L'ultratrailer astigiano ¨¨ pronto ad attraversare il deserto persiano in autosufficienza: ¨¨ la sua prima avventura in solitaria. Lo seguir¨¤ il figlio Pietro.
[tps_title]LA SFIDA[/tps_title]
Non conosce l'Iran, ma ¨¨ stata una folgorazione. Dopo anni di triathlon?e le esperienze nelle celebri UTMB, CCC, Grand Trail Cro-Magnon, Gianfranco Tartaglino?ha deciso di avventurarsi in solitaria nel deserto di?Dasht-e Lut, patrimonio dell'UNESCO. Il 58enne avvocato astigiano, impegnato anche del sociale e avvezzo a portare messaggi di solidariet¨¤ durante le sue imprese, parte dal significato pi¨´ interiore e personale del viaggio che affronter¨¤ a partire dal 6 aprile. ¡°Il significato simbolico ¨¨ forte: vorrei trovare una vecchia valigia e fare una foto con lo sfondo del deserto persiano alla mia partenza. Ecco, l¨¬ vorrei lasciare le scorie, il vecchio, quello che mi pesa, e partire per un nuovo viaggio, per quello che di fatto rappresenta il mio terzo tempo della vita perch¨¦, oggettivamente, con l'et¨¤ anagrafica non posso barare¡±.
ESSENZA?Tartaglino ha gi¨¤ affrontato Grand2Grand tra Arizona e Utah, la 300 km non stop in Oman in autosufficienza, attraversato il deserto salato in Bolivia e la UltraNorway di 100 km oltre ad aver terminato tre edizioni del Passatore, ma questo viaggio ha un sapore diverso.?¡°Penso che i contorni di questa avventura saranno pi¨´ nitidi strada facendo: vorrei definire in Iran il perch¨¦ di questa scelta, cerco risposte in quel posto e in quel contesto. Non vado per cercare un limite, tantomeno per cercare una sfida, ma per trovare una nuova dimensione. La realt¨¤ quotidiana comincia ad andarmi stretta, non sopporto certe situazioni, alcuni atteggiamenti, certi discorsi: questa avventura mi porter¨¤ ad estraniarmi da un modo di vivere che non mi gratifica. Siamo orientati ai bisogni materiali, ma non riesco pi¨´ a sopportare questo aspetto, vorrei in pochi giorni andare a ristabilire le priorit¨¤ vivendo una situazione opposta, quella in cui si vive di essenzialit¨¤¡±.
(Continua nella prossima scheda)
[tps_title]CON PIETRO[/tps_title]
Ad accompagnarlo ci sar¨¤ il figlio Pietro che ha un passato da nuotatore (velocista) ma nulla a che vedere con le corse di lunga distanza. Mentre Gianfranco affronter¨¤ in autonomia il tracciato della?Iranian Silk Road Ultramarathon, suo figlio lo seguir¨¤ a debita distanza con un fuoristrada e senza farsi notare, ma piazzando in alcuni punti strategici rifornimenti idrici e solidi. ¡°? la prima volta che mio pap¨¤ mi chiede di affrontare un viaggio cos¨¬, non potevo dire di no?¨C racconta Pietro Tartaglino¨C Offrir¨° un supporto discreto, invisibile, lasciando acqua e cibo senza farmi notare per lasciare vivere l'esperienza piena a mio padre, ma visto che le comunicazioni sono impossibili, cercher¨° di fare in modo che tutto si svolga in sicurezza¡±.
¡°Capita che spesso non essere in sintonia con mio figlio ¨C aggiunge Gianfranco ¨C ma potrebbe essere una stupenda esperienza da vivere con chi condividi degli affetti. Affrontare un'avventura del genere pu¨° essere un bell'insegnamento, un ricordo indelebile che rimarr¨¤ vivo per tanto tempo, quindi gli ho chiesto di condividerla con me¡±.
(Continua nella prossima scheda)
[tps_title]LOGISTICA?[/tps_title]
Si parte da Safi Abad, l'ultimo avamposto prima del deserto, una sorta di oasi, l'ultima roccaforte prima di affrontare la distesa sabbiosa. Tartaglino affronter¨¤ gli oltre 200 km in autonomia con l'ausilio di una traccia gps offline indispensabile visto che non vi ¨¨ copertura della rete telefonica. Di giorno si supereranno i 40¡ã C nel deserto malgrado si preannunci vento nella prima parte; poi ci saranno le dune ed un guado di un fiume salato con pericolo di sabbie mobili. Oltrepassato il corso d'acqua si sale sull'altopiano lavico di Gandom Beryan?in cui ¨¨ stata registrata la temperatura pi¨´ alta al mondo (oltre 70¡ã C), ma con un panorama davvero surreale e imperdibile. Il ritorno serve a chiudere il cerchio geografico e metaforico, con un passaggio tra formazioni di roccia naturale che assumono l'imponenza di un canyon e un transito da un caravanserraglio prima di tornare alla base dopo 200 km. ¡°Preparer¨° due zaini, con equipaggiamenti diversi a seconda delle temperature e delle necessit¨¤ riscontrate una volta arrivati sul posto. Due paia di scarpe, abbigliamento essenziale da corsa con un cambio, oppure qualcosa di lungo per la notte nel caso in cui si prevedessero temperature pi¨´ basse, i bastoncini¡±.
(Continua nella prossima scheda)
[tps_title]PREPARAZIONE?[/tps_title]
L'esperto ultrarunner conferma che una prova del genere si prepara diversamente rispetto ad una gara, anche se la buona condizione fisica ¨¨ indispensabile: ¡°Ho compiuto tante uscite lunghe, molto lunghe, anche di 6 ore, spesso su sterrato e con qualche salita per avere una base di forza ma trascurando gli aspetti pi¨´ qualitativi: il cambio di ritmo non ¨¨ la mia peculiarit¨¤ in questo momento. Per affrontare i 200 km, alterner¨° ovviamente corsa e camminata sin dall'inizio cercando di non arrivare mai al limite: non arriver¨° mai a camminare quando non avr¨° pi¨´ la forza di correre per non rischiare di dover procedere al passo fino alla fine. Ho ancora l'interrogativo dellanotte: non ci sar¨¤ la luna quindi sar¨¤ un buio decisamente intenso: ho gi¨¤ trascorso la notte nel deserto, anche se qui sar¨¤ diverso perch¨¦ sono solo¡±.
(Continua nella prossima scheda)
[tps_title]CRISI E LIMITI?[/tps_title]
¡°Ci sono stati momenti nelle mie esperienze passate in cui davvero mi chiedevo perch¨¦ fossi l¨¬ e mi sarei dato delle martellate sulla testa, ma alla fine si esce da queste crisi perch¨¦ lo vuoi davvero. Alla fine trover¨° un modo di uscirne anche qui ¨C racconta sorridendo Tartaglino ¨C Come anticipavo, non inseguo il limite, penso ci sia un margine di sicurezza in tutti i contesti di ultramaratona oppure di traversate in solitaria. In certe avventure alpinistiche, il limite ¨¨ insito nel gesto, nell'obiettivo, qui siamo in grado di sentire il limite, di riconoscerlo e di tenerlo a debita distanza. Vogliamo sempre andare sopra l'asticella, ma in generale consiglio di stare un gradino sotto: prima di affrontare un progetto cos¨¬ impegnativo ¨¨ necessario acquisire consapevolezza, arrivare per gradi al compimento di questo passo, facendo tanta esperienza e creando le condizioni fisiche e mentali per essere solidi nei confronti di ci¨° che si fa¡±.
ALTRA DIMENSIONE?Il viaggio, perch¨¦ di questo si tratta, ¨¨ un mezzo per raggiungere una dimensione diversa:?¡°Vorrei ascoltare totalmente le sensazioni fisiche per entrare in una dimensione interiore, mettendo insieme tutti i sensi per raccogliere qualcosa di gratificante e fare star bene. Riesco ad assaporare questa cosa da solo che mi fa star bene e riesco ad assaporarla per un tempo che non ¨¨ sfuggente: ho l'obiettivo finale, ma il bello ¨¨ ci¨° che vivi nel durante, nel viaggio¡±.Perch¨¦, in fondo, correre ¨¨ lo spazio aperto dove vanno a giocare i pensieri.
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