ORLANDO PIZZOLATO: ¡°La mia prima trasferta vera¡± -?¡°Ho vinto tre edizioni, partecipato per 10 volte. Nel ¡¯78, anno anche del mio primo successo, ero molto giovane e lo considerai un punto di arrivo. La mia prima vera trasferta seria, con il viaggio aereo, per di pi¨´ ¡®rimborsato¡¯. Arrivai a Castelbuono quasi timoroso, con un ambiente da scoprire per me alla prima volta in Sicilia. Niente camera d¡¯albergo, quella era riservata ai top atleti come Magnani o Fava, ma una camerata con altri ragazzi. E¡¯ unica Castelbuono e sono rimasto affascinato dal contesto, da questa gara d¡¯altri tempi perch¨¦ posso testimoniare che almeno dal ¡¯78 non ¨¨ mai cambiata con il suo calore quasi eccessivo del pubblico che ti sta addosso, che ti vuole toccare ed abbracciare dopo l¡¯arrivo, che ti da tutta l¡¯accoglienza che pu¨°, che ti fa andare a letto all¡¯alba dopo averti festeggiato per ore ed ore. Al nord ¨¨ tutto pi¨´ freddo, l¨¬ sei in un vortice e non puoi che correre forte. Alla prima edizione mi stupii che tutti mentre correvo mi incitavano chiamandomi per nome, scoprii che avevano tutti un foglio con l¡¯elenco dei partenti, sintomo di un pubblico che si interessa ed ama la gara del paese. Sono tornato per dieci volte, una tappa fissa, con la sua salita spezza gambe dove ¨¨ difficile saper dosare bene lo sforzo. Per questo mi allenavo apposta nelle mie colline del vicentino per prepararmi meglio. Mi ricordo che nell¡¯80 c¡¯era una finale olimpica di Mosca proprio alle 19, noi atleti abbiamo pi¨´ volte chiesto di rimandare di un¡¯ora l¡¯orario della gara per vederla in tv. Niente, la gara era la cosa pi¨´ importante e poi dopo era prevista come da secoli la processione per Sant¡¯Anna¡±.
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FRANCESCO PANETTA: ¡°E¡¯ come il Palio di Siena¡± -??¡°Ho il rammarico di essere andato a Castelbuono solo a fine carriera, quando ormai non ero pi¨´ al massimo. Prima ero sempre stato blindato per via dei grandi appuntamenti come mondiali od europei. Nel ¡¯96 arrivai 2¡ã di poco e credo che fu la gara su strada tra le pi¨´ emozionanti della mia carriera. Un calore immenso del pubblico che ti avvolge gi¨¤ parecchie ore prima del via. Alla fine mi presero e mi portarono in trionfo, chiss¨¤ se avessi vinto cosa mi sarebbe accaduto. Castelbuono ¨¨ una corrida, come la corsa dei tori a San Firmino sulle stradine di Pamplona. E¡¯come il Palio di Siena, ¨¨ come una tappa di montagna al Giro d¡¯Italia con il pubblico che ti sta addosso ma ti rispetta e ti lascia correre. Per i corridori italiani hanno un affetto smisurato, chiedete a Bordin, Bettiol, Fava, Pizzolato, Fiasconaro¡¡±
PAOLO MUTTON ¨C Speaker ufficiale dal 1995 -?E¡¯ la voce del giro, colui che racconta la gara ai castelbuonesi e che impara ancora oggi dopo quindici anni cos¡¯¨¨ il giro proprio dagli stessi abitanti. ¡°E¡¯ come il Festival di Sanremo, un punto di arrivo. Vedi le facce attente ed interessate di chi ti ascolta, mentre racconti la storia del Giro, mentre parli di Tot¨° Spallino. Ti stimano, ti considerano, sono preparati. Per questo a Castelbuono anche lo speaker deve dare il massimo ed essere preparato. Non puoi arrivare l¨¬ e parlare. Devi sapere che hai un pubblico competente e vero, che ama ci¨° che dici. Un pubblico che non si muove di l¨¬ finch¨¦ non sono arrivati tutti, che non ha bisogno di transenne per farsi da parte. Basta chiedere spazio per gli atleti dieci minuti prima del via e nelle strade si crea lo spazio per i corridori. Ho visto Silva super amato perch¨¦ forse il pi¨´ umile, Massimo Vincenzo Modica super applaudito, Panetta portato in trionfo, Baldini stretto nella morsa di un abbraccio. Commentare a Castelbuono ¨¨ commentare ¡®LA¡¯ gara"
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