? disponibile da mercoled¨¬ 1 dicembre sulla piattaforma Netflix "Mo Farah, No Easy Mile", il documentario su Sir Mo Farah, una delle leggende viventi del mezzofondo mondiale
? disponibile da mercoled¨¬ 1 dicembre sulla piattaforma Netflix ¡°Mo Farah, No Easy Mile¡±, il documentario su Sir Mo Farah, una delle leggende viventi del mezzofondo mondiale. In settantasei minuti, Joe Pearlman e David Soutar ripercorrono la storia del fondista britannico nato a Mogadiscio e trasferitosi con la famiglia nella capitale inglese all¡¯et¨¤ di otto anni: dall¡¯infanzia, vissuta in assoluta povert¨¤ come rifugiato in Gibuti assieme al fratello gemello Hassan, all¡¯arrivo in Gran Bretagna dove ha i primi contatti con l¡¯atletica leggera; dall¡¯incontro con la futura moglie, Tania Nell da non sposata, alla nascita dei loro quattro figli.
Ma soprattutto, dalle sconfitte e i lunghi anni di ¡°gavetta¡± all¡¯apice della parabola che ha consacrato Sir Mohamed Farah come uno dei pi¨´ grandi mezzofondisti di sempre: la ¡°doppia doppietta¡± ovvero la conquista dei quattro ori olimpici in due rassegne a cinque cerchi: Londra 2012 e Rio 2016, sempre su 5000 e 10000 metri ovviamente.
Se l¡¯eredit¨¤ di Mo Farah, al di fuori del mondo dell¡¯atletica, si cristallizzer¨¤ nella conquista dei quattro ori olimpici, nel mondo del track & field invece sar¨¤ ricordato anche per molto altro. Al suo nutrito palmares si aggiungono infatti ben sei titoli mondiali: Daegu 2011 (5000), Mosca 2013 (5000 e 10000), Pechino 2015 (5000 e 10000), Londra 2017 (10000), una medaglia d¡¯argento, Daegu 2011 (10000) e cinque titoli continentali: Barcellona 2010 (5000 e 10000), Helsinki 2012 (5000), Zurigo 2014 (5000 e 10000) e una medaglia d¡¯argento, Goteborg 2006 (5000), un bronzo ai campionati del mondo di mezza maratona (Cardiff 2016).
Oltre ai metalli preziosi, a lasciare testimonianza della caratura del corridore britannico ci pensano i primati personali, molti dei quali rappresentano la miglior prestazione nazionale, alle volte europea o perfino mondiale. Mo Farah detiene il record britannico sui 1500 (3:28.81), 3000 (7:32.62), 5000 (12:53.11), 10000 (26:47.57), ora in pista (21330m), mezza maratona (59:32) e maratona (2:05:11). Nel caso dei 10000 il tempo del britannico segna anche il primato europeo sulla distanza. Nel caso dell¡¯ora in pista, invece, la prestazione di Sir Mo rappresenta il limite mondiale.
Nella lunghissima parabola del fuoriclasse inglese non c¡¯¨¨ stata solo la pista. Dall¡¯anello di quattrocento metri Mo Farah ¨¨ lentamente transitato alle discipline pi¨´ lunghe dell¡¯endurance, spesso pagandone a sue spese e mettendo duramente alla prova il suo motore ¡°dispendioso¡± e non settato per i 42,195km.
Il suo debutto, infatti, alla maratona di Londra del 2014 in 2:08:21 fu al di sotto delle aspettative.
Aspettative brillantemente ricompensate quattro anni pi¨´ tardi con la vittoria alla maratona di Chicago che gli valse anche come record europeo (strappato al norvegese Sondre Moen).
Nel documentario, dalle testimonianze di Usain Bolt, Thierry Henry, Lord Coe, Haile Gebrselassie, Alberto Salazar and Tania Farah, che vi compaiono, emerge come il talento cristallino del fuoriclasse britannico sia stato da sempre affiancato a grandi doti di profonda umanit¨¤: il suo sorriso, la dedizione verso la moglie e la famiglia e la voglia di godersi il momento.
Assieme a questo un¡¯incredibile voglia di emergere e una dedizione assoluta nell¡¯applicarsi in allenamento: ¡°Per arrivare fin qui, mi ci sono voluti pi¨´ di quindici anni. Al culmine di tutto ci¨° ripensi a quando ¨¨ cominciato tutto, ti sembra ce sia successo cos¨¬ velocemente e pensi: ¡®Come ci siamo arrivati?¡¯ [¡] Sono convinto che avere avuto un¡¯infanzia difficile mi abbia aiutato a diventare ci¨° che sono, ad apprezzare la vita e a godermi ogni attimo.¡±
Chapeau Sir Mo.
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