Per evitare la squalifica del suo team, una studentessa ha terminato la sua frazione di Ekiden a carponi nonostante la frattura dell'arto destro
Terminare la propria frazione di staffetta anche con una gamba rotta ¨¨ un'impresa incosciente quanto per¨° onorevole: domenica scorsa la giovane studentessa giapponese Rei Iida stava partecipando alla "Princess Ekiden", 42 km a staffetta nella prefettura di Fukuoka. Nei pressi della zona del cambio per¨°, ¨¨ caduta, fratturandosi la gamba destra. La 19enne per¨° non ha voluto ritirarsi per non danneggiare il suo team e si ¨¨ trascinata sull¡¯asfalto per gli ultimi 200 metri, carponi. Alcuni volontari hanno cercato di aiutarla, ma Rei ha rifiutato per evitare la squalifica: arrivata al traguardo,??si ¨¨ addirittura scusata con il team manager per l'episodio.?
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L'ekiden ¨¨ una specialit¨¤ nata proprio in Giappone: il suo nome deriva da "eki", stazione, e "den", trasmettere. Al di l¨¤ delle gare di alto livello internazionale (basti pensare che il record del mondo ¨¨ kenyano, di 1h57'06" e dura dal 2005, ma i giapponesi vanno solo 1 minuto pi¨´ lenti), nel paese del Sol Levante ¨¨ di gran moda organizzare eventi universitari o aziendali, in cui le diverse squadre si affrontano per senso di orgoglio o appartenenza alla propria realt¨¤. Un po' come nelle mondo collegiale americano o nel calcio europeo. Ecco perch¨¦ allora simili atti di "eroismo" sono tutt'altro che rari. All'inizio del 2018, il pittoresco maratoneta giapponese Yuki Kawauchi, vincitore alla maratona di Boston sotto al diluvio, aveva per¨° spiazzato tutti, correndo un ekiden (sulla distanza della mezza maratona), il Yashio Shinai Isshu, da solo: con un tempo di 1h01'03" riusc¨¬ a battere in solitaria ben 103 team, andando per¨° a scardinare proprio la cultura locale della manifestazione.
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