Con Fisiorunning parliamo dello stimolo del dolore. Impareremo a quantificarlo e riconoscerne la gravit¨¤ per evitare che un piccolo problema diventi una grande patologia, impedendoci di correre per mesi
La corsa, per il suo elevato impatto con il terreno, ¨¨ uno sport ad alta frequenza d'infortunio. Tutti i runners prima o poi subiscono degli stop a causa di lesioni che provocano, pi¨´ o meno, dolore intenso. La domanda che il podista si fa sempre ¨¨: "Posso continuare a correre con questo dolore? O rischio di farmi pi¨´ male?".
Come si quantifica il dolore?
¡ª ?Il dolore ¨¨ sempre un'esperienza personale e la sua quantificazione ¨¨ sempre soggettiva. Non ¨¨ altro che un messaggio di allerta inviato al cervello dal nostro corpo. Questo indica che un tessuto sta cambiando la sue condizioni fisiologiche avvicinandosi a una condizione pi¨´ o meno infiammatoria. Se sosteniamo con il carico questi livelli infiammatori rischiamo di cronicizzare un problema temporaneo. Quindi definire il momento di fermarsi o alleggerire gli allenamenti diventa fondamentale per la prevenzione degli infortuni. La sua valutazione viene spesso fatta con una scala numerica da 0 a 10 che definisce l'intensit¨¤ del dolore da 0 (nessun dolore) a 10 (dolore insopportabile). Viene sempre usata dai professionisti sanitari ai quali affidarsi sopratutto se siamo su zone alte della scala.
Quando si pu¨° continuare a correre con il dolore?
¡ª ?I dolori bilaterali e simmetrici sono spesso segno di sovraccarico ma non di lesione, quindi ridurre il carico senza fermarsi potrebbe essere la soluzione. Quando forziamo le nostre strutture tissutali, soprattutto se aumentiamo i chilometri e l'intensit¨¤ degli allenamenti, il nostro fisico subir¨¤ dei processi infiammatori fisiologici stimolati dal sovraccarico. Sentiremo quindi dei dolori post allenamento che dureranno anche 24/48 sotto forma di indolenzimento. Sono i DOMS, Dolori Muscolari a Insorgenza Ritardata, che tra l'altro si riducono in intensit¨¤ e durata se corriamo lentamente o se ci muoviamo. Un altro esempio sono i crampi, spesso percepiti sulle lunghe distanze come la maratona. Questi ci farebbero fermare e interrompere la competizione ma capita spesso di riuscire a tollerarli e finire la gara nonostante il dolore. Magari anche dopo diversi chilometri di sofferenza. Esistono patologie dell'invecchiamento come l'artrosi che danno dolori cronici lievi quotidiani suggerendo uno stop della corsa. ? stato invece appurato che il movimento migliora notevolmente questi dolori. E se la corsa non ¨¨ troppo intensa ne riduce i sintomi, migliora la resistenza allo sforzo e rallenta l'evoluzione patologica. La corsa viene spesso sconsigliata a chi soffre di dolori alla schiena. Ma diversi studi scientifici a riguardo hanno definito che correre migliora statisticamente il mal di schiena. Anche perch¨¦ i dischi vertebrali dei runners sono mediamente pi¨´ ammortizzati di chi non corre.
Quando fermarsi per il dolore?
¡ª ?Ci sono caratteristiche peculiari del dolore che suggeriscono l'interruzione immediata dell'attivit¨¤ per scongiurare problemi maggiori. E sono:
- dolori che si accusano prima, durante e dopo la corsa;
- dolore localizzato su un punto o una zona;
- dolore che aumenta con il movimento;
- la tipologia di dolore che cambia da sordo a intenso e acuto;
- se il dolore provoca un'alterazione funzionale come zoppia, scarico dell'arto colpito, asimmetria di movimento o movimenti compensatori;
- se al dolore si associano gonfiore, limitazione del movimento, sensazione di cedimento, formicolio e dolore al tatto;
- il dolore articolare che non deve persistere e aumentare dopo 24h dall'attivit¨¤.
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