi di laurea sui fluidi e sul flusso che si viene a creare durante la prestazione ottimale dell'atleta e da l¨¬ in poi ho iniziato ad affiancare alla professione di allenatore, quella del mental coach.(Continua nella prossima scheda)
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