RUNNING
Chi va piano... non va pi¨´ "sano" e neanche "lontano"
Sorprendentemente in discussione uno dei proverbi pi¨´ famosi nella sua eccezione podistica: "Chi va piano va sano e va lontano". Oramai sembra non sia pi¨´ cos¨¬.
VA LONTANO Prendiamo la seconda parte del sopracitato proverbio. Forse andando piano si andr¨¤ lontano, ma si arriva dietro. Nella maratona mondiale ci stiamo avvicinando al mostruoso muro delle due ore, allenando i migliori specialisti mondiali come se fossero interpreti del mezzofondo prolungato. Devono affrontare quattro blocchi ed oltre di 10 chilometri a ritmi elevatissimi, quindi chilometraggi ridotti rispetto a quelli fachireschi di una decina di anni fa e largo impiego di ripetute veloci su distanze medie e ridotte. Anche le mitiche uscite lunghe vengono effettuate non a ritmo monocorde, ma inserendovi tratti pi¨´ o meno lunghi di variazioni veloci a ritmo gara.
RESTA SANO Si potrebbe invece pensare che chi va piano magari arriver¨¤ dietro tanti altri in gara e negli allenamenti., ma restando almeno sano. Invece pare che non sia pi¨´ vero neanche questo. Istruttivo al riguardo un recentissimo articolo apparso sulla rivista Correre del dott. Luca De Ponti, ex atleta e noto ortopedico sportivo. Cosa sottolinea nel suo scritto lo stesso professionista: A) correre sempre piano aumenterebbe alcuni difetti biomeccanici legati ai tempi pi¨´ lunghi di appoggio al suolo del piede nella fase di spinta. Il primo rimedio ¨¨ quello di variare ogni tanto i ritmi di corsa, scegliendo anche percorsi con qualche variazione di pendenza. B) Correndo molto piano aumenterebbe la fase di pronazione per chi ha questo tipo di appoggio al suolo, cosi come la intrarotazione della tibia, con successivo stress capsulo-legamentoso nell'articolazione del ginocchio. C) Correndo piano, diminuirebbe anche la fase antigravitazionale nella fase di spinta, con relativi problemi alla schiena. Con il risultato negativo dell'insorgere di alcune delle infiammazioni classiche del podista, vedi sindrome della bandelletta del tibiale, vedi periostiti, vedi tendiniti e da ultimo le fasciti plantari. In definitiva, la corsa lenta va sempre bene come allenamento di recupero e di costruzione organica, alternata per¨° a vari altri tipi di lavori su velocit¨¤ pi¨´ elevate. Quella sempre troppo lenta e monocorde sarebbe invece da scartare. Con i tempi che cambiano, anche i proverbi pi¨´ saggi ed antichi rischiano di andare in pensione.
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