Trionfa l'outsider keniano, dopo che il favorito aveva ceduto il passo gi¨¤ al 35 km
La maratona di Amsterdam, una delle pi¨´ spettacolari e scorrevoli del mondo, non tradisce mai le attese n¨¦ in termini tecnici n¨¦ di emozioni. Ieri tutta l¡¯attesa era concentrata sul 36enne Kenenisa Bekele, ex re della pista e del cross che non riesce a trovare la strada giusta per dominare anche la strada e mai come stavolta era dato in grandissima forma. Ma al 35¡ã chilometro, dopo aver fatto fatica a tenere il gruppo dei fuggitivi impossibilitato a rispettare la tabella di marcia per il ritiro della prima lepre e il cattivo lavoro della seconda, il primatista mondiale della pista, ha perso definitivamente terreno. A questo punto l¡¯attenzione delle telecamere si ¨¨ sdoppiata. Da una parte la corsa vera e propria col campione in carica, il keniano Lawrence Cherono, che dopo un buon passaggio in 1h28¡¯¡¯58 si mostrava in forma smagliante e lasciava per strada uno dopo l¡¯altro gli etiopi Solomon Deksisa e Mule Wasihun per andare a vincere in 2h04¡¯06¡±, nuovo record del percorso.
IL VINCITORE A 30 anni, dopo una carriera importante ma non di primo piano, Cherono avrebbe meritato la soddisfazione di scendere sotto le 2h04¡¯ ma si ¨¨ accorto troppo tardi del traguardo alla sua portata e ha sprintato inutilmente sul rettilineo finale dove in 6¡¯18¡± ha corso il miglior finale di sempre ad Amsterdam sugli ultimi 2195 metri. Per lui anche il negative split fra le due parti (62¡¯11¡±+61¡±55). Il 2h04¡¯05¡± frantuma il record precedente di Amsterdam ottenuto l¡¯anno scorso da Cherono (2h05¡¯09¡±) e lo inserisce al 12¡ã posto nelle liste mondiali di tutti i tempi. <Quest¡¯anno le condizioni di temperatura e vento erano perfette e ho fatto un tempo migliore dell¡¯anno scorso. Torner¨° per migliorarmi ancora>, ha detto alla fine nella sua smagliante maglia rossa che stonava un po¡¯ col solito atteggiamento dimesso dei keniani. Wasihun (2h04¡¯36¡±) e Deksisa ((2h04¡¯40¡±) hanno ottenuto il miglio tempo di sempre per il 2¡ã e 3¡ã posto di Amsterdam.
DRAMMA Ma intanto si consumava anche il dramma di Bekele che perso il contatto dal gruppo dei fuggitivi dopo un¡¯ora e mezzo di gara si teneva a distanza di qualche centinaio di metri ma poi sprofondava nelle retrovie. Qui veniva invitato a tenere duro per concludere almeno la gara ma cominciava a toccarsi la schiena ritirandosi a due chilometri dal traguardo. Sconfortante vedere un campione come lui sfilarsi lungo il marciapiede per raggiungere l¡¯albergo mentre lo storico manager Jos Hermens lo prendeva sottobraccio e lui stesso si sforzava di sorridere ai segni di incoraggiamento dei passanti. La domanda ¨¨ se per un campione col suo potenziale, afflitto da mille problemi fisici, vale la pena di continuare cos¨¬.
DONNE Emozionante la gara femminile che per¨° non convince mai nelle dinamiche quando ¨¨ mista. In questo caso la fuggitiva etiope Shasho Insermu, col volto trasfigurato dallo sforzo, si ¨¨ vista raggiungere e superare a due km dal traguardo dalla connazionale Tadelech Bekele che ha tagliato il traguardo vistosamente trainata dalla lepre personale che la richiamava con braccia e voce e non ha avuto neanche l¡¯accortezza di sfilarsi sul rettilineo finale. Per lei un bis ad Amsterdam nobilitato da un gran finale e dal buon tempo di 2h23¡¯14¡± davanti alla Insermu (2h23¡¯28¡±), arrivata stremata, e all¡¯altra etiope Azmera Gebru (2h23¡¯31¡±).
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