Che mondo vede dalla finestra il pellegrino abituato a camminare sui sentieri del mondo? Come vive la sua clausura? Che vita ¨¨ questa, e dove ci porter¨¤? Lo abbiamo chiesto a celebri viandanti: scrittori, chef, hospitaleros, progettisti... Oggi ¨¨ la volta di Roberta Ferraris
Roberta Ferraris, piemontese, guida ambientale escursionistica, dal '94 si occupa di turismo sostenibile ed ¨¨ autrice di guide turistiche, principalmente a piedi e in bici, e di opere di cucina e manuali di sostenibilit¨¤ ambientale. Scrive soprattutto per Terre di Mezzo ed Ediciclo, ma collabora anche con?La Stampa e con Radio Popolare.?
Dove stai vivendo questa clausura e con chi?
"Rispetto alla maggioranza degli italiani, segregati in appartamenti condominiali, io vivo una situazione di assoluto privilegio. Abito da quasi 20 anni in una cascina isolata in Alta Langa, in provincia di Cuneo, circondata da circa 13 ettari tra prati, campi e boschi. Quindi all'isolamento sono abituata. Qui ¨¨ la norma, e per me ¨¨ cambiato davvero poco. Per¨° ¨¨ un isolamento a dimensione umana: esco a fare legna e coltivo l'orto, vado per funghi e raccolgo erbe spontanee. Mi fanno compagnia in questa fase di distanziamento dai miei simili, una decina di gatti. Quando gli garba, mi degnano della loro presenza, e a volte mi seguono nel bosco o nell'orto. E poi incrocio quotidianamente, ma a giusta distanza, il ragazzo che ha preso in carico l'azienda agricola, quindi ho anche l'occasione di scambiare due parole con un altro essere umano".
Cosa vedi dalla tua finestra?
"Ogni giorno un paesaggio diverso a seconda dell'ora del giorno. In queste ultime settimane di vita sedentaria ho seguito la fioritura dei ciliegi, che qui nelle Langhe punteggiano il bosco ancora bruno con le loro chiome bianchissime. Ora ¨¨ il momento degli ornielli, con le loro infiorescenze piumose. Poi vedo le Alpi liguri, ancora innevate, le borgate sparse del paese, tra i campi che ormai rinverdiscono".
E dove saresti dovuta essere invece?
"Avevo in programma un fitto calendario di accompagnamenti. Sarei giusto partita qualche giorno fa per la Puglia, prima per una serie di sopralluoghi per una guida, poi con un gruppo inglese alla scoperta dei paesaggi e delle eccellenze enogastronomiche della regione. Un viaggio che alterna esperienze sul campo (letteralmente a raccogliere verdura, per poi imparare a cucinarla) a visite culturali e facili camminate. Sarebbe stato il primo di una serie di viaggi con gruppi internazionali, tutti annullati".
Come hai organizzato le tue giornate (ammesso che tu le abbia organizzate¡)?
"Non ho cambiato troppo le mie abitudini, a dire il vero. Quando sono a casa ho una routine consolidata, che prevede una buona colazione condita con la lettura dei quotidiani alla radio (Prima Pagina, Radio 3). Dopo qualche veloce faccenda domestica mi isolo nello studio per il lavoro editoriale (che per fortuna continua), fino all'ora di pranzo. Poi cucino, un'attivit¨¤ creativa e rilassante. Il pomeriggio, se c'¨¨ il sole, faccio una breve siesta, quindi torno al lavoro editoriale, fino al tardo pomeriggio. Ora le giornate si allungano, e in serata passo un po' di tempo nell'orto, o a fare legna. Prima del buio della notte, dedico a me stessa una mezz'ora di silenzio assoluto e di yoga, nel posto pi¨´ tranquillo della casa. Torno ai fornelli per la cena, che arriva a orari davvero "spagnoli". Non resta molto tempo e poi prevale la stanchezza, ma qualche pagina di lettura, prima che il libro mi crolli sul naso, in genere riesco a farla. Nei giorni di festa, ovviamente, mi concedo tantissime libert¨¤, compresa quella di non fare assolutamente nulla, o di fare cose del tutto inutili, ma esteticamente gratificanti: ultima creazione, un muro di pietra a secco nell'orto".
Qual ¨¨ il momento migliore della giornata e quale il peggiore?
"Per mia fortuna, non soffro di sbalzi di umore, e non sto vivendo una condizione di particolare sofferenza psicologica, anche se non posso che essere preoccupata, come tutti, per una pandemia che sta mietendo troppe vittime, e per una situazione economica piena di incognite. In genere al mattino sono piena di energie e ho in mente un lungo elenco di cose che vorrei fare. Poi, intorno al tardo pomeriggio, quando le ore sono volate e dalla lunga lista non ho spuntato che poche voci, mi piglia lo sconforto.Capisco che ¨¨ il momento di chiudere tutto e scendere a zappare. L'umore migliora all'istante".
Cosa hai scoperto (di te e del mondo) in queste settimane?
"Che la scelta di vivere lontano da tutto, in un luogo difficile e faticoso, ¨¨ stata per me giusta, nonostante il coro dei cittadini?che mi intimavano di tornare alla civilt¨¤, pena la perdita dei contatti giusti per il lavoro, le occasioni culturali, gli svaghi. Non ¨¨ certo una vita adatta a tutti, per¨° questa emergenza deve servire a riequilibrare il rapporto tra metropoli e luoghi marginali, tra luoghi troppo affollati e i territori dell'abbandono".
Libro letto?
"Mi mancano due pagine a finire Cristo si ¨¨ fermato a Eboli, di Carlo Levi. L'avevo gi¨¤ letto nell'adolescenza, ma ovviamente mi era rimasto un ricordo vago. Molti dei miei viaggi hanno Matera come meta e, visto che non potr¨° andarci, uso questo tempo per approfondire la conoscenza del Sud, che rispetto agli anni '30 ¨¨ profondamente trasformato. Avendo visto le opere pittoriche realizzate da Levi durante e dopo il confino, e in particolare il grande affresco Lucania '61, conservato a Palazzo Lanfranchi, a Matera, oggi posso dare un volto ai personaggi del libro".
Serie tv o film visto?
"Non ho la televisione, non tanto per scelta. Sto restaurando parte della cascina, e - tra le spese da fare - ho finora sempre avuto altre priorit¨¤. E poi l'ho sempre guardata poco. Per¨° ascolto la radio tutto il giorno, quando sono a casa, perch¨¦ non potrei fare a meno della musica".
Quando tutto sar¨¤ finito, dove camminerai?
"Nessuno sa, al momento, quando sar¨¤ sicuro viaggiare, soprattutto in gruppo. Credo che i primi passi li muover¨° intorno a casa, magari organizzando brevi escursioni giornaliere. I grandi spazi delle Langhe, poco abitate, potranno essere una meta sicura, cos¨¬ come certe valli alpine meno note. Ma anche la Via Francigena, cammino di solitudine e silenzio, con le dovute precauzioni, potr¨¤ essere una meta da proporre. Torneremo a viaggiare in tenda? Perch¨¦ no?".
Che mondo sar¨¤, dopo?
"Mi auguro che tante cose cambino nel nostro stile di vita, anche perch¨¦ passata l'emergenza del virus, incombe sulle nostre teste la spada di Damocle del cambiamento climatico. Dobbiamo arrestare la ruota da criceto dove la maggior parte di noi annaspa: rallentare e anche stare fermi forse ci sta facendo bene. E poi, quando sar¨¤ possibile, dovremo camminare e pedalare molto, rinunciando quando possibile alla comodit¨¤ dell'auto. E ancora, adottare stili di vita pi¨´ sani, consumare in modo responsabile. Il rischio del contagio deve poi renderci pi¨´ attenti al prossimo. Saremo tutti pi¨´ soli e isolati, ma per questo dovremo essere pi¨´ solidali e sensibili".
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