La dottoressa Bertel¨Ś, medico chirurgo, specialista in terapia fisica e riabilitazione motoria e psicologa, ci illustra la rischiosa problematica e suggerisce gli esercizi per evitarla
DallĄŻagosto 2017 ho iniziato ad avere dolore al piede sinistro. Avevo camminato troppo a lungo con un paio di ciabatte infradito e ho iniziato a sentire dolore sulla volta plantare, sullĄŻinserzione del tibiale posteriore. Ą°Una tendinite del tibiale posterioreĄą ho pensato, invece si ¨¨ poi trasformata in una tendinite dellĄŻestensore dellĄŻalluce e infine in una metatarsalgia del quarto metatarso. Molti di coloro che praticano podismo, conoscono prima o poi questi dolori: tendiniti del tibiale posteriore, dellĄŻestensore dellĄŻalluce, fasciti plantari, tendiniti achillee, spine calcaneari, metatarsalgie, dolori alle caviglie.
I piedi sono il nostro contatto con la terra: devono conciliare le sollecitazioni che vengono dallĄŻirregolarit¨¤ del terreno e contemporaneamente quelle che vengono dallĄŻalto, cio¨¨ dalla postura del corpo. Sono le nostre radici, la nostra spinta, il nostro appoggio. Se questĄŻultimo ¨¨ buono possiamo scaricare al suolo le nostre tensioni fisiche e psichiche.
LĄŻequilibrio dei piedi ¨¨ un gioco di forze delicato e preciso. I muscoli flessori plantari, quelli che ci permettono di alzarci in punta di piedi, per la loro direzione dĄŻazione fan s¨Ź che il piede tenda a supinare, cio¨¨ a ruotare sullĄŻasse longitudinale sul lato esterno e, quindi, appoggiarsi sul lato esterno del calcagno. Se osservate un podista in piedi noterete che appoggia maggiormente sul lato esterno del piede. I flessori plantari molto sollecitati dalla corsa e dal salto tendono ad accorciarsi, supinando sempre pi¨´ il piede e inoltre facendo ruotare la caviglia verso l'esterno (il malleolo interno avanza, lĄŻesterno retrocede).
Ogni volta che svolgiamo unĄŻattivit¨¤ muscolare intensa per lavoro o per sport, i muscoli che compiono lĄŻazione (agonisti) tendono, col tempo, inevitabilmente ad accorciarsi, mentre gli antagonisti invece di lasciarsi allungare durante lĄŻatto, possono progressivamente frenare il movimento fino al punto poi di lacerarsi perch¨Ś troppo stirati. ? fondamentale quindi potenziare i muscoli agonisti, ma ¨¨ altrettanto essenziale mantenere elastici e Ą°lunghiĄą sia gli agonisti sia gli antagonisti.
Questo ¨¨ ancor pi¨´ importante per lĄŻequilibrio del piede e della caviglia, altrimenti in tutti coloro che usano molto i piedi per correre, saltare, danzare, il piede si supina, tende a stare in equino (con la punta in gi¨´), le dita deviano (in valgismo lĄŻalluce, in varismo le dita pi¨´ esterne) o si flettono ad artiglio (en griffe). A livello della caviglia si ha la rotazione di cui parlavamo pi¨´ sopra, che comporta unĄŻusura precoce e ingravescente della cartilagine dellĄŻastragalo (lĄŻosso del piede che si articola con la tibia), fino allĄŻedema dellĄŻosso spongioso sotto la cartilagine e alla necrosi della cupola.
Infine viene troppo spesso sottovalutata lĄŻimportanza dellĄŻarticolazione fra lĄŻastragalo e il calcagno: la sottoastragalica, che permette al piede di adattarsi alle irregolarit¨¤ del terreno. Quando i muscoli sono disequilibrati questa articolazione si irrigidisce, non ha pi¨´ spazio per il Ą°giocoĄą di ammortizzamento con conseguente sofferenza delle ossa soprastanti (astragalo, articolazione tibiotarsica e delle ginocchia) e sottostanti (calcagno) e infine di quelle dellĄŻavampiede.
Laura Bertel¨Ś(Continua nella prossima scheda)
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