La corsa sotto la pioggia rimanda spesso a visioni idilliache e romantiche, ma non sempre opportune o veritiere. Una guida a cosa fare quando ci troviamo a correre sotto un diluvio
Ai runner pi¨´ assidui sar¨¤ capitato, pi¨´ di una volta, di parlare con qualche altro appassionato, addentratosi nel mondo della corsa da meno tempo e tra i vari luoghi comuni possibili oggetto di discussione potrebbe esserci anche questo: "Ah... che bello correre sotto la pioggia!"?
I fraintendimenti, il pi¨´ delle volte, nascono da incomprensioni linguistiche; quindi, cerchiamo di capire le due visioni dei nostri ipotetici runner. E' chiaro che quando si fa riferimento alla bellezza che pu¨° avere una corsa sotto la pioggia, soprattutto da parte di chi ha meno esperienza, il pi¨´ delle volte si fa riferimento a quelle precipitazioni ristoratrici che giungono a dare tregua alla siccit¨¤ dopo giorni di calura. In questo senso, non c'¨¨ niente di pi¨´ bello di essere colti, durante il proprio allenamento, da una tenue pioggerella capace di rinfrescarci e di metterci in ascolto dell'ambiente circostante che diventa pi¨´ sordo.
I runner di vecchia data, invece, con uno sguardo decisamente meno poetico, scordandosi dei versi magnifici de La pioggia nel pineto?di Gabriele D'Annunzio, vedono l'arrivo della pioggia come un'immane seccatura. Un subdolo disturbatore nella pianificazione meticolosa del planning di allenamenti e gare. Effettivamente, la pioggia (o se vogliamo, pi¨´ in generale, il cattivo tempo) possono essere dei fattori che vanno a limitare in modo importante la prestazione.
Oltre all'aspetto prestativo, si aggiunge soprattutto l'esposizione a cui ¨¨ soggetto il nostro fisico. In caso di basse temperature e "corse bagnate" il rischio di incorrere in qualche malanno aumenta notevolmente.
Infine, si aggiungono altri aspetti di vario tipo, come ad esempio le questioni di carattere pratico o logistico. E' indubbio che per chi corre due volte a settimana una corsa sotto l'acqua pu¨° essere presa come un elemento di novit¨¤, capace di rompere la monotonia della routine. Diversamente, per¨°, per chi ad esempio si trova correre tutti i giorni (o peggio ancora tutti i giorni due volte al giorno, come capita gli atleti professionisti) correre sotto l'acqua, soprattutto col passare dei giorni, diventa esclusivamente una grande seccatura, tra vestiti che non asciugano e staffette dalla lavatrice all'asciugatrice. Chiaramente le cose si complicano quando, ad esempio, ci si trova in allenamento in altura dove, negli ambienti montani, all'acqua si aggiunge il freddo.
I CONSIGLI PER CORRERE CON LA PIOGGIA
¡ª ?Ma cosa fare, dunque, quando arriva un acquazzone? Sono diverse le variabili che entrano in gioco. In ogni caso, a guidarci dovrebbe essere sempre il buon senso. Ad esempio, se l'acquazzone arriva prima che siamo usciti per il nostro allenamento dovremmo valutarne l'intensit¨¤ e, possibilmente, la? durata dando uno sguardo ai siti pi¨´ affidabili che riportano le indicazioni metereologiche relative al nostro territorio (magari servendoci delle immagini satellitari, che permettono di darci un'idea dell'andamento della perturbazione). Se, all'opposto, lo scroscio ci coglie durante la nostra attivit¨¤ podistica, specialmente se molto intenso, la priorit¨¤ dovrebbe essere quella di trovare riparo o avvicinarsi il pi¨´ possibile al punto di partenza (casa, centro sportivo, auto) per finire l'allenamento prima del tempo e asciugarsi e cambiarsi velocemente. Va detto per¨° che, alle volte, in particolare quando la pioggia non ¨¨ cos¨¬ violenta e quando si ¨¨ impegnati nella preparazione di un evento impegnativo (come ad esempio pu¨° essere una maratona), l'idea di continuare ad allenarsi non ¨¨ cos¨¬ sbagliata. Chiaramente, ¨¨ difficile dare delle indicazioni sulla carta. Spesso, in questi casi, le valutazioni vanno fatte sul campo.
Diverso ancora ¨¨ il caso in cui ci troviamo a dover affrontare una competizione sotto un dirompente scroscio temporalesco. In questo caso, infatti, risulta molto pi¨´ difficile sottrarsi alle intemperie. Cosa fare allora? La prima cosa che verrebbe da fare ¨¨ quella di coprirsi. In realt¨¤, specialmente se la gara che dobbiamo affrontare ¨¨ molto lunga, sarebbe meglio scoprire gli arti e coprire soltanto la parte del core. Questo perch¨¦ i vestiti, quando bagnati, diventano molto pi¨´ pesanti e, soprattutto, il loro contatto diretto e continuo con i muscoli non aiuta di certo l'attivit¨¤. Meglio sarebbe ricorrere alla vasilina e cospargersi di questa per permettere all'acqua di scivolare. Fondamentale diventa il classico cappellino con visiera che permette agli occhi di trovare riparo e non subire l'urto fastidioso delle gocce di pioggia. Infine, bisognerebbe tenere bene a mente che le prestazioni, specie quando si parla di alto livello (ma entro certi termini vale anche per l'attivit¨¤ amatoriale), si possono realizzare solo in occasione di determinate condizioni. Difficilmente un record verr¨¤ siglato in presenza di clima avverso. Tutto questo per dire che, col del brutto tempo, non possiamo pi¨´ pensare al risultato cronometrico, ai "tempi", alla prestazione. In queste occasioni, si deve avere la lucidit¨¤ di capire che la competizione assume un altro significato, in virt¨´ delle condizioni in cui ci si trova ad affrontarla. Sar¨¤ anche questa un'ottima occasione per mettersi alla prova... ma senza guardare il cronometro. Taci Ermione... che piove.
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