L'ultrarunner cagliaritano, a cui sono stati amputati gli arti dopo i congelamenti subiti in Canada, non si arrende e continua la sua riabilitazione grazie al lavoro del CTO di Torino e all'Officina Ortopedica Maria Adelaide
Primo comandamento, non arrendersi mai. E quando medicina e tecnologia sono in grado di darti un aiuto, aggrapparsi con grinta alla vita ¨¨ pi¨´ semplice. Roberto Zanda, lĄŻultramaratoneta a cui qualche settimana fa sono stati amputati gli arti congelati durante la Yukon Artic Ultra, recuperer¨¤ l'uso delle mani.
Ricoverato presso Cto della Citt¨¤ della Salute di Torino, nella Struttura Chirurgica della mano e arto superiore diretta da Bruno Battiston, Zanda ha iniziato i test con il prototipo di arto bionico offerto gratuitamente dallĄŻOfficina Ortopedica Maria Adelaide.
La mano, una iLimb di ultima generazione, dovrebbe andare a replicare fedelmente l'arto naturale, riducendo sensibilmente la disabilita di Zanda: sono addirittura 36 le "prese" che l'apparecchio rende possibili, un primato che ne sottolinea la grande modernit¨¤.
"Massiccione" non molla, non ¨¨ da chi ha resistito per ore in balia dei ghiacci dellĄŻAlaska e del Canada a 50 gradi sotto zero: Ą°Non sono uno che depone le armi senza combattere, non vedo lĄŻora di cominciare questa nuova battagliaĄ° ¨¨ il messaggio lanciato tramite i suoi social alle migliaia di sostenitori.
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