La storia di Stefano Castioni di Prendimingiro alle prese con la sua prima gara: i preparativi, le emozioni... e i consigli preziosi di Alessandro Degasperi (quinta puntata)
Dopo tanti allenamenti, ¨¨ arrivato il giorno della mia prima Ironman... Tre mesi?
di preparativi e due ultime settimane intense, hanno impegnato,? Alessandro Degasperi ed io, in allenamenti quotidiani, ma con un¡¯intensit¨¤ che diminuiva gradualmente, per mantenere il motore caldo ma senza scaricare le batterie.?Nell¡¯ultima settimana, con le previsioni meteo che diventavano sempre pi¨´ chiare, non vi nascondo che il pensiero (e l¡¯occhio) ¨¨ andato con insistenza sempre pi¨´ compulsiva all¡¯app con il radar per vedere quanto vento ci sarebbe stato in gara. Breve premessa: nell¡¯ultimo periodo, dalle notizie che arrivavano dall¡¯isola, soffiava stabilmente sui 40-50 km/h (che avrebbe reso l¡¯esperienza veramente dura). Incredibilmente, proprio per il sabato della gara le previsioni davano un leggero cambio di direzione del vento e la conseguente diminuzione dell¡¯intensit¨¤, con una proiezione di 20-30km/h. Era ovviamente una gran bella notizia.
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¡ª ?Accolti da un clima mite e piacevole, nei tre giorni pre-gara abbiamo nuotato due volte in mare e corso altrettante. Dopo aver assemblato le bici, siamo usciti per una breve pedalata (con il vento forte a 50km/h, ma con il pensiero-mantra-positivo: ¡°oggi ¨¨ mercoled¨¬, tanto sabato cala, tanto sabato cala, tanto sabato cala¡±) e tutto sembrava in ordine. Il gioved¨¬ ¨¨ stato il giorno delle ¡°pratiche¡± presso il Club La Santa (la struttura che organizza la gara), con il ritiro del pacco gara (con numeri, chip, borse, ecc) e il controllo delle ultime informazioni dagli organizzatori. Il venerd¨¬, il giorno prima della gara, ¨¨ quello in cui si prepara tutto il materiale da lasciare in zona cambio, fino al rito della consegna della bici, momento bellissimo e carico di emozione. Passato quel ¡°punto di non ritorno¡± ci sono solo due cose da fare: mangiare e andare a letto il prima possibile.
I PREPARATIVI DELLA GARA
¡ª ?La sveglia ¨¨ suonata alle 3.45 (la gara parte alle 7). Colazione ¡°normale¡± e abbondante. Abbiamo preparato le borracce (5 a testa) e tutti gli integratori e alimenti di cui avremmo avuto bisogno. Ultimo passaggio in zona cambio per lasciare le ultime cose vicino alla bici e poi in spiaggia. I partecipanti, pi¨´ di mille, erano praticamente tutti l¨¬, c¡¯era gi¨¤ qualcuno in acqua che si riscaldava nuotando, c'erano gli amici e i parenti, gli allenatori, i turisti ed i curiosi. L¡¯emozione e l¡¯adrenalina crescevano di pari passo con i minuti, ormai mancava davvero poco. In testa scorrono?velocemente tanti dei momenti passati nei tre mesi di allenamento: ¡°che bel viaggio ¨¨ stato arrivare fino a qui!¡±. Manca sempre meno, e io ed Alessandro ci diamo l¡¯ultima pacca sulla spalla mentre lui si avvicina al gruppo dei ¡°PRO¡± che partir¨¤ in testa, e io cerco il mio posto tra le varie ¡°gabbie¡± che dividono gli atleti per il tempo stimato a nuoto.
IL NUOTO
¡ª ?Tre-due-uno, e la sirena suona, si parte! Esclusi i PRO, la partenza ¨¨ in stile ¡°rolling¡±, e quindi 7 atleti alla volta, ogni 5 secondi, cos¨¬ si evita ¡°l¡¯effetto tonnara¡± tanto caro e tanto odiato da molti triatleti. Da qui in poi, emozioni ed imprevisti a parte, non avevo niente da improvvisare ma solo seguire le dinamiche che con Alessandro abbiamo allenato e preparato. Mentre nuoto mi risuonano in testa tante frasi che Ale mi ha trasmesso e si avverano tante situazioni che avevo visualizzato e immaginato in allenamento. Esco di corsa sulla spiaggia, fermo il tempo della frazione di nuoto sull¡¯orologio ed ¨¨ con un sorriso che va da un orecchio all¡¯altro che leggo: 1 ora, 00 minuti, 11 secondi. Per gli standard a cui ero abituato a nuotare, un grandissimo risultato.
La BICICLETTA
¡ª ?Completata la frazione che mi si addice di meno, inizio la frazione di bici, forse la mia preferita, con tanta energia e tanta carica. Anche qui, aver avuto un maestro come Alessandro ¨¨ stata sicuramente una componente fondamentale. Aver studiato insieme il percorso, i punti chiave, aver definito una strategia di watt da mantenere, aver individuato, allenato e seguito un piano alimentare preciso (i famosi 90-100g di carboidrati per ora) mi hanno portato a sentirmi bene durante tutti i 180km, fatti d¡¯un fiato, senza mai mettere il piede a terra e senza segni di cedimento fisico o psicologico. Il vento ¨¨ stato tutto sommato gestibile (20-30kmh, come previsto), non c¡¯¨¨ stato nessun (temuto) problema meccanico, c¡¯erano molte persone che incitavano lungo il percorso; insomma: ed ¨¨ andato tutto alla grande. E una volta completato l¡¯ultimo pezzo chiave del percorso (un rettilineo in salita e contro vento), sapendo che mancavano meno di 30km, e tutti in discesa o quasi, il pensiero ¨¨ stato: adesso devo solo correre.
LA MARATONA
¡ª ?Sembrer¨¤ strano come nei mesi di allenamento, e forse complice la tendinite che non mi ha permesso di allenarmi come avrei dovuto e voluto, non mi sono mai realmente reso conto che da l¨¬ a poco avrei corso una maratona. Sar¨¤ che il mio pallino era la frazione in bici (forse perch¨¦, conoscendola, sotto sotto un po¡¯ mi spaventava), e quindi avevo una sorta di ingenua spensieratezza: se esco sano e salvo dalla bici, poi in qualche modo arriver¨° in fondo alla corsa, e per fortuna cos¨¬ ¨¨ stato, anzi meglio. Una volta parcheggiata la bici, e dopo aver indossato le scarpe da corsa, ho iniziato a correre come se niente fosse, come se non avessi gi¨¤ passato 1 ora a nuoto e 5 ore e 47 in bici (e una notte con 5 ore scarse di sonno). Ho corso la maratona in 3 ore e 26 minuti, un tempo pi¨´ che dignitoso considerando tutti i fattori in campo, ma pi¨´ che altro mi sentivo cos¨¬ bene che a quel ritmo sarei potuto andare avanti ancora molto, e vivere quei chilometri sorridendo ¨¨ stato probabilmente il regalo pi¨´ bello della giornata.
I RISULTATI
¡ª ?Alessandro Degasperi, che mi ha accolto con un abbraccio all¡¯arrivo, era gi¨¤ arrivato da pi¨´ di un¡¯ora, avendo completato la prova in ottava posizione assoluta in 9 ore e 14 minuti (49 minuti a nuoto, 5 ore 21 minuti in bici e 2ore57minuti di corsa i suoi parziali), mentre il mio totale di 10 ore e 25 minuti ¨¨ valso il cinquantesimo posto in classifica generale.
CONCLUSIONI?
¡ª ?? stato un viaggio meraviglioso, preparare un Ironman, oltre ad essere anche un¡¯ottima occasione per mettersi in forma, per conoscersi ancora meglio e per aprire ancora di pi¨´ la mente. In tutti questi mesi, ho imparato molte cose (a livello di competenze sportive, alimentari, psicologiche, ecc¡) e ho conosciuto molte persone interessanti. ? stato sicuramente un privilegio essere seguito da Alessandro; i suoi consigli, la sua impostazione e la cura dei dettagli in ogni singolo aspetto sono stati la chiave del mio successo, inteso come il livello di felicit¨¤ che ho raggiunto con quest¡¯esperienza. La dedizione e la passione che Alessandro ha per il triathlon sono stati per me una fonte di ispirazione e uno stimolo incredibile. Per me ¨¨ stato un?maestro, allenatore e un amico; quest'ultima ¨¨ cosa pi¨´ bella che mi sono portato a casa.
E Ora la parola... ad Alessandro degasperi
¡ª ??S¨¬, anche per me, questa gara ha regalato tante emozioni e, soprattutto, su questa finish line! Nove ore abbondanti per rivivere gli ultimi 10 anni di gare, e soprattutto di questa gara. Riassaporare le gioie ma anche rivedere le delusioni, la fatica 'bella' di quando stai andando forte, e quella 'brutta' di quando ti senti vuoto. Quando tagli il traguardo col sorriso, e quando sei costretto a fermarti lungo il percorso. In questa edizione ho vissuto un po' tutto, con la consapevolezza di non essere in forma, e forse proprio per questo, mi sento un po' pi¨´ leggero. Grazie quindi Lanzarote! Quest¡¯isola dove ¨¨ iniziato il mio percorso degli Ironman, e dove, come era giusto che fosse, ¨¨ finito. Non certo la prestazione a cui ambivo e per cui mi ero allenato questo inverno, ma penso di aver comunque chiuso con onore, e non senza difficolt¨¤! Ovviamente le pretese si erano ridimensionate nelle settimane precedenti alla gara, ma alla fine penso di aver fatto la scelta giusta a partecipare. Non potevo lasciare Stefano da solo in gara, e che ringrazio per avermi coinvolto in questa esperienza e per avermi stimolato ad affrontare questa edizione, l¡¯ultima per me, dell¡¯Ironman di Lanzarote. Nonostante il magone in gola che ¨¨ rimasto molto dopo aver tagliato il traguardo, razionalmente, sono contento. Quest'anno mi sono reso conto che non riesco pi¨´ a preparare a dovere e, poi a gestire, questa distanza; ¨¨ ora di voltare pagina, ma comunque non ancora di smettere di gareggiare. Ringrazio tutti quelli che mi hanno accompagnato in questo viaggio, anzi, in tutti questi viaggi, e in quelli che verranno!
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