L'ultramaratoneta si ¨¨ raccontato a Gazzetta Active: "Il running si ¨¨ sacrificato per la collettivit¨¤. Il futuro? Vedo un grande fermento, spero che questo si trasformi in energia positiva"
In questi giorni avrebbe dovuto essere nel deserto del Marocco a correre la Marathon des Sables, rimandata per il coronavirus. L'ultramaratoneta (imprenditore e scrittore) Daniele Barbone lo ha raccontato a Livia Taglioli e agli amici di Gazzetta Active in diretta su Instagram. Il punto di partenza della chiacchierata, naturalmente, l'attuale situazione del running, bloccato dal virus.
"La situazione si ¨¨ evoluta in modo dinamico, in poche settimane. Progressivamente hanno ridotto tutte le varie possibilit¨¤. Ora, ci si pu¨° muovere attorno alla propria abitazione (e nei tre casi espressamente indicati dai decreti). Il mondo del running si ¨¨ adeguato a questa situazione: la totalit¨¤ si ¨¨ arresa per fare un sacrificio".
Come ti stai allenando?
"Io venivo da una preparazione molto importante, ho corso anche una maratona a Malta per allenarmi in vista di altri appuntamenti. Ho rinunciato alla corsa sin dall'inizio. Era difficile, per me, uscire in un contesto che socialmente non lo accettava. Con persone che si sacrificavano per la collettivit¨¤. Ho iniziato a tenermi in forma a casa, prima con lo stesso allenamento che avrei svolto in palestra. Poi ho iniziato a cercare altro e, su internet, ho scelto esercizi di cardio workout che consentono il mantenimento di un'attivit¨¤ cardiaca sostenuta e divertente. Ma non vedo l'ora di tornare a correre".
"S¨¬. C'¨¨ stata una dinamica di ostilit¨¤, ma ¨¨ comprensibile scaricare la tensione individuando un possibile soggetto negativo. I runner, le persone che portano i bambini a passeggiare o il cane fuori. Ma un dato ¨¨ certo: aumentano le persone che sono attente al nostro mondo".
La tua storia pu¨° essere una fonte d'ispirazione per i neofiti...
"S¨¬, sono passato dal divano all'ultramaratona! Come? Durante un periodo natalizio, ho sentito un bisogno disperato di stare bene. Cos¨¬ ho iniziato a muovermi, facendo il giro dell'isolato e pensando anche "forse non ¨¨ il mio mondo". Ma io non sono un tipo che si arrende con facilit¨¤, cos¨¬ ho allungato il percorso e ho scoperto tutto questo. Con una consapevolezza: accettando i propri limiti si portano avanti".
Le tue corse hanno una doppia anima...
"Essendo diventato un atleta in et¨¤ adulta, non potevo correre pi¨´ per vincere chiss¨¤ cosa. Ho dovuto trovare un significato alternativo alle mie corse. Ma c'¨¨ stato un momento in cui ¨¨ cambiato tutto. Nel 2013 ho corso la maratona di Boston (nella quale tre persone sono rimaste uccise per un attentato, con due bombe esplose vicino alla linea del traguardo). Non ho mai tagliato il traguardo di quella gara. Sono tornato a casa pensando a quel momento. Poi a Novara (a casa mia) si sono presentate alcune persone, pronte a ripetere l'esperienza e a fare gli ultimi metri insieme a me. Questo ¨¨ stato un evento che mi ha toccato molto: ho costruito le attivit¨¤ educative, le divulgazioni, utilizzando la corsa come fonte di sensibilizzazione e di aggregazione. La gara del cuore? Sicuramente quella...".
E quella pi¨´ incredibile?
"Senza dubbio l'Amazzonia. L'idea di correre l¨¬ ¨¨ stata folle, ma bellissima".
Il tuo primo obiettivo dopo la quarantena?
"Spero di correre la Marathon des Sables, che dovrebbe essere in programma ?a settembre. Oggi avrei dovuto essere l¨¬, ma c'¨¨ stato solo un arrivederci".
Il coronavirus cambier¨¤ il mondo?
"Vedo una grande energia, una forte voglia di tornare rapidamente alle nostre abitudini. Vedo un grande fermento, ci siamo sentiti, come nel 2006 (con i Mondiali di calcio), un solo popolo. Spero che tutto questo possa trasformarsi in un'energia favorevole per un mondo pi¨´ sostenibile".
Seguici?sui nostri canali social!?
? RIPRODUZIONE RISERVATA