? il giorno della pi¨´ bella maratona del mondo
La pi¨´ bella maratona del mondo si correr¨¤ a New York a soli sei giorni dall'attentato di Halloween che ha lasciato l'ennesima scia di sangue e nessuno si azzarderebbe ad organizzare un convegno su un tema cos¨¬ delicato. Invece ¨¨ proprio cos¨¬: la maratona, come la strage di Boston ha tragicamente dimostrato quattro anni fa, offre uno dei migliori obiettivi sensibili per un atto terroristico ma correre insieme a 53.000 persone come avverr¨¤ oggi pomeriggio sulle strade di Manhattan, ¨¨ anche la migliore risposta alla strategia del terrore che ¨¨ fra gli obiettivi dell'Isis. Ecco perch¨¦ nessuno a New York, neanche per un momento, ha pensato di sospendere l'organizzazione del pi¨´ spettacolare evento di massa del mondo com'era purtroppo accaduto, proprio alla vigilia della corsa e non senza polemiche, di fronte all'uragano Sandy del 2012. Quella brutta pagina vissuta dalle maratone americane aveva in effetti frenato non poco la grande migrazione dei maratoneti verso la Terra Promessa della corsa e la partecipazione degli italiani alla corsa della Grande Mela, in coincidenza con la crisi economica, era vistosamente calata a poco pi¨´ di 2000 iscritti negli anni successivi.
Ed ¨¨ proprio questo il punto: l'esercito di 3002 italiani che correranno oggi a New York, in linea con i vecchi tempi, pu¨° essere considerato un segnale di rinascita del nostro podismo? La risposta ¨¨ negativa ed ¨¨ proprio un convegno, European Running Business Conference, tenuto a Francoforte in occasione della maratona di domenica scorsa, ha spiegato perch¨¦. Davanti a trecento delegati che rappresentavano non solo le varie federazioni nazionali ma anche i grandi network continentali del podismo, il chairman della Running Commission della Iaaf Carlo Capalbo (un italiano che ha fatto fortuna a Praga e ora porter¨¤ il suo know how podistico a Napoli) ha sciorinato numeri per noi ben poco edificanti. Su 48 milioni di podisti (intendendo come tali quelli che hanno indossato almeno una volta nella vita un chip) presenti in 28 Paesi europei, l'Italia presenta uno degli indici di penetrazione pi¨´ basso: la percentuale di corridori rispetto alla popolazione attiva (15-64 anni) tocca il 31 % in Danimarca, si allinea fra il 21-23% in Germania, Inghilterra e Olanda ma precipita intorno al 4 per cento in realt¨¤ importanti come Spagna, Polonia e Italia.
Un dato in controtendenza rispetto ai 3 milioni e mezzo di podisti registrati dall'Istat (16% dei cittadini attivi) secondo l'ultimo censimento. E allora perch¨¦ una sola maratona italiana, quella di Roma, supera a fatica il traguardo dei 10.000 arrivati che all'estero ¨¨ quasi una base di partenza e sono considerati un successo i 58.000 possessori della Run Card della Fidal? Semplicemente perch¨¦ in Italia, fatti salvi i certificati medici per l'attivit¨¤ agonistica, le corse sono diventate un mercato chiuso, strangolato da lacci e lacciuoli che costringono i partecipanti ad una seconda ?maratona? burocratica che non ¨¨ prevista per le corse straniere. Quello che potrebbe offrire un mercato pi¨´ libero lo conferma lo straordinario successo delle DeeJay Ten che, liberalizzando la partecipazione con la formula non competitiva (il chip rimane ma non viene stilato un ordine d'arrivo) hanno coinvolto nel complesso pi¨´ degli aderenti alle Run Card Fidal. Il mercato amatoriale, in pieno fermento, sviluppa in effetti un costante fenomeno di fuorusciti: non solo le sei World Marathon Majors stanno per annunciare il progressivo smarcamento dalla Iaaf ma anche alcune storiche corse italiane (Lago Maggiore, Bologna e Verona per esempio) hanno scelto l'indipendenza dalla Fidal per sopravvivere. La possibilit¨¤ di tesserarsi con gli EPS (Enti di Promozione) per correre con lo ?sconto? non pu¨° essere la soluzione del problema: le condizioni devono essere uguali per tutti.
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