Coach Rondelli ci guida attraverso la storia di uno degli eventi pi¨´ importanti del mondo
Si corre oggi, domenica 5 novembre 2023, la 52esima edizione della Maratona di New York. Certamente la pi¨´ famosa, la pi¨´ amata e frequentata fra le grandi maratone mondiali. Non la pi¨´ veloce per¨°. Perch¨¦ per chi vuol fare il proprio personale o magari siglare un nuovo primato del mondo allora ¨¨ meglio che si schieri al via di quelle di Berlino, Chicago, Londra o Valencia. Il fattore velocit¨¤ ha fatto perdere un po' di fascino alla maratona della Grande Mela ma ancora oggi, a 53 anni dalla sua prima edizione, una vittoria a New York vale quasi come una medaglia olimpica.
I primi eroi
¡ª ?Una maratona nata quasi alla chetichella nel settembre del 1970 grazie all'iniziativa di Vincent Chiappetta, presidente del New York Road Runners Club, e di Fred Lebow, l'uomo che poi la port¨° ai massimi livelli negli anni seguenti. 127 i partenti impegnati a correre su 4 giri del Central Park. Vinse il carneade Gary Muhrcke in 2h31.38. L'unica donna iscritta, Nina Kuscsik, non arriv¨° neanche al traguardo. Si rifece in seguito, vincendo le edizioni del 1972/1973. Classe 1939 la fondista americana divenne poi una vera e propria icona per lo sviluppo delle gare di fondo femminili. Al riguardo, molto pi¨´ famosa di lei fu la vincitrice del 1974, la sua connazionale Kathrine Switzer, che nel 1967 si schier¨° alla maratona di Boston con uno stratagemma: fingendo di essere un uomo. Scoperta dai giudici che volevano bloccarla durante la gara, allora vietata alle donne, Kathrine riusc¨¬ invece a proseguire protetta dal suo fidanzato e ad arrivare al traguardo in 4 ore e 20 minuti. Da l¨¬ part¨¬ la sua campagna in favore della partecipazione delle donne alle gare di maratona che fu consentita a partire dal 1970.
Bill & Alberto
¡ª ?La maratona di New York esplose poi letteralmente, almeno a livello nazionale, negli anni compresi fra il 1976 ed il 1982 grazie ai successi di due grandi fondisti a stelle e strisce: Bill Rodgers, che vinse 4 edizioni fra il 1976 ed il 1979; Alberto Salazar, che inanell¨° tre successi fra il 1980 ed il 1982. Salazar ¨¨ un personaggio famoso e anche molto discusso come responsabile del Nike Oregon Project, oltre che coach di grandi campioni come Mo Farah.
Great Grete
¡ª ?Negli stessi anni Settanta la maratona di New York si espanse a livello mondiale ad opera della compianta fuoriclasse norvegese Grete Waitz che, fra il 1978 ed il 1986, vinse ben nove edizioni, siglando anche due primati del mondo con 2h32.30 e con 2h25.42.
L'onda azzurra
¡ª ?Con l'inizio degli anni Ottanta arrivano i momenti di gloria anche per i colori azzurri. L'apripista fu Laura Fogli, una timida romagnola classe 1959 che esord¨¬ con un quarto posto nel 1980. L'azzurra fu poi ancora quarta nel 1981 prima di conquistare, negli anni successivi, due secondi e due terzi posti.
Pizzo what?
¡ª ?Nel 1984 arriv¨° anche la prima vittoria di un azzurro. La ottenne il veneto Orlando Pizzolato, iscrittosi all'ultimo momento. L'azzurro pesc¨° il jolly che gli cambi¨° la vita. In una giornata di grande caldo fu costretto a fermarsi pi¨´ volte, ma riusc¨¬ sempre a ripartire e a vincere in 2h14. 53, il tempo pi¨´ alto mai fatto registrare da un vincitore a New York dal 1976 a oggi. I primi a chiedersi chi fosse il vincitore con un eloquente "Pizzo what?" furono proprio i giornalisti americani. L'anno dopo Orlando Pizzolato ritorn¨° e vinse di nuovo con 2h11.34, dimostrando tutto il suo valore tecnico. Nel 1986 l'Italia cal¨° il tris con il bresciano Gianni Poli, atleta di grande talento, primo azzurro a scendere sotto le 2 ore e 10 minuti nella maratona. Edizione storica quella del 1987 con la vittoria del keniota Ibrahim Hussein e il suo fu il primo successo per un atleta della sua nazione. Ne sono poi seguiti altri sedici fino ai giorni nostri. Secondo fu l'azzurro Gianni Demadonna, compagno di squadra di Alberto Cova e Francesco Panetta nella Pro Patria di Milano, oggi uno dei pi¨´ grandi manager a livello mondiale. La grande febbre azzurra continu¨° anche nei due anni successivi con il secondo posto del veneto Salvatore Bettiol nel 1988 e il terzo posto del campione olimpico Gelindo Bordin nel 1989.
Giacomo & Franca
¡ª ?Ancora due italiani sugli scudi nel decennio successivo. Nel 1996 fu il pugliese Giacomo Leone a far saltare il banco vincendo in 2h09.53 con una condotta di gara tatticamente perfetta. Due anni dopo, con una gara quasi in fotocopia, tocc¨° alla fondista romana Franca Fiacconi arrivare prima sul traguardo in 2h25.19.
I tempi record di New York
¡ª ?Le due migliori prestazioni cronometriche fatte registrare a New York sono il 2h05.02 del keniota Geoffrey Mutai nel 2011 e il 2h22.31 della sua connazionale Margaret Okayo nel 2003. Tempi lontani anni luce dai recentissimi primati mondiali del keniota Kelvin Kiptum, con il suo 2h00.35 dello scorso 8 ottobre a Chicago, e dal 2h11.53 realizzato il 23 settembre a Berlino dall'etiope Tigist Assefa. Ma a New York conta soprattutto la vittoria, tutto il resto diventa secondario. Nelle altre sedi sono i grandi atleti a dare prestigio alle singole maratone, a New York succede il contrario: ¨¨ la maratona pi¨´ famosa del mondo a dare prestigio ai singoli atleti.
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