L¡¯attentato di marted¨¬ non ferma la gara. Al via anche la Dossena: "Mai pensato di rinunciare"
Central Park ¨¨ intasato di corridori in allenamento come se l¡¯attacco assassino di quattro giorni fa fosse gi¨¤ un ricordo sbiadito. Nessuna psicosi da paura, che non sembra aver contagiato i migliaia di turisti e appassionati che sciamano nelle Avenue e le Street della citt¨¤ ferita ma resiliente. Rimane viva solo la memoria delle vittime, cadute sulla ciclabile lungo l¡¯Hudson River. Anche Sara Dossena, insieme a Emma Quaglia top woman della gara, non ha mai pensato di rinunciare alla trasferta. Racconta: ?L¡¯idea di non venire non mi ha sfiorato. Pure quando ho visto le immagini sui telegiornali: episodi che ti lasciano sgomenti. Ma se ti fai prendere dall¡¯ansia e dalla paranoia, lanci il messaggio sbagliato. E¡¯ vero, si corre in mezzo alla folla e senza protezione, per¨° qui con la sicurezza sono super organizzati?.
TRASFORMAZIONE La Big Apple ¨¨ un sogno accarezzato da molto tempo. Sorride: ?Magari pu¨° pensare che lo dico perch¨¦ siamo qui a un passo da Times Square, ma la passione per questo sport mi ¨¨ venuta guardando questa maratona in tv quando ero bambina?. Aveva dieci anni e cominci¨° a tempestare di domande i genitori: ?Che cosa devo fare per arrivare allo stesso livello di quelle che vincono? Dove mi posso iscrivere?? chiedevo con insistenza. Fra l¡¯?epifania? annunciatasi con la visione del traguardo di Central Park e il suo debutto di domani in una Maratona, ci sono periodi di sofferenza e cambiamenti. Prima l¡¯atletica a tempo pieno con corse in montagna e nel 2007 una mezza a Osaka con un buon 1h12¡¯54¡±. Poi il calvario, con una lunga lista di infortuni: ?Fasciti, fratture da stress, operazione alla bandelletta iliotibiale?, ripete come fosse una filastrocca. Aggiunge: ?E¡¯ il modo in cui ho scoperto nuoto e ciclismo, le attivit¨¤ utili e consentite per le varie riabilitazioni?. Ecco come si trasforma in un¡¯atleta di triathlon e duathlon: ?Con buoni risultati. Insomma, in Italia le gare le vincevo. Ma nell¡¯anima mi rimaneva la corsa?. Vincere in Italia non basta per il professionismo. Cos¨¬, lei laureata in Scienze Motorie, ¨¨ costretta a fare la commessa in un centro commerciale di Pavia: ?Dura fare l¡¯atleta e ambire a certi obiettivi se non hai tempo per allenarti e soprattutto se la domenica invece di gareggiare devi lavorare?. La salva Maurizio Brassini, tecnico di triathlon (oggi suo allenatore), che ha anche un negozio a Gallarate legato alla specialit¨¤ e pu¨° offrirle un impiego. Sara, con orari pi¨´ flessibili e le domeniche libere, sale di livello e torna a fare la professionista.
LUCE VERDE A giugno David Monti, celebre reclutatore di top atleti, la invita alla 10 km di Central Park contro una concorrenza eccelsa. Vince la primatista del mondo Mary Keitany e Sara si piazza nona in 33¡¯23¡±. Dice: ?Una gioia, Mary ¨¨ una dei miei idoli e mi trovavo a New York. I primi giorni ero in trance per la felicit¨¤, poi per¨° quasi contenta di rientrare alla tranquillit¨¤ di casa?. Vicino a casa, alla mezza maratona di Lugano, si classifica seconda in 1h10¡¯38¡±. E¡¯ la luce verde che le fa capire di essere sulla buona strada: quella del ritorno a Manhattan per il suo esordio nella corsa dei sogni.
VERSO BERLINO Che cosa si aspetta? ?Di godermi il momento. Non so quello che valgo, il tempo non ¨¨ fondamentale. Il percorso non ¨¨ veloce, per questo sono meno tesa del solito. E¡¯ pi¨´ importante esserci e cogliere l¡¯attimo?. Ha studiato il tracciato? ?So che gli ultimi chilometri dentro il parco saranno i pi¨´ duri, i pi¨´ sofferti, ma anche i pi¨´ belli?. Poi ci saranno le ambizioni del dopo. Si schermisce: ?Sul futuro ho gi¨¤ cambiato idea mille volte. So che nella mia volont¨¤ c¡¯¨¨ la corsa. Se scendo sotto le 2h32¡¯ posso aspirare alla convocazione per gli Europei di agosto a Berlino. Sarebbe molto bello?.
Massimo Lopes Pegna per la Gazzetta dello Sport del 4/11/2017
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