C'¨¨ chi non rinuncia alla corsa neanche a Natale! Come appare agli occhi degli altri?
L¡¯indagine sociologica, fin dalle sue origini, ha cercato di mettere a nudo i fenomeni della societ¨¤ umana: i rapporti che legano l¡¯individuo ai gruppi sociali di cui fa parte, le dinamiche interne a questi gruppi, cos¨¬ come le loro relazioni reciproche. Un¡¯indagine che, ovviamente, continua con profitto ancora oggi. Stando a questo punto di vista, il sopraggiungere delle festivit¨¤ natalizie rappresenta un¡¯ottima occasione d¡¯indagine, dal momento che queste ci permettono di relazionarci a persone con le quali, tendenzialmente, abbiamo un rapporto pi¨´ ¡°rarefatto¡± durante il corso dell¡¯anno. Il periodo delle vacanze di Natale, infatti, rappresenta senza ombra di dubbio certe peculiarit¨¤: si rincontrano parenti o amici che vivono distanti da noi, magari in realt¨¤ piuttosto differenti dalla nostra, oppure si ha la possibilit¨¤ di mettersi in viaggio verso mete pi¨´ o meno esotiche, che ci permettono di entrare a contatto con popolazioni, abitudini e ritmi di vita pi¨´ o meno distanti dai nostri. Ecco, allora, che ci ¨¨ sembrato spontaneo riflettere, con una discreta dose di ironia, su come ¡°gli altri¡± ¨C coloro che non fanno parte della comunit¨¤ podistica ¨C possano vedere noi runners, indefessi cultori del gesto atletico della corsa di resistenza. Anche a Natale. Certamente. Ecco, quindi, come risulteremmo agli occhi di coloro i quali (beati loro?) non sono ancora avvezzi a quel variegato mondo in cui rientrano scarpe da running, manifestazioni podistiche, pettorali, medaglie, tabelle d¡¯allenamento, sedute fisioterapiche, ritmi al chilometro e chi pi¨´ ne ha, pi¨´ ne metta.
L'allenamento natalizio
¡ª ?Partiamo dall¡¯allenamento natalizio. Immancabile. Come ogni anno. Anzi, programmato nel dettaglio gi¨¤ da mesi. Nell¡¯ampio spettro della popolazione podistica, tra i casi pi¨´ risolvibili, troviamo il ¡°runner moderato¡±. Questo si limiter¨¤ a una spensierata e allegra seduta di fondo lento rigenerante con i soliti compagni di allenamento o gli amici podisti del quartiere. Niente di pi¨´. Certo non mancheranno i berretti rossi, in perfetto stile Santa Claus, il pi¨´ delle volte di dubbio gusto per¨° e sicuramente pi¨´ che inflazionati in questo periodo. Brindisi per scambiarsi gli auguri a fine corsa e, anche per quest¡¯anno, il nostro ¡°runner moderato¡± potr¨¤ sedersi a tavola senza troppi sensi di colpa. Cartellino timbrato. Il suo lo ha fatto. Fin qua tutto bene, o quasi ¨C s¨¬, perch¨¦, diciamola tutta, un giorno di riposo, specie se a Natale, se lo potrebbero (o dovrebbero?) concedere tutti quanti. Sorvoliamo su storte di naso e alzate di spalle da parte dei partner (di ambo i sessi) non sportivi. I malumori domestici, serpeggianti, risultano ancora contenuti. Per ora.
Andando avanti nella fenomenologia del runner contemporaneo troviamo ¡°il corridore evoluto¡±. Lui, ovviamente (manco a dirlo), non si accontenta della canonica corsetta di Natale con gli amici. No, lui si deve allenare. Lui deve rispettare certi ritmi. Quali? Quelli della tabella. Poco importa se ¨¨ stata scaricata da internet da un blog podistico dove l¡¯ultimo articolo risale a prima della pandemia oppure poco importa se (quando ¨¨ l¡¯allenatore a inviarla) a corredo di questa figura in grande (con tanto di spie tipografiche e sottolineature) la raccomandazione (pi¨´ paterna che tecnica): ¡°Se sei stanco riposa oppure corri pi¨´ piano¡±. Niente da fare. Il ¡°runner evoluto¡± nel corso degli anni ha maturato dentro di s¨¦ un mix di senso del dovere morale da far invidia alla legge morale kantiana assieme a uno spirito competitivo pari a quello di un giovane tuffatore cinese in lizza per entrare a far parte della squadra olimpica. Fatto sta che il runner evoluto non riesce pi¨´ a correre per il piacere di correre (nemmeno a Natale). No, lui deve correre ai ¡°suoi¡± ritmi. Eccolo uscire, quindi, la mattina di Natale da solo, con il proprio orologio GPS impostato sulla sua target zone ben precisa. Se rallenta, repentino arriva il ¡°Beep beep beep¡± a intimargli di sollecitare l¡¯andatura, cos¨¬ come se esagera l¡¯avviso acustico gli rammenta di ridurre la velocit¨¤.
Se questo animale podistico vi potr¨¤ sembrare un esponente bizzarro della fauna dei runners, ancora non avete visto il pi¨´ temibile (nonch¨¦ insanabile): l¡¯¡°Atleta¡±. Lui, non si limita a correre in solitaria¡ no, no; molto di pi¨´. L¡¯¡°Atleta¡± il giorno di Natale decide di fare l¡¯allenamento specifico, quello intenso per capirci (ripetute, fartlek, fondo medio e cos¨¬ via¡). Sprezzante del fatto che impianti sportivi e piste di atletica di tutta Italia siano chiuse (per e con buona pace dei sensi di custodi e gestori), sprezzante del ghiaccio insidioso sulle strade e non curante della moltitudine di parenti che, arrivati dai pi¨´ remoti angoli del globo, hanno invaso la casa come un campo profughi. Lui, imperterrito, continua a portare avanti il proprio programma di allenamento. Non pi¨´ una sana abitudine, nemmeno una passione sportiva¡ La corsa ha sconfinato da tempo nell¡¯ossessione patologica. Del resto, le gare incombono e la sfida col compagno di spogliatoio per vincere il premio di categoria (rigorosamente in natura) ¨¨ dietro l¡¯angolo. Il countdown verso la ¡°Corsa delle patate¡± non si arresta. Eccolo, quindi, svegliarsi all¡¯alba, come ogni mattina. Con la differenza che il giorno di Natale, gli tocca pure zigzagare tra i parenti che dormono in salotto. Intabarrato fin sopra i capelli, con tanto di passamontagna, pi¨´ che pronto per un¡¯uscita podistica sembra stia andando a svaligiare una banca. Il men¨´ del giorno di Natale (che solo per lui significa l¡¯allenamento previsto e non quello che si manger¨¤ di l¨¬ a poche ore) riporta: 10 ripetute da 1000 metri. Recupero di 1 minuto e 30 secondi. Eccolo il nostro ¡°Atleta¡± correre su e gi¨´ per il chilometro deputato per le prove ripetute. Scarpe con piastra in carbonio, pulsazioni a 180 bpm e nuvoletta di vapore ad ogni respiro, vista la temperatura esterna prossima o sotto lo zero. All¡¯arrivo dell¡¯ultima prova ci mette pure l¡¯urlo, che nemmeno Djokovic alla finale di Webledon farebbe cos¨¬ acuto. Manca solo il Grinch, per sancire la morte dello spirito del Natale con questa immagine ¨C diciamolo pure ¨C donchisciottesca di quel che siamo, o potremmo essere, noi runners visti con gli occhi di chi, in fondo, ¡°non ci capisce¡±.
Eppure, ¨¨ inutile negarlo, anzi, a nome della categoria lo rivendico senza vergogna (e quasi con un po' di orgoglio): in questa commedia umana, ci siam passati tutti¡
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