Per La Torre, il cross ¨¨ l'alimento di base della dieta (sportiva) di un corridore. Ecco i punti cardine del suo pensiero sul rapporto tra corsa campestre e corsa in pista
Con la 90esima edizione della Cinque Mulini corsa domenica 30 gennaio, la stagione della corsa campestre ha raggiunto il suo punto massimo. Vero, ci sono altre gare importanti in programma (Vallagarina, Al¨¤ dei Sardi) e i Campionati Italiani (a Trieste il 13 marzo), per¨° la gara di San Vittore Olona serve sempre per fare i conti con il resto del mondo, per vedere quanto dista.
L'ultima Mulini ci ha detto che il mondo ¨¨ davvero piuttosto lontano per l'Italia del cross. Etiopia, Kenya, Eritrea, Uganda e Burundi: tutti i 12 africani ingaggiati dagli organizzatori sono finiti davanti ai nostri azzurri, "capitanati" dal brianzolo Luca Alfieri, 21enne ottimo studente di Lettere, che si ¨¨ messo alle spalle i professionisti dei Gruppi sportivi militari.
Il prossimo mese di dicembre ¨¨ ancora lontano, ma ¨¨ bene avere fissa sul calendario la data di domenica 11, quando a Torino si svolgeranno i Campionati Europei di corsa campestre. La gara in casa dovrebbe togliere il sonno a pi¨´ di una persona.
E' ben chiara invece la situazione al direttore tecnico e scientifico della nazionale di Atletica leggera, il professor Antonio La Torre. Intervenendo alla conferenza stampa di presentazione proprio della Cinque Mulini, il tecnico colse l'occasione per ribadire l'importanza della corsa campestre per ogni atleta da lunghe distanze.
Per La Torre, il cross ¨¨ l'alimento di base della dieta (sportiva) di un corridore. Ecco i punti cardine del "La Torre-pensiero" sul rapporto tra corsa campestre e corsa in pista.
"Se non si passa attraverso il cross, noi non torneremo mai protagonisti, almeno a livello europeo, nell'ambito del mezzofondo".
"Dobbiamo provare a fare cose diverse da quelle che abbiamo fino adesso. Dobbiamo provare a tornare a dare del tu alla fatica. E' un problema di tutto il mondo occidentale, con la sola eccezione di Jakob Ingebrigtsen, perch¨¦ sembra che ci siamo rassegnati al dominio degli atleti del Corno d'Africa. Io queste cose le ho anche studiate: non esiste ancora la prova scientifica che sia un dominio genetico".
"Noi stiamo provando a tornare a far vivere, attraverso la condivisione, la fatica, con raduni e gruppi anche pi¨´ folti. Vogliamo provare a vedere, se si prova a calpestare il fango, di tornare a essere pi¨´ competitivi in pista. Su questo sar¨° molto molto determinato: non esiste carriera di mezzofondista, veloce o prolungato che sia, che non abbia attraversato la strada del cross".
E allora, che cross sia. Pane e corsa campestre per tutti, azzurri e runner dopolavoristi. La corsa campestre ¨¨ la base della corsa. Anzi, come disse un famoso giornalista, ¨¨ il latino della corsa. E' tempo di tornare a studiare, allora.
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