A tu per tu con Giorgio Rondelli, ex mezzofondista e allenatore di molti campioni olimpici e mondiali: "Ecco i titoli a cui sono pi¨´ legato"
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Se passate un giorno qualunque al campo sportivo XXV aprile a Milano, accanto alla montagnetta di San Siro, ¨¨ molto probabile che lo troverete l¨Ź. Ad anticipare la sua presenza, ci penseranno le sue urla, che soventemente rivolge ai propri atleti per incitarli. Oppure, se vi presentate ad una delle molte campestri che si disputano in Lombardia durante lĄŻinverno, nonostante la sveglia mattutina, il freddo o il fango, anche in questo caso, ¨¨ del tutto probabile che lo incontrerete. Stiamo parlando di Giorgio Rondelli, icona del cross e pilastro del mezzofondo e fondo azzurro. Uno tra i pochi allenatori di atletica al mondo che ¨¨ riuscito a conquistare medaglie in tutte le grandi rassegne oltre che la bellezza di 116 titoli nazionali, dei quali sembra andar quasi pi¨´ fiero dei risultati pi¨´ blasonati. Ovviamente, a oggiĄ Perch¨Ś di fermarsi, detto francamente, Rondelli sembra proprio non averne la minima intenzione. Verrebbe da dire, anziĄ
Una vita ad allenare
ĄŞ ?Una carriera incredibile, iniziata nel lontanoĄ
"1971. QuestĄŻanno sono cinquanta", ricorda Rondelli. CinquantĄŻanni dĄŻallenamento, nozze dĄŻoro con lĄŻatletica e il mezzofondo: "Allora non cĄŻera la possibilit¨¤ del doppio tesseramento, o facevi lĄŻallenatore o lĄŻatleta. Io avevo appena terminato lĄŻIsef e fu piuttosto naturale iniziare questa avventura, anche se continuai a correre per diversi anni; sebbene senza velleit¨¤ agonistiche".
Quanto tempo dedichi allĄŻallenamento dei tuoi atleti?
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"Tutto il tempo divertente della giornata. Scherzi a parte, attualmente tra amatori, atleti professionisti, atleti agonisti e ragazzi e ragazze del settore giovanile seguo 90 atleti circa, rispettivamente divisi tra una trentina di amatori, una quarantina di atleti e una ventina di atleti del settore giovanile. ? chiaro che con questi numeri, lĄŻallenamento mi assorbe molto. Devo dire, per¨°, che le cose sono cambiate, sia per quello che riguarda la mia programmazione e sia per le dinamiche di allenamento".
Spiegaci meglioĄ
"Ora, preferisco concentrare il lavoro in alcuni giorni della settimana, durante i quali mi capita di andare al campo anche due volte al giorno. Certo, diventano giornate pi¨´ intense ma, poi, riesco ad avere altri giorni dove posso tirare il fiato. Inoltre, ho constatato come negli ultimi anni la dinamica dellĄŻallenamento sia cambiata notevolmente. Rispetto a una volta, dedico molto pi¨´ tempo allĄŻattivit¨¤ della programmazione. Inoltre, mi sto rendendo sempre pi¨´ conto che non basta solo allenare, dare gli allenamenti da fare. Assieme a questa attivit¨¤, che tutto sommato ¨¨ la pi¨´ semplice, si affianca un altro tipo di lavoro, chiamiamolo di supporto, che spesso si svolge al di fuori del campo di atletica: si deve spiegare il perch¨Ś di certe scelte o rendere consapevole lĄŻatleta di alcune situazioni. Soprattutto con i pi¨´ giovani".
Quali sono le differenze e le difficolt¨¤ che riscontri nelle nuove generazioni?
"Al giorno dĄŻoggi ti trovi a che fare con ragazzi che sono molto pi¨´ avanzati rispetto a una volta. Soprattutto per quello che riguarda lĄŻutilizzo delle tecnologie o dispositivi elettronici. Perch¨Ś ci si dovrebbe approcciare loro, quindi, come se fossero dei bambini? I giovani di questi tempi vanno trattati come degli adulti, questo significa renderli consapevoli di quello che stanno facendo, coinvolgerli nelle scelte e, soprattutto, far capire loro i perch¨Ś che stanno dietro. Rispetto alle generazioni del passato, oggi si fa molta pi¨´ fatica a far capire e rispettare i ruoli e a far accettare lĄŻautorit¨¤. ? come se quelle Ą°barriereĄą o quei Ą°confiniĄą, che una volta erano molto pi¨´ marcati e definiti, fossero via via venuti meno. Oggi, quando proponi a un ragazzo, o a una ragazza, di dare quel qualcosa in pi¨´, sembra quasi che questo, o questa, ti dicano: Ą°Non puoi chiedermi la Luna.Ąą Una volta non era cos¨Ź".
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Secondo il tuo modo di vedere, su quali aspetti deve intervenire lĄŻallenamento?
"Gli aspetti imprescindibili sono, innanzitutto, il fatto di avere una programmazione di lungo respiro. Almeno su base annuale. Poi, lĄŻallenamento deve sviluppare le capacit¨¤ tecniche, tattiche e agonistiche. Infine, non ¨¨ sbagliato dare un giusto peso alle valutazioni economiche. LĄŻatleta professionista vive dei suoi risultati e delle competizioni che fa o che non fa. In ogni caso, per tutti i livelli, dal punto di vista prettamente tecnico, uno degli aspetti pi¨´ importanti ¨¨ quello di andare a stimolare continuamente lĄŻatleta sul piano nervoso. I risultati di spessore vengono fuori se cĄŻ¨¨ costanza e una grande concentrazione e determinazione. Ricordo che, ai tempi di Cova e Panetta, quarantotto ore prima degli allenamenti pi¨´ pesanti gli atleti erano intrattabili, proprio perch¨Ś si sottoponevano a degli allenamenti che richiedevano enormi risorse, sia fisiche ma ancora di pi¨´ mentali".
Una motivazione non comune
ĄŞ ?Dopo cinquantĄŻanni spesi sui campi di atletica, cosa ti spinge a continuare ad allenare?
"Mi piace allenare. Trovare i giusti assemblaggi di lavoro. Una cosa di cui posso dire di andar fiero durante la mia carriera di allenatore ¨¨ quella di non aver mai plagiato nessuno. Una definizione in cui mi sono trovato, in merito a quello che ho fatto in questi decenni attraverso la mia attivit¨¤ di allenatore, fu quella che mi diede il giornalista Oscar Eleni: Ą°Ingegnere della vita altruiĄą. In questo senso, per me allenare vuol dire portare ogni individuo al massimo delle sue potenzialit¨¤ atletiche. La bellezza sta in questo. E questa ¨¨ una cosa che ho scoperto anche allenando gli amatori. Una delle pagine pi¨´ recenti nella mia vita da allenatore, iniziata ¨C Ą°soloĄą ¨C nel 2013, su invito di mia moglie Monica".
Non arrivi mai a provare stanchezza per quello che fai?
"Per me si potrebbe sintetizzare con questa frase: se vuoi continuare a fare bene, devi dimenticarti di aver fatto bene. Una volta che ho raggiunto un obiettivo che mi ero prefissato, guardo gi¨¤ a quello dopo. Se, mettiamo, la domenica cĄŻ¨¨ la finale olimpica e vi partecipa un mio atleta, terminato questo impegno non mi interessa pi¨´ e guardo al prossimo, fosse anche una gara scolastica o una gara provinciale del settore giovanile".
Le difficolt¨¤ legate alla pandemia
ĄŞ ?Nella tua lunghissima carriera quali sono stati i momenti pi¨´ difficili o gli errori che ti recrimini?
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"MahĄ tra gli errori, non lo voglio negare, di sicuro metto quello di non essere stato in grado di gestire al meglio la fase discendente di Cova e lĄŻascesa di Panetta. Non ¨¨ un mistero che, tra i due, i migliori allenamenti li abbia fatti registrare Francesco. Tra le maggiori difficolt¨¤, per¨°, metterei senzĄŻaltro il periodo che stiamo vivendo. LĄŻanno scorso, in particolare, durante il lockdown con tutti i miei atleti mi sono trovato a sperimentare qualcosa mai provato in precedenza. Il fatto di non potersi pi¨´ allenare, per lo meno nei modi in cui eravamo abituati. Il lockdown, poi, ¨¨ stato vissuto da ognuno in maniera diversa: cĄŻera chi praticamente non poteva pi¨´ uscire di casa e si limitava a fare esercizi di potenziamento, chi era riuscito a trovare un tapis roulant, chi andava a correre alle 4:00 del mattino o dopo le 8:00 di sera e chi, paradossalmente, riusciva ad allenarsi pi¨´ o meglio rispetto a prima, magari con delle sedute bigiornaliere di corsa. Ma oltre a questo, ha pesato enormemente lĄŻincertezza nella programmazione. Vedere le gare annullate una dopo lĄŻaltra, anche eventi di carattere internazionale era qualcosa che destabilizzava tanto gli atleti quanto me. Certo, non possiamo dire che sia finita, ma uno spiraglio iniziamo a intravederlo".
Dei 116 titoli italiani conquistati assieme ai tuoi allievi, ce nĄŻ¨¨ qualcuno a cui sei particolarmente legato?
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"Ne ricordo moltiĄ a partire dal primo, vinto nel 1972 con Raimondo Petrone, davanti a Gerbi, nella maratonina di 12km, sotto un caldo torrido a Forl¨Ź. Ma, se devo dire la verit¨¤, proprio alla luce di quanto dicevo poco fa, il titolo italiano di maratona della Epis e la vittoria nel cross corto della Reina assumono un posto particolare.
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In ogni caso, non ci sono solo i titoli italiani. Devo dire che mi sento molto legato al gruppo storico della Pro Patria degli anni ĄŻ80 ¨C di cui facevano parte, tra gli altri, Cova, Panetta, Demadonna, Gozzano, Bernardini ¨C e di sicuro le due coppe campioni di cross, vinte nell ĄŻ87 e nellĄŻ ĄŻ88, hanno un significato speciale".
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Non pi¨´ sergente di ferro
ĄŞ ?Dagli 800 metri alla maratona, dallĄŻItalia agli atleti africani, uomini e donne, campioni olimpici e tapascioni ¨C come definisce i Ą°suoiĄą amatori. Durante la sua lunghissima carriera coach Rondelli ha allenato qualunque tipo di corridore, eppure, il Giorgio di oggi sembra diverso da quello del passato. Non pi¨´ Ą°sergente di ferroĄą ma quasi allenatore-psicologo, verrebbe da dire: disponibile con chiunque, incline al dialogo, sempre pronto ad ascoltare e motivare i propri atleti. Certo, le esperienze degli ultimi dieci anni hanno contribuito fortemente a questi cambiamenti. Non solo lĄŻessersi approcciato ad allenare gli amatori, ma anche lĄŻarrivo delle sue figlie pi¨´ piccole, Anna e Sofia, che pure fanno atletica ¨C mezzofondo la prima, marcia la seconda. Visto il considerevole numero di atleti da seguire, Rondelli ¨¨ aiutato sul campo da appassionati di atletica, come Ermete Rodolfi ¨C inossidabile compagno a bordo pista ¨C o genitori di alcuni dei suoi allievi pi¨´ giovani, come Tommaso Rav¨¤ e il campione di maratona Danilo Goffi.
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Non solo allenatore
ĄŞ ?In ogni caso, questa inesauribile passione sembra non tramontare. Instancabile, il tecnico milanese, oltre lĄŻimpegno sul campo, da dieci anni organizza uno tra i migliori meeting del panorama nazionale, il Walk & Middle Distance Night, che si terr¨¤ sabato 24 aprile allĄŻArena Civica Gianni Brera. Giunto alla 10^ edizione, il meeting, questĄŻanno sar¨¤ patrocinato, tra gli altri sponsor, dallĄŻazienda informatica ESET, grazie anche al rapporto venutosi a creare con Fabio Buccigrossi, Country Manager dellĄŻAzienda e ottimo amatore da 35:00 sui 10km e 1:14:00 nella maratonina, allenato anchĄŻegli da Rondelli.
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A oggi, Rondelli sta portando Giovanna Epis ai prossimi Giochi Olimpici nella distanza della maratona ma, se vi capiter¨¤ di passare un sabato o una domenica mattina nei pressi del XXV Aprile, potrete vedere che quella stessa passione e dedizione che dedica a unĄŻaspirante olimpionica la riversa anche al pi¨´ giovane dei corridori o al pi¨´ lento tra gli amatori. CĄŻ¨¨ solo da imparare.
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