RUNNING
Eyob Faniel si racconta: "In Kenya ho ricaricato le pile. Ora il mio sogno nel cassetto ¨¨..."
Di ritorno dal Kenya, dopo uno stage di allenamento durato 18 giorni, tra un aereo e lĄŻaltro, abbiamo contattato il primatista italiano di mezza maratona e maratona, Eyob Faniel. A dir la verit¨¤, detiene anche il record italiano sui 10km su strada ma, in questo caso, a pari merito con Daniele Meucci. Un record che per¨° potrebbe cadere proprio domenica 18 aprile, visto lĄŻimpegno del maratoneta delle Fiamme Oro alla Mujalonga sul mar, gara di 10km che si disputa nel comune triestino di Muggia, al confine con la Slovenia.
"ComĄŻ¨¨ stato il periodo appena trascorso in Kenya?"
"Un periodo molto positivo che mi ¨¨ servito a ricaricare le batterie. Soprattutto mentalmente. Dopo il record italiano della mezza maratona dello scorso 28 febbraio, infatti, ero un po' scarico. Qua in Kenya sono riuscito a ritrovare la giusta motivazione e soprattutto il giusto giro di gamba".
"Dove e con chi ti sei allenato?"
"Sono stato a Kapsabet, nel centro di allenamento di Claudio Berardelli e mi sono allenato con alcuni dei ragazzi keniani che segue il manager italiano".
"Quali sono i vantaggi dellĄŻallenarsi sugli altipiani della Rift Valley?"
"Sono molti gli aspetti che rendono il Kenya uno dei posti migliori per allenarsi. Sicuramente cĄŻ¨¨ il discorso della quota ma anche i percorsi sterrati e muscolari, ideali per fare lunghe sessioni ma, sicuramente, lĄŻaspetto pi¨´ importante ¨¨ la vita che si svolge l¨Ź. Ci si dedica totalmente alla corsa, in un modo che in Occidente, per quanto uno si sforzi di fare, non ¨¨ possibile".
"Cio¨¨?"
"Non ¨¨ solo il fatto di svegliarsi allĄŻalba o di correre sempre in gruppo. ? un insieme di cose. In Kenya ti trovi a fianco con i migliori atleti del mondo e da loro si impara sempre qualcosa. ? come essere allĄŻuniversit¨¤ della maratona".
"E dai ragazzi keniani?cosa hai imparato?"
"Ho imparato tante cose, una su tutte lĄŻimportanza di finire bene in allenamento e ancor di pi¨´ in gara. Nella maratona, cos¨Ź come viene corsa al giorno dĄŻoggi, ¨¨ importante farsi trovare pronto nei chilometri conclusivi, perch¨Ś l¨Ź si gioca tutto. Sempre pi¨´ spesso le maratone vengono vinte in volata".
"Come stai vivendo lĄŻavvicinamento ai Giochi Olimpici in questo clima di incertezza?".
"Devo essere sincero? Le Olimpiadi le vedo ancora piuttosto distanti. Voglio dire, so che sono lĄŻappuntamento pi¨´ importante dellĄŻanno e so anche che saranno le mie prime Olimpiadi e, soprattutto, so che voglio fare molto bene e dare il massimo ma per adesso sono concentrato su obiettivi pi¨´ immediati. Inizier¨° a pensarci quando sar¨¤ il momento giusto".
"Cosa ti aspetti di fare in Giappone?"
"A 3 mesi e mezzo di distanza ¨¨ difficile dare una rispostaĄ Diciamo per¨° che, come si dice, sognare non costa nienteĄ e se non costa niente, allora sogniamo in grande!".
"Cosa significa?"
"Beh la maratona olimpica ¨¨ molto diversa rispetto alle classiche maratone che si disputano nel mondo: non ci sono lepri e poi ¨¨ decisamente meno affollata. Ogni nazione pu¨° schierare al massimo 3 atleti e questo vale anche per nazioni molto forti come Kenya, Etiopia, UgandaĄ In pi¨´, il fatto di venire spesso in Africa ad allenarmi mi ha fatto capire che il gap con i migliori atleti al mondo non ¨¨ cos¨Ź incolmabile. Lo dico a bassa voce ma forse una medaglia non ¨¨ cos¨Ź impensabile".
"Dopo la Ą°Mujalonga sul marĄą cosa prevede la tua programmazione?"
"Dopo la gara di domenica far¨° un breve periodo di rigenerazione dalla corsa con qualche chilometro in meno e un po' di allenamento alternativo".
"Che cosa farai concretamente?"
"Della corsa tranquilla e qualche uscita in MTB. Di solito faccio anche corsa in acqua ma questa volta credo che non sar¨¤ possibile".
"In Kenya al di fuori degli allenamenti come passavi le giornate?"
"Diciamo pure che oltre a correre e riposare non cĄŻera molto tempo a disposizione. Quelle rare volte che non avevo il doppio allenamento, mi sono concesso di andare a vedere le piantagioni di the dove correvo. In corsa non si riesce a cogliere la bellezza di quei posti. Poi, ogni tanto cercavo di migliorare il mio inglese, grazie anche allĄŻaiuto di un insegnante locale".
"Hai qualche altra passione oltre la corsa?"
"No, mi ritengo molto fortunato da questo punto di vista: la corsa ¨¨ la mia pi¨´ grande passione e sono riuscito a farla diventare il mio lavoro. Il sacrificio pi¨´ grande per¨° che devo pagare ¨¨ quello di portare via tempo alla mia famiglia".
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